E’ possibile una politica della cultura a Milano?

Prologo in una aiuola di Brera

Pubblicato il 25/09/2010 / di / ateatro n. 131

Nel cuore di Brera c’’è un’’aiuola con un alberello, uno dei pochi superstiti nel centro di Milano. I bar e i ristoranti della zona ci appoggiano i sacchi della spazzatura, finché non passa il camion della nettezza urbana a ritirarli. Nel frattempo, quell’’immondizia diventa un mega fast-food per i topi, che secondo alcuni sono stati spinti in superficie anche dagli scavi per le nuove linee della metropolitana e per i parcheggi interrati, assurdi buchi neri nel corpo della città. Così in quell’’aiuola si è sviluppata un’’enorme colonia di roditori, che sono ormai diventati i padroni della piazzetta, dove scorazzano allegri tra milanesi inorriditi.
Che fare?
“Tagliare l’albero!”: questa è stata la prima istintiva risposta “alla milanese”. Basta mettere un po’’ d’’asfalto al posto dell’’aiuola per avere una città più sana e pulita, e così potremo disporre anche di un posto macchina in più.
Non so che fine abbia fatto o farà quell’’albero, ma la logica che ispira questa soluzione è quella tipica che tende a dare Milano ai suoi problemi da diversi decenni. Lo ha fatto quando ha coperto i canali perché puzzavano (infatti adesso il traffico scorre bene e abbiamo tanti parcheggi in più…). E prova a farlo ora, quando vuole imporre il coprifuoco nelle zone “a rischio sicurezza”: tutti barricati in casa a vedere la tv, così non si corre il rischio di incontrare il lupo nel bosco di notte…
E’ il mix tossico di laissez-faire e repressione, generato dall’’incuria e a volte dalla corruzione, e poi affrontato con ipocrisia e ottusità. Magari con l’’ondata di panico morale che legittima l’’adozione di misure repressive e procedure d’’emergenza… Questo meccanismo l’’abbiamo visto all’’opera in troppe occasioni, dalla “invasione” dei grossisti cinesi in Paolo Sarpi alla “scoperta” dei fiumi di cocaina nei privé delle discoteche.
Per non parlare dei giardinetti di viale Monte Nero, chiusi con una cancellata per un eccesso di movida sgradito ai residenti della zona. Senza alcun senso del ridicolo, quei giardinetti recintati sono stati dedicati “alla caduta del muro di Berlino proprio come segno di libertà” (nelle parole dell’assessore Cadeo).

[questo è il prologo di un intervento che vuole rilanciare il dibattito sullo stato della cultura a Milano, in occasione delle primarie per scegliere il candidato sindaco alle elezioni del 2011]

[lo spazio è aperto ad altri contributi: scrivete redazione ateatro.]

Oliviero_Ponte_di_Pino

2010-09-25T00:00:00




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