Le recensioni di “ateatro”: Di animali uomini e dei

di Giorgio Barberio Corsetti, dalle Metamorfosi di Ovidio

Pubblicato il 12/09/2003 / di / ateatro n. 057

Dal 2 settembre si è aperta a Villa Borghese la II edizione di “Metamorfosi – Festival di confine fra teatro e circo”, ideato e diretto da Giorgio Barberio Corsetti.
Il festival, che si preannuncia davvero interessante, ha avuto inizio con lo spettacolo Di animali uomini e dei, firmato dallo stesso Barberio Corsetti, e proseguirà il 23 e 24 settembre con Bascule della compagnia Anomalie, e il 27 e 28 settembre con Baiser les anges et tenter le diable di e con Marie-Anne Michel.
Lo spettacolo di Barberio Corsetti, con gli attori della compagnia Fattore K e il gruppo di circo contemporaneo Les Colporteurs, ha debuttato a Siracusa in occasione del Festival di Ortigia ed è il secondo tratto dalle Metamorfosi di Ovidio (dopo quello presentato lo scorso anno alla Biennale di Venezia, di cui abbiamo parlato in ateatro 42).
Le parole di Ovidio, con le quali si apre lo spettacolo, ci avvertono: tra tutte le età possibili, ci sta toccando di vivere in quella del ferro, epoca di guerre ed empietà.
Cerere, in cerca di Proserpina, ne compie e ne subisce; Erisittone divorato dalla fame, in cambio di un po’ di cibo (patatine, merendine… l’ironia non manca) baratta la figlia con sconosciuti, e lei per fuggire è costretta a tramutarsi con l’aiuto di Nettuno in uomo, vacca e uccello. Poi divora se stesso. E poi ancora incontriamo Aracne, Nettuno, Giove e Medusa, una mandria di cavalli selvatici, mentre amori, scontri, uccisioni, stupri e parti avvengono sotto i nostri occhi.
Tutto scorre e cambia, tutto fluisce in queste Metamorfosi di Barberio Corsetti, e ancora una volta gli acrobati mutano sotto i nostri occhi attraversando tutti gli stati della materia: diventano liquidi per essere assorbiti dal terreno, aerei per volare, si deformano, ruotano le teste, camminano in orizzontale, con la sapienza che solo l’’arte circense è capace di donare ad un corpo, e con l’’aiuto di funi e strutture esili che solo l’’incanto del teatro può far sparire. Anche lo spazio, che improvvisamente si apre in fenditura, si richiude, si capovolge, muta di continuo.
Barberio Corsetti utilizza magistralmente la grandezza dei circensi, che sta proprio non nell’’essere poetici, ma nel fare dell’’azione poesia, ed essere quindi poesia in atto; proprio attraverso loro, le parole di Ovidio diventano realtà: le età del ferro di tutte le ere possibili (compresa la nostra), hanno una possibilità di riscatto: l’’arte.

Di animali uomini e dei
di Giorgio Barberio Corsetti
Roma, Villa Borghese

Clara_Gebbia

2003-09-12T00:00:00




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