Alcune precisazioni

In risposta al dossier di "Hystrio"

Pubblicato il 21/01/2004 / di / ateatro n. 063

Caro Pdp, sono certa che vorrai ospitare, anche come semplice diritto di replica, una mia risposta ai servizi su «Hystrio» da te pubblicati a firma Mimma Gallina e Massimo Marino, oltre che, in minima parte, al tuo editoriale. A titolo personale e in qualità di consigliere d’amministrazione dell’ETI credo sia opportuno e doveroso dare alcune precisazioni per una più completa informazione.

1) “Crisi dell’ETI e riduzione del sostegno al nuovo teatro” (Da Editoriale di “ateatro 62”)
Non vi è stata finora alcuna riduzione del sostegno al nuovo teatro. Nel 2003 l’ETI ha investito circa 950mila euro sulla distribuzione (Circuiti) e 1 milione di euro sul settore ricerca (tra promozione sui territori, progetto Vascello e ricerca a Milano e Roma).

2) “L’ETI, un ente inutile”;Dal Commissario straordinario a un “golpe legalizzato”/ “Contributi ordinari davvero straordinari” / “Criteri per la concessione di contributi”/ e infine: “chiedersi se non sia il caso di valutare una per una le funzioni dell’Ente …e forse arrivare alle conclusioni e sciogliere con cinque lustri di ritardo un ente “inutile e forse dannoso” di Mimma Gallina in «Ystrio» 1/2004

“Golpe legalizzato”

L’Ente Teatrale italiano è stato tenuto commissariato dal precedente governo per circa nove anni, sei oltre i tre previsti dalla legislazione vigente. Allora come oggi, le nomine di commissario e direttore generale furono di competenza ministeriale e /o governativa. L’introduzione di uno Statuto e di un nuovo Cda – salvo appunto un decreto di scioglimento anche questo di esclusiva competenza ministeriale – era un obbligo giuridico.
Ora i nomi e le persone possono non piacere così come si può non amare l’attuale maggioranza politica, ma tra una gestione commissariale che si prolunga oltre il dovuto (e che manteneva, né più né meno di oggi, l’Ente sotto stretto controllo ministeriale) e una riforma statutaria che assegna una articolazione diversa dei poteri non so quale sia il “golpe legalizzato”. Se poi il problema è che le nomine sono di destra invece che di sinistra, bè, questo è un altro discorso… ma, visto che si parla anche di “competenza”, prima di dire parole in libertà sarebbe bene documentarsi anche sugli aspetti giuridici e legislativi della materia.

“Scioglimento dell’Ente”

Il nuovo Cda ha trovato nell’ETI 210 dipendenti i quali assorbono risorse per più di 6 milioni di euro; solo al Teatro della Pergola sono presenti 60 dipendenti; la voce straordinari nel 2003 per i teatri gestiti è costata più di 500mila euro. Tali dati sono più o meno equivalenti nelle gestioni precedenti e hanno subito via via negli anni vari aumenti contrattuali. Quasi tutti i dipendenti sono stati assunti negli anni precedenti per chiamata diretta o per concorsi interni. Non è ovviamente possibile né è nostra intenzione licenziare alcuno e sono in corso da diversi mesi da parte del direttore generale trattative sindacali per rifare le piante organiche, per introdurre una diversa organizzazione del lavoro che preveda nei teatri una diversa turnazione (attualmente i dipendenti lavorano nel normale orario di lavoro e quindi il lavoro nei turni pomeridiani e serali è considerato straordinario). Pertanto prima di lanciare parole d’ordine bisogna capire bene di che cosa parliamo: in caso di scioglimento dell’Ente bisognerebbe mandare a casa o mettere in mobilità centinaia di dipendenti. La signora Gallina ci ha pensato? (per onore di cronaca va aggiunto che gli attuali organi collegiali e cioè presidente, Cda, revisori dei conti, tra compensi, gettoni e missioni, assorbono risorse per 192.000 euro e che il compenso di un singolo consigliere è di euro 12000 annuali lorde).

Progetti
– Dalla nomina della sottoscritta (luglio 2002) il Cda ha dovuto attuare accordi già presi da Ardenzi oltre che numerose direttive ministeriali, così come sono stati portati a termine i diversi progetti già varati dalla gestione Marinelli/Tian (Circuiti, ricerca, Ragazzi, Stregagatto, Ecole des Maîtres, Giornate italo-francesi etc con un aumento delle risorse a favore della ricerca); la sottoscritta ha avuto l’incarico del Sud (Ex aree disagiate). Il Ministero non ha più finanziato il progetto (vedi intervista su Tuttoteatro); i numerosi tentativi da me fatti per sensibilizzare le compagnie di ricerca e la Tedarco (nella persona di Paolo Aniello) affinché si premesse sul ministero e tale progetto non andasse perduto non hanno avuto esito; appariva evidente che l’intero settore, almeno nella sua rappresentanza ufficiale, stava facendo altri accordi “a monte”; il risultato è stata una perdita complessiva di risorse tra Ministero e Enti locali e di un progetto tra i più qualificanti della gestione Veltroni.
Il progetto Les Italiens a Parigi è stato un progetto speciale governativo, come pure Gli olimpici del Teatro. Indubbiamente i nuovi vertici dell’Ente avrebbero potuto (e a mio avviso dovuto) fare nuovi progetti e non appiattirsi sulla progettualità Veltroni/Marinelli/Tian e questa sarebbe stata una critica seria di politica teatrale su cui discutere; purtroppo non mi pare che ve ne sia traccia nell’articolo della Gallina.

“Criteri di erogazione”
Tra le direttive ministeriali vi è stata quella di varare, per la legge sulla trasparenza, criteri per l’erogazione di contributi a soggetti terzi. I criteri approvati dal Cda, di ordine generale, sono stati via via perfezionati fino a divenire una fotocopia dei criteri ministeriali. Quello che il Consiglio aveva ritenuto un giusto adempimento alla trasparenza e ad una più ampia distribuzione di fondi si è trasformato in un diabolico intruglio burocratico che se da una parte ha allargato la “base” dei destinatari ha però di fatto creato confusione nelle categorie e soprattutto tenuto occupato per molti mesi il Cda da altre importanti incombenze. Su questo tutte le critiche che arrivano sono bene accolte: ebbene sì, abbiamo sbagliato! (n.b. per direttive ministeriali si intendono non solo le più generali linee di indirizzo del Ministro quanto piuttosto il controllo della segreteria generale e dei funzionari anche presenti nell’Ente come revisori dei conti: lascio a voi l’onere di arricchire di altri nomi tra quelli che contano la simpatica rubrica «Who’s Who»).

Bilancio e previsioni 2004

Al di là delle attribuzioni di competenza e di cassa sulle quote di abbonamenti 2003/2004, considerate le entrate certe (Ministero e incassi teatri) il bilancio 2004 è più o meno la fotografia fedele della realtà a tutt’oggi dell’Ente. La pressoché totalità delle risorse è assorbita come si è detto dalle spese vere di gestione, prima tra tutte quella del personale. Questa situazione, che ci piaccia o meno, è l’eredità delle gestioni precedenti. Per svolgere una qualsiasi attività, che piaccia o meno, bisogna reperire ulteriori risorse aggiuntive al contributo ordinario così come è stato negli anni passati. Tutti i progetti presentati al Ministero per il 2004 e 2005 sono gli stessi degli anni passato. Per i circuiti e la ricerca, progetti nazionali gestiti in proprio dall’Ente e concertati con le categorie. Sono stati pertanto aboliti nella soddisfazione generale i famigerati “criteri”. Per attuali tali linee programmatiche si attendono risposte dal Ministero.

Rapporti con le categorie

Oltre alla già citata questione Sud, come si sono mosse le categorie in questo anno e mezzo? Male, a mio avviso. In diversi incontri, si sono fatti accordi per approntare progetti in concertazione, o si sono approntate “liste” con questa o quella compagnia. Finché le risorse ( e le spartizioni) erano garantite, tutto filava nel verso giusto. Una volta venute a mancare, con il bilancio nella sua realtà nuda e cruda, sono iniziate le ostilità. Se si esclude il Teatro Ragazzi, pochi hanno posto questioni di contenuti e di politica teatrale. In gran parte il “dibattito” si è mosso sul “quantum” più che sul che e sul come. Questa è la vera situazione, su questo occorrerebbe riflettere. Attualmente l’intero Cda ha chiesto un incontro con il Presidente Prosa dell’Agis così come si sta studiando l’ipotesi di organizzare al più presto una o più giornate pubbliche di riflessione sul ruolo futuro dell’Eti.

“L’ETI oggi: un ente inutile”(???)

Credo che chi si occupa di organizzazione teatrale, al di là di generici, superficiali, quanto disinformati anatemi, dovrebbe mostrare una maggiore responsabilità, in primo luogo verso i posti di lavoro dei dipendenti. Come si è detto si poteva e si può fare di più e di meglio ma le responsabilità sono diffuse in un mix di smantellamenti, confusioni, controlli verticistici, clientele etc etc . Ma, francamente, sciogliere l’ETI oggi a chi giova? E’ ovvio che nel passaggio di competenze tra Stato e Regione vadano ridefiniti ruolo, compiti, progettualità, di un Ente centrale per il teatro ma quali sono le proposte? Io credo che l’Ente è stato in questi anni un patrimonio, nel bene e nel male, di risorse, di competenze, di umane e valide persone e che vada tutelato, protetto, snellito, ridefinito nelle sue competenze. Ma un più generale assetto del sistema teatro in Italia può solo venire da una congiunta quanto pacata riflessione e non certo da superficiali e irresponsabili dichiarazioni di principio.

Permettimi infine un’ultima personale e divertita osservazione sui “Compagni di scuola“. Chi scrive, oltre a non avere conflitti di interesse di alcun tipo, non è mai stato “compagno di scuola” di chicchessia avendo frequentato con alterne vicende, le scuole in quel di Salerno. La mia nomina, maturata in ambienti napoletani, città dove ho lavorato per molti anni, e sostenuta dal presidente Galdieri, è stata considerata, da tutte le parti, “anomala” in quanto fuori dalle consuete spartizioni politiche. L’anomalia riguarda anche il fatto che, occupandomi da circa trent’anni, di teatro, una volta tanto sia stata nominata, pare, una persona cosiddetta “competente”. Se poi le fonti della Gallina sono Sgarbi e Dagospia, bè, lasciamo perdere… Cordialmente

Luciana Libero
Consigliere d’’amministrazione dell’’ETI

Luciana_Libero_-_Consigliere_d’amministrazione_dell’ETI

2004-01-21T00:00:00




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