SPECIALE ELEZIONI Cagliari: Massimo contro Massimo

Aria di cambiamento?

Pubblicato il 05/04/2011 / di / ateatro n. 134

Il 29 aprile “Repubblica” titolava L’outsider targato Vendola spaventa la destra di Cagliari.
Il candidato in questione è Massimo Zedda, 35 anni, di Sinistra Ecologia e Libertà, che ha già sbaragliato alle primarie il rivale del PD. Sul fronte opposto, Massimo Fantola, 63 anni, schierato dalla coalizione di centro destra, è leader dei Riformatori Sardi, non è quindi targato PDL come il sindaco uscente Floris e anche se, come il suo predecessore, rappresentala classe politica e economica di sempre, c’è una certa differenza (e c’è chi giura che prenderà anche qualche voto PD: di quelli che proprio i risultati delle primarie non le hanno digerite). Comunque vada a finire, si respira aria di cambiamento, inevitabile di fronte ai problemi della città: la disoccupazione giovanile soprattutto, al 54%. Le analisi, le risposte e i modi sono ovviamente diversi, ma fra le risorse da valorizzarne, entrambi i candidati sembrano puntare – con sfumature – su università, turismo e cultura. Sullo spettacolo hanno risposto di persona alle domande di ateatro, dimostrando un’attenzione reale: da parte di Fantola puntando sul possibile abbinamento cultura-sviluppo e sui legami col turismo e con territorio regionale (con una premessa interessante al tema dell’accesso), di Zedda sulla stessa politica di ascolto e valorizzazione del territorio e delle forze locali che abbiamo trovato a Milano in Pisapia (e che qui prende anche le distanze dalle tendenze dirigistiche dell’amministrazione uscente). Qui, come in altre città, però, non possiamo non rilevare la distanza fra la funzione centrale che si attribuisce alla cultura e allo spettacolo e le prime indicazioni concrete: speriamo che idee trainanti, di quelle che possomo davvero contribuire al rilancio di una città, arrivino dopo le elezioni.

Per Massimo Fantola: www.fantolasindaco.it
Per Massimo Zedda: www.oratoccaanoi.it

Il centro-destra

Il candidato
Massimo Fantola è Ingegnere trasportista e docente universitario. Nel 1985 è eletto consigliere comunale a Cagliari, nel 1989 ottiene un seggio al Consiglio Regionale della Sardegna nelle file della Democrazia Cristiana e viene riconfermato per altre due legislature. È stato fra i principali promotori dei referendum elettorali a fianco di Mario Segni. Con Segni ha partecipato alla costituzione del movimento “Popolari per la Riforma” e del Patto Segni. È il leader dei Riformatori Sardi, movimento politico cattolico e liberaldemocratico, operante sul territorio regionale sardo come costola autonoma del Patto dei Liberaldemocratici. Il Movimento referendario e riformista si è battuto per una vera riforma elettorale, per la riduzione del numero dei consiglieri regionali, per l’obbligo delle elezioni primarie e per l’elezione diretta del presidente della Regione (…). Nel 2006 UDC e Riformatori Sardi stipulano un accordo per la presentazione di lista comune alle elezioni politiche, insieme a loro anche il Fortza Paris. Massimo Fantola è quindi eletto al Senato della Repubblica nelle file dell’UDC. Al termine della sua attività di consigliere e senatore ha ripreso la sua attività di docente universitario.

Il programma di Massimo Fantola per la cultura
Per garantire a tutti la possibilità di assistere agli spettacoli, intorno al 450 a.C., Pericle creò un Fondo Statale che sovvenzionava l’ acquisto dei biglietti per i meno abbienti. Sono passati quasi 2.500 anni, ma il senso del finanziamento Pubblico (nelle Società più evolute) è rimasto inalterato: garantire ai cittadini (e visitatori esterni) servizi di qualità e di valore artistico-culturale ad un prezzo accessibile.
Cagliari negli ultimi anni si è lentamente trasformata: da città di commercio, servizi e burocrazia in città con forte vocazione turistica e questo grazie anche ad un notevole miglioramento della città e dei servizi offerti, oltre agli accordi presi con compagnie di crociera e compagnie aeree low cost.
Oggi ha necessità di accelerare in modo repentino questo cambiamento.
Serve una profonda innovazione nelle strategie: miglioramento della città nel suo complesso, un investimento maggiore nella ricerca e nella cultura, oltre al turismo, ed altri settori trainanti.
Indubbiamente i teatri più belli di Cagliari e la loro programmazione sono tra le eccellenze della nostra città ; occorre tenerne conto e puntare ad un rafforzamento del loro ruolo garantendo una programmazione regolare e di qualità a tutto vantaggio dei cittadini e dei visitatori esterni, creando una grande opportunità occupazionale, anche giovanile, con aumento di opportunità anche per il settore del commercio e del turismo.
Naturalmente il mio ruolo sarà anche quello di vigilare che le risorse, soprattutto in questo periodo, siano utilizzate al meglio, evitando gli sprechi, ma non far certamente mancare il sostegno economico a quelle iniziative che contribuiscono a migliorare, oltre alla qualità della vita dei concittadini, l’ immagine di Cagliari come Capitale non solo economica, ma anche culturale, di una regione ricca di Culture come la Sardegna.
Cagliari è una città di cultura, con i suoi monumenti, i musei, i teatri, le chiese: una ricchezza da valorizzare e utilizzare per produrre nuova ricchezza. Cagliari deve essere la città dei Monumenti Aperti 365 giorni l’anno, e non solo in occasione della manifestazione che si svolge a cadenza annuale. Si può agire su più fronti e organizzare al meglio il sistema culturale per rendere accessibile questo patrimonio al grande pubblico.
Facciamo dell’ industria culturale un’ occasione di sviluppo.

Il centro-sinistra

Il candidato
Massimo Zedda “Amore per Cagliari, rispetto per l’ambiente, speranza per il futuro. Cagliari è la mia città”.
Sono nato qui nel 1976. Qui sono cresciuto, ereditando dalla mia famiglia i valori di onestà, responsabilità, coerenza. Qui sono andato a scuola e all’università, e qui ho fatto quei piccoli lavori che oggi sono definiti precari. Qui ho conosciuto la politica, e la politica è stata la mia scelta. Politica a scuola e all’Università, come presidente di associazioni culturali e come segretario cittadino della Sinistra Giovanile. Come militante nel Pds, nei Ds e oggi con Sinistra Ecologia e Libertà. Credo nel rinnovamento della politica e della società intera. Ho passato anni a confrontarmi ogni giorno con la realtà di Cagliari, a osservarla da tutte le prospettive, in Consiglio comunale e in Consiglio regionale, per contribuire a trovare di volta in volta soluzioni a problemi concreti. Cinque anni all’opposizione, passati a portare in Comune le voci dei miei concittadini. Voci che ascolto per strada, nei quartieri, nei posti di lavoro. Voci che parlano di problemi, difficoltà, guai. Ma anche di proposte, di idee, di stimoli. Ora è il momento giusto di candidarmi a Sindaco, perché ora Cagliari ha davvero bisogno di cambiare, e non può farlo con le vecchie ricette. Ci vogliono nuove idee e nuove energie. Noi le abbiamo: ora tocca a noi.

Tre domande a Massimo Zedda
Rispetto alla sua idea di città, che funzione/spazio hanno la cultura e lo spettacolo?

L’abbiamo scritto chiaramente nel nostro programma: cultura, spettacolo e università devono diventare la prima fabbrica della città. E intendo il termine “fabbrica” non come catena di montaggio ma come fucina di idee, progetti e proposte al servizio di Cagliari: mentre c’è chi dice che con la cultura non si mangia, credo in modo deciso che da lì si debba partire per uscire da una crisi che non è solo economica ma, a livello generale, anche di fiducia. Senza dimenticare il fatto che la cultura e lo spettacolo possano contribuire in maniera determinante alla crescita della città. In chiave turistica – quindi economica – certamente, ma non solo. E’ fondamentale anche il ruolo sociale che la cultura e lo spettacolo rivestono: a Cagliari lo abbiamo visto con un festival di letteratura, il Marina Café Noir, che negli ultimi anni ha rilanciato uno dei quartieri del centro storico. Oggi il rione Marina – da cui il nome del festival, si trova di fronte al porto ed è il più multietnico della città – è uno dei più vivi: un pullulare di iniziative durante tutto l’anno con locali, piccole botteghe artigiane, librerie, ristoranti, laboratori che lavorano non solo in estate e non solo con i turisti. Ecco, quando penso alla funzione che devono avere la cultura e lo spettacolo in una città – in generale, mica solo Cagliari – penso a questo: devono contribuire al miglioramento della vita dei cittadini, alla vivibilità dei luoghi, alla crescita dell’economia, alla bellezza della città stessa. E per Cagliari penso a tanti appuntamenti, in tutti i quartieri, che possano avere questi obiettivi: è indispensabile, in quest’ottica, pensare anche al ruolo educativo della cultura e quindi all’interazione tra spettacolo – in senso lato – e scuola.

Quali sono i suoi principali progetti, e le prime iniziative che attuerebbe in materia di spettacolo e di teatro in particolare, cosa cambierebbe e cosa manterrebbe delle scelte della precedente amministrazione?

Chi conosce Cagliari sa che le attività culturali sono molte e diversificate. A mancare, in questi anni, sono state le politiche culturali. Abbiamo avuto amministrazioni di centrodestra che hanno preteso di dettare le linee del settore più che favorire, accompagnare e creare le condizioni per cui le associazioni culturali e di spettacolo potessero lavorare in tranquillità. Si è tracciata una linea, da parte delle precedenti amministrazioni pubbliche, che segnava più o meno questo confine: quello che proponiamo noi è cultura, il resto lo decidiamo di volta in volta e a seconda di chi propone. E’ questo tendenza che voglio invertire: la programmazione culturale e spettacolare della città sarà il frutto del confronto tra le diverse associazioni, tra i gruppi o i singoli organizzatori che operano in città e il Comune. La regia dell’amministrazione pubblica servirà per evitare che le diverse manifestazioni possano “disturbarsi” l’una con l’altra, sarà importante per il reperimento e l’assegnazione degli spazi pubblici esistenti e di quelli nuovi che dovremo recuperare e delle risorse, in modo efficace e trasparente, e sarà fondamentale per favorire quell’azione sociale della cultura di cui abbiamo parlato prima.
E’ vero, poi, che viviamo in città delle situazioni particolari. L’Anfiteatro romano e il Teatro Lirico sono gli esempi più eclatanti. Nel sito archeologico rischiamo ogni anno di perdere la programmazione estiva per i continui ritardi del Comune nel dare il via al concorso di idee internazionale da noi proposto nel 2006. Serve liberare il monumento dagli spalti ma anche garantire la possibilità di tenere lì gli spettacoli ed evitare che tutta l’area torni nella situazione di degrado in cui versava dieci anni fa. Dovrà essere allo stesso tempo luogo di spettacolo – di sicuro più raccolto – e sito archeologico, come già succede, a esempio, alle Terme di Caracalla. In campo ci sono già diversi progetti, uno studiato dai progettisti del Teatro Lirico.
E qui arriviamo al secondo tasto dolente. Quella del Lirico è una situazione che peggiora ogni giorno che passa. Il fatto è che il contributo FUS è commisurato da una parte a quelli precedenti e dall’altra alla quantità e qualità della produzione. Siccome il teatro ha sinora prodotto pochissimo e il nuovo sindaco – che è anche il presidente della Fondazione – prenderà il timone a inizio giugno, resteranno appena sei-sette mesi per recuperare qualcosa. Bisognerà dunque agire subito e bene sotto il profilo artistico-produttivo. Questo per salvare la prossima stagione. Poi diventerà indispensabile rendere il Lirico – i suoi artisti, i progettisti, gli scenografi, la sartoria – parte attiva nelle iniziative cittadine. Dovremo creare qui le condizioni perché le grandi produzioni scelgano di venire a Cagliari per quanto offre la città. Nel caso del teatro, diversi spazi e numerosi bravi lavoratori in numerosi settori indispensabili per avere un cartellone di alto profilo. Nel caso del cinema, a esempio, Cagliari è già un set ottimale: in più, i registi che volessero girare un film in città potrebbero trovare qui non solo attori ma anche costumisti, scenografi, tecnici, impianti. Quello che serve, in primo luogo, è una banca dati da mettere a disposizione di chiunque voglia fare cultura e spettacolo in città.

E con quali interventi/modifiche rispetto all’attuale bilancio dedicato al settore?

In primo luogo serve una ripartizione più chiara delle risorse. Non è possibile per una associazione pensare di organizzare qualcosa in attesa di un contributo che chissà se e quando arriverà. Quindi è indispensabile una programmazione delle risorse almeno biennale – triennale sarebbe ottima – in modo che tutti possano progettare le iniziative. Credo, poi, che oggi come oggi sia fondamentale andare a intercettare i fondi che l’Unione europea mette a disposizione di progetti e prodotti di qualità. L’iter per accedere ai finanziamenti europei non è semplice: metterò a disposizione delle associazioni culturali e di spettacolo uno sportello pubblico che faccia da tramite tra Cagliari e Bruxelles, con professionalità che conoscono la macchina burocratica europea e fungano da interfaccia con il mondo della cultura cagliaritano.

Redazione_ateatro

2011-04-05T00:00:00




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