SPECIALE ELEZIONI Ravenna Capitale della Cultura 2019?

Un progetto ambizioso per la città

Pubblicato il 15/04/2011 / di / ateatro n. 134

Ravenna è una città dove la cultura, in diverse declinazioni, ha un certo sviluppo. In un susseguirsi ininterrotto di governi composti da coalizioni di sinistra, la tendenza istituzionale a legare il concetto di cultura agli aspetti storici e turistici (Dante, i mosaici e l’archeologia) non ha impedito, grazie anche a un assessorato longevo e lungimirante, un particolare investimento sul piano del teatro. È la città dove convivono il Ravenna Festival della famiglia Muti e lo Stabile Corsaro del Teatro delle Albe, come anche i movimenti teatrali di Fanny & Alexander, Orthographe, Gruppo Nanou, Monica Francia e i Cantieri, Francesca Proia con Tanti Cosi Progetti, tra gli altri, e dove nascono sempre nuovi gruppi della scena, tra gli ultimi Fuochi e Erosanteros. Siamo molto scarsi sul fronte della cultura cinematografica, e per il resto: l’’Università di Bologna ha nel polo ravennate sei facoltà; vi sono un’’Accademia di Belle Arti (che ha attraversato un rischio chiusura nel 2008) sostenuta dall’’Amministrazione comunale in collaborazione con l’’Accademia di Belle Arti di Bologna; un’’ottima biblioteca recentemente potenziata e ampliata; e otto monumenti dell’’Unesco. Ma il nodo centrale sul quale verificare le attenzioni elettorali in fatto di cultura in questo momento è la candidatura di Ravenna come Capitale Europea della Cultura 2019 (con Sergio Zavoli presidente del Comitato promotore), dove la città si pone come capofila di un territorio romagnolo che si vorrebbe unito dal medesimo slancio. Peccato però che la provincia di Forlì abbia proprio quest’anno ridotto il proprio contributo sul finanziamento allo spettacolo da 95 a 27mila euro (coinvolgendo nel complesso realtà come il Teatro Valdoca, Masque Teatro, Itinerario Festival, tra gli altri). O che il Comune di Rimini abbia, già dall’anno scorso, tagliato di 30mila euro su 50 il proprio contributo al Festival di Santarcangelo.
Il sindaco ravennate in carica, Fabrizio Matteucci del Pd, si ripropone per il secondo mandato con l’appoggio di Pri, Sel, Idv, Federazione della Sinistra-Rifondazione e Comunisti Italiani, e Radicali Laici Socialisti-Laburisti per Ravenna. L’’Assessorato alla Cultura, nell’ultimo mandato unito al Bilancio, è da tre legislature consecutive ricoperto dal giovane intellettuale Alberto Cassani, che ha molto lavorato all’’ascolto delle realtà esistenti, alla creazione di istituzioni culturali (biblioteca e museo) e alla costruzione di un sistema cittadino di collaborazioni che si pone come modello per la gestione e la produzione culturale. Il programma di Matteucci non è stato ancora pubblicato, ma nelle ultime dichiarazioni lascia intendere di poter prossimamente ricoprire lui stesso la carica di Assessore alla Cultura e si può facilmente intuire che il programma di tale delega sarà strettamente legato alla candidatura europea della città, intitolata: “Mosaici di cultura: creare nuove visioni per l’’Europa”. Vi si parla di “impronta innovativa e di riequilibrio tra antico e contemporaneo” (Cassani). Va detto che, tranne per il teatro (anche musicale) e qualche altra attività (musica indipendente, fumetto) il tono culturale cittadino non è assiduamente improntato sui linguaggi contemporanei, ed è quindi auspicabile che questa candidatura migliori il tiro. Il candidato Pd alla presidenza della Provincia, Claudio Casadio (omonimo dell’’attore di Accademia Perduta protagonista dell’’ultimo film di Giorgio Diritti L’uomo che verrà), nel suo programma per le primarie ( il programma elettorale non è ancora pubblicato) parlava di “innovazione nella Scuola, nelle Università e nella formazione” e s’impegnava a “favorire la produzione culturale dei giovani”.

Il candidato sindaco del Pdl, sostenuto anche dalla Lega, è Nereo Foschini – noto appassionato di teatro – e non ha ancora un sito dedicato (è in costruzione); difficile intuire i contorni del suo programma dato che pure nello spazio web del suo partito esso non è pubblicato, così come non ve ne è traccia nel blog Pdl e nel sito della Lega. Lo stesso silenzio vale per il candidato della Lega alla Presidenza della Provincia, Rudi Capucci, sostenuto anche dal Pdl, in alleanza-scambio. Mentre il candidato di Futuro e Libertà, Gianluca Palazzetti – attualmente presidente della Commissione Cultura, Istruzione e Università in Consiglio Comunale– non ha nel suo programma il paragrafo Cultura e se parla di qualcosa di attinente è per denunciare il degrado dei monumenti storici. Il punto fondamentale di un programma dedicato interamente alla gamma dei problemi (sicurezza, infrastrutture…) viene dedicato ai giovani, ma nei termini generici del “problema” dell’occupazione; seguono: le donne. Né per iscritto né in conferenza stampa si esprime sulla candidatura di Ravenna Capitale Europea della Cultura 2019 (viene citata solo in relazione al “problema” monumenti). Il collega candidato in Provincia, Guido Baldrati, mette invece la “Valorizzazione dei beni culturali” come primo punto del suo programma, esprimendola come segue: “Consorzio di iniziative. Investimenti in cultura. Abbinare alla forte tradizione turistica del nostro territorio le nuove forme di turismo culturale, collegamento in rete di tutte le bellezze della Provincia di Ravenna (…). Enogastronomia di qualità, valorizzazioni delle eccellenze(…)”. Tace dunque la destra tutta sul tema centrale legato alla cultura cittadina: non sappiamo se per negligenza o per combatterne le possibilità di successo in sede europea, a favore di altre candidature legate ad amministrazioni di destra.
Anche i movimenti minoritari non si pronunciano. Il programma del Movimento 5 Stelle, il cui candidato sindaco è Pietro Vandini, include la parola cultura come sottotitolo del turismo e che non auspica alcun progetto specifico se non “la creazione di un tavolo di lavoro permanente che gestisca in forma condivisa le attività”. Fa riferimento a un’idea analoga anche l’’Idv, che appoggia la candidatura di Matteucci, ma tra i cui candidati figura una gallerista, Patrizia Poggi, che si propone in quota alla cultura, inscrivendo il suo orizzonte nei grandi eventi e nell’archeologia. La storica figura del consigliere comunale di opposizione Alvaro Ancisi, appartenente alla Lista per Ravenna, e sempre in prima linea nella denuncia alle disfunzioni di ogni tipo, spicca tra i pretendenti al posto di sindaco legati alle liste civiche, con appoggio dell’’Udc e alcuna menzione a un’idea di cultura.

Cristina_Ventrucci

2011-04-15T00:00:00




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