BP2012 Movimenti e istituzioni
Il documento di convocazione e il programma della giornata (quasi definitivo)

Il Maggior Consiglio del teatro italiano si riunisce a Genova il 25 febbraio 2012

Pubblicato il 15/02/2012 / di / ateatro n. #BP2012 , 138

Le Buone Pratiche del Teatro – Ottava edizione
Movimenti e istituzioni
a cura di Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino

Genova, Sala delle Grida del Palazzo della Borsa, piazza De Ferrari (di fronte a Palazzo Ducale)
sabato 25 febbraio 2012, ore 9.30-18.30

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Movimenti e istituzioni

Il vento sta cambiando. Anche nel teatro italiano. Così come ha continuato a cambiare in passato, nel teatro e nella società, in direzioni spesso imprevedibili ma con un vigore sempre rinnovato.
Le nostre scene hanno visto, per limitarsi ai decenni del dopoguerra, il susseguirsi di diversi movimenti, che più o meno consapevolmente ne hanno segnato l’evoluzione. Nell’immediato dopoguerra i teatri stabili, e via via le successive declinazioni della regia. La prima avanguardia romana degli anni Sessanta. Il Convegno di Ivrea nel 1967. Il ’68 e l’esplosione delle cooperative. Negli anni Settanta l’animazione e il teatro ragazzi, i gruppi di base e il Terzo Teatro. Per quasi quarant’anni, ormai, le successive generazioni del nuovo: la post-avanguardia, i Teatri 90 e ancora oltre, fino ai nuovissimi emersi negli anni Zero. La moltiplicazione e la disseminazione dei festival su tutto il territorio nazionale, non solo nella stagione estiva. Negli anni Novanta la narrazione, il teatro civile e i teatri delle diversità. Più di recente, gli intrecci tra satira e politica, con comici che innescano movimenti politici (Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle, ma ancora prima Dario Fo) mentre giornalisti e opinion makers fanno spettacolo (per esempio Marco Travaglio o Gherardo Colombo). Sono solo alcuni esempi di una storia ancora più ricca e articolata, fatta di una molteplicità di “onde teatrali” che hanno praticato innovazioni insieme estetiche e organizzative, con un effetto decisivo nel rapporto con il pubblico. Le mille realtà, e gli individui, che hanno animato queste onde si sono fatti portavoce di queste novità e hanno lottato per affermarle nella loro pratica, nel loro rapporto con “il teatro che c’era” e con l’intera società.
Il teatro intrattiene un dialogo profondo con le trasformazioni della società e della cultura. Molto spesso le invenzioni dei teatranti danno forma e rendono visibili le novità – compresi i conflitti e le involuzioni – che emergono nel tessuto sociale, a volte le anticipano con straordinaria sensibilità. La scena nutre le trasformazioni della polis, e se ne nutre. Riattiva gli spettatori, e con loro la società, usando gli strumenti della sua consapevolezza, che è umana ed estetica prima ancora che politica. Nel corso di questi (quasi) settant’anni di storia repubblicana, queste invenzioni teatrali, appassionate e necessarie, hanno trovano nelle istituzioni pubbliche una risposta più o meno attenta e rapida. Ministero ed enti locali hanno periodicamente “aperto” a queste emergenze, sia con il sostegno finanziario sia”dal punto di vista normativo.
Oggi l’Italia sta vivendo una grave crisi economica, politica e morale: dunque sta per affrontare profonde e rapide trasformazioni. Non a caso anche il teatro italiano si è messo in moto: l’occupazione del Teatro Valle è il sintomo più clamoroso di una protesta che è prima di tutto volontà di cambiamento: emblematca l’attenzione che oggi riscuote, anche in campo culturale, il concetto di “bene comune”.
Ma i movimenti non possono nutrirsi solo dell’entusiasmo che caratterizza il loro “stato nascente”, che è inevitabilmente destinato a perdere slancio. Prima o poi, se vogliono davvero incidere, i movimenti spontanei devono darsi una struttura, una forma.
Dal canto loro, le istituzioni non possono restare impermeabili a quanto accade intorno a loro: se lo fanno, rischiano di diventare vuote burocrazie, che hanno come principale obiettivo l’autoconservazione (e infatti, quando insistono ad arroccarsi, rischiano di implodere o di essere spazzate via).
Senza dimenticare che anche il teatro, da secoli, è fatto di istituzioni, anche se spesso fragili e precarie. Istituzione economica è la compagnia teatrale: le società dei comici dell’arte nate nel Cinquecento, basate su un contratto tra liberi e uguali, inventarono un soggetto giuridico che si è poi esteso a diversi altri settori dell’economia. Istituzione architettonico-urbanistica, oltre che economica, è l’edificio teatrale, inserito nel tessuto della città accanto ad altri luoghi emblematici del nostro vivere civile. Istituzioni più o meno longeve sono anche i festival e i circuiti, le scuole e le accademie di teatro… Così anche i teatri (e il teatro nel suo insieme) si strutturano come istituzioni. Ed entrano in rapporto con altre istituzioni. Prima di tutto quelle politiche e amministrative, con i loro diversi regolamenti e controlli, dal governo centrale agli enti locali, nelle loro varie articolazioni. Queste istituzioni hanno le loro esigenze (che esprimono attraverso un sistema di regole ed affidando eventuali commissioni e incarichi), e possono decidere di sostenere l’attività teatrale attraverso un sostegno economico diretto o indiretto, o con la fornitura di servizi. Il teatro può entrare in contatto anche con altri soggetti economici: committenti, mecenati e sponsor, e gruppi in vario modo organizzati di spettatori.
Sono dunque due nodi intrecciati quelli che deve affrontare il nuovo che emerge con vitalità nel teatro: da un lato strutturare (o rinnovare) le proprie forme istituzionali; dall’altro costruire un rapporto con altre istituzioni, una relazione necessaria – vista la natura sociale e civile del teatro – ma che condiziona inevitabilmente il suo sviluppo.
Nell’ottava edizione delle Buone Pratiche del Teatro (a Genova, il 25 febbraio 2012) cercheremo di capire se è possibile trovare, nelle diverse circostanze, punti d’equilibrio efficaci tra queste due tensioni: come è possibile conciliare gli entusiasmi spesso confusi della scoperta e del rinnovamento con le esigenze e il modus operandi delle istituzioni?
Il vento del cambiamento sta soffiando con grande forza, dentro e fuori dal teatro. Molti dei fragili equilibri raggiunti fino a oggi sono inevitabilmente destinati a cambiare. Il nostro compito è, nei limiti del possibile, cercare di comprendere questo cambiamento e indirizzarlo secondo principi di umanità, bellezza e libertà.
Nel corso della giornata del 25 febbraio, come d’abitudine intensa e ricca di passioni, affronteremo queste tematiche, non tanto da un punto di vista storico e teorico, ma soprattutto cercando di esaminare come questi problemi vengano affrontati nella pratica. Oltre ai temi a cui abbiamo accennato, parleremo tra l’altro anche di molte altre esperienze:

il movimento degli indignati teatrali (al Teatro Valle e non solo) anche in rapporto a quanto sta avvenendo all’estero, il corretto rapporto tra teatri e amministrazioni pubbliche, i criteri di valutazione dell’atività teatrale e le relative responsabilità (dalla commissione ministeriale in giù), quello che abbiamo definito “il metodo Pisapia” ovvero pregi e difetti della nuova politica del’ascolto, i cittadini che si impegnano a rilanciare un teatro abbandonato da anni, il neonato premio dei siti e dei blog di informazione e critica teatrale, il Sud tra evoluzione e involuzione (le residenze in Puglia, la rete dei teatri in Sicilia, il nodo Campania, uno stabile per la Basilicata, la Calabria tra scandali e opportunità), l’evoluzione di reti e residenze (dalla Lombardia alla Liguria, dalla Puglia alla Sicilia), l’evoluzione del teatro sociale e di comunità, lo sviuppo dei teatri delle diversità e delle differenze…

Avant-programme

9.00-9.20
Arrivo e registrazione

9.20-9.30
Presentazione di “Viaggio nei teatri “minori” di Liguria, documentario sulla tavola rotonda L’ incidenza culturale dei Teatri “Minori”, Genova, 13 gennaio 2011
(un progetto Lunaria Teatro a cura di Daniela Ardini  e Silvana Zanovello, montaggio di Matteo Zingirian)

9.30-10.30
In movimento, ieri e oggi

Ci pare importante aprire la nostra riflessione partendo da alcune esperienze che hanno segnato l’evoluzione del teatro italiano degli ultimi decenni, mettendo spesso in moto dinamiche inedite: in particolare, le diverse ondate del nuovo teatro (dagli anni Sessanta agli anni Zero) e la spinta riformatrice degli attori e degli attori-autori, le conseguenti trasformazioni organizzative che hanno rinnovato il sistema teatrale italiano negli anni Settanta.
Sottesa a queste mutazioni, è una consapevolezza politica, che anche se non si esprime direttamente in termini politici ha sempre presente la funzione civile e sociale del lavoro scenico.

Partecipano Antonio Attisani, Laura Curino, Elio De Capitani, Laura Mariani, Carlo Quartucci, Carla Tatò

10.30-12.30
Movimenti e istituzioni

L’ultimo anno è stato segnato da una particolare vivacità e da importanti iniziative di mobilitazione, che hanno visto il loro punto di massimo impegno e visibilità nel Teatro Valle Occupato (dal 14 giugno 2011 a oggi). L’attività degli occupanti ha sviluppato importanti spunti teorici, come l’accostamento dell’attività culturale (e teatrale) al concetto di bene comune, e cercato di proporre un modello progettuale e gestionale adattabile anche ad altre situazioni.
Con il termine “movimento” vogliamo indicare anche il desiderio di rappresentanza di una vasta area teatrale che non è stata ancora riconosciuta dalle istituzioni, e la necessità di cambiamento di un sistema teatrale sostanzialmente bloccato da un paio di decenni. In questo scenario, va sottolineata la volontà di dialogo (o meglio, la strategia dell’ascolto) di alcune forze politiche e amministrazioni, soprattutto a livello locale, con chi è attivo in campo culturale, anche per definire obiettivi e progetti comuni. Alcuni temi privilegiati di questo terreno d’incontro trovano la loro concretizzazione nelle testimonianze e nelle Buone Pratiche raccolte per questa edizione.

Partecipano Valerio Binasco, Luca Borzani (Presidente Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura), Silvia Bottiroli (Santarcangelo 12 13 14 Festival del Teatro in Piazza), Marco Cacciola, Antonio Calbi, Giulio Cavalli (attore, Consigliere Regione Lombardia), Elena Lamberti (C.Re.S.Co.), Francesco De Biase, on. Emilia De Biasi, Andrea Ranieri (Assessore Cultura Comune di Genova, Responsbile Teatro ANCI), Teatro Valle Occupato

12.30-13.30
Focus Genova e Liguria

Nella dialettica tra movimenti e istituzioni, ci è parso significativo dedicare un approfondimento allo “stato delle cose teatrali” a Genova e in Liguria, anche sulla scia dell’incontro genovese del gennaio 2011 sui “teatri minori”.

Partecipano Angelo Berlangieri (assessore alla cultura, Regione Liguria), Daniela Ardini (Lunaria Teatro), Emanuele Conte (Teatro della Tosse), Daniele D’Agostino (Comune di Genova, Area Sviluppo della Città e Cultura), Pina Rando (Teatro dell’Archivolto), Carlo Repetti (Teatro di Genova), Margherita Rubino (Università di Genova, Consulente Promozione Città di Genova), Anna Russo (TILT), Savina Scerni (Politeama Genovese), Laura Sicignano (Teatro Cargo), Clemente Tafuri e David Beronio (Teatro Akropolis)

PAUSA PRANZO

14.45-15.00
Fabrizio Gifuni  in dialogo con Oliviero Ponte di Pino

15.00-16.00
Passaggio a Sud

I sintomi del confronto tra conservazione (o restaurazione) e rinnovamento sono più acuti al Sud. Dalle vicende dei teatri di Napoli (tracimate sulle cronache nazionali) alle grande vivacità della Puglia, ai segni di rinascita in Calabria, alle diverse situazioni sarda (dove pare aver preso piede la strategia dell’ascolto) e siciliana (dove più radicali sono le iniziative di lotta, quasi un contagio dell’esperienza del Valle.
Velia Papa, Le organizzazione culturali nei paesi della rivoluzione araba

Partecipano Giuliana Ciancio (operatore culturale, Napoli), Angelo Curti (Teatri Uniti, Napoli), Dario De Luca (Scena Verticale, Castrovillari), Carmelo Grassi (Teatro Pubblico Pugliese), Filippa Ilardo e Salvo Gennuso (Latitudini, Sicilia), Paola Masala e Michela Murgia (operatori teatrali, Cagliari), Dora Ricca (Cosenza), Antioco Usala (Cosas-Coordinamento Organismi Spettacolo e Arti Sceniche, Sardegna)

16.00-17.15
Le Buone Pratiche degli spazi, del teatro sociale, della gestione partecipata, delle reti
(a cura di Mimma Gallina e Giulio Stumpo)

Alcune delle modalità e delle aree operative registrate negli scorsi anni hanno visto negli ultimi mesi interessanti sviluppi o messe a punto, e ci sembra di poter rilevare anche quest’anno una sostanziale vitalità progettuale e organizzativa, non esclusi segni di entusiasmo, con qualche speranza in più rispetto al quadro politico (soprattutto in alcune situazioni locali), e nonostante il peggioramento di quello economico, che continua colpire duramente il teatro.
Le buone pratiche osservate hanno contribuito a suggerire il tema della giornata (Movimenti e istituzioni): ci sembra infatti che quello che abbiamo definito “movimento” cerchi forme di dialogo e di organizzare la rappresentanza rispetto ad istituzioni a volte disponili (attive e propositive), a volte sorde. E ci sembra che continuino a farsi sempre più strada visioni indipendenti dell’organizzazione dello spettacolo: nel senso di non dipendenti dalle convenzioni organizzative e di genere del sistema teatrale e da riconoscimenti politico-istituzionali.
Le iniziative che presentiamo sono riconducibili ad alcuni ambiti (che si riscontrano anche nei temi e negli interventi della prima parte della giornata):
– gli spazi e il rapporto con il tessuto metropolitano e del territorio in genere (spazi recuperati, rilanciati, rimeritati, abitati, rigenerati);
– modalità di progettazione e gestione trasversale: che vedono fianco a fianco generazioni e aree diverse;
– il rafforzamento delle forme associative: vedi l’evoluzione e le nuove iniziative di organizzazioni già ospiti delle Buone Pratiche, ma anche aggregazioni recenti. La consapevolezza dell’importanza di lavorare assieme si fa sempre più strada (anche se nei fatti la tendenza a isolarsi di gruppi e teatri è sempre forte), e si manifesta tanto a livello progettuale-operativo che su un terreno politico, anche nella costruzione di nuove forme di rappresentanza;
– infine segnaliamo anche quest’anno la grande vitalità del teatro sociale, uno dei fenomeni più dinamici del teatro italiano, nelle sue diverse articolazioni e anche in proiezione internazionale.

GLI SPAZI
Nicola Ciancio e Giovanna Crisafulli (Ex-voto), Non riservato: giocare insieme per reinventare le regole del gioco
Rita Conti (Teatro di Gualtieri), Un bene comune restituito alla città
Luca Gibillini (Consigliere Comunale. Comune di Milano), Regolamento sulle arti di strada, Comune di Milano
Serena Sinigaglia (Atir), Gestire un teatro in periferia

FARE RETE
Raimondo Arcolai (presidente Adep) e Gemma di Tullio, La nuva piattaforma della danza italiana
Roberto Nisi (Piattaforma 3.0, Ancona), Un coordinamento delle organizzazioni teatrali marchigiane
Michele Losi (Etre), Di come il network sia più della somma delle compagnie che lo compongono.

TEATRO SOCIALE
Alessandro Garzella, Per un teatro delle differenze
Vito Minoia, primo festival/rassegna nazionale di teatro in carcere
Elena De Pascale, Progetto Caravan

17.15-18.15
Le Buone Pratiche della scrittura: drammaturgia e critica
(a cura di Oliviero Ponte di Pino)

Anche sul versante della scrittura, emerge la capacità e necessità di fare rete. Sul piano della critica, vanno segnalate la nascita del Premio Rete Critica, la rassegna stampa del Tamburo di Kattrin e altre iniziative che cercano di dare visibilità e forza alla ricchezza delle decine di siti e blog e archivi di teatro. Anche sul fronte della drammaturgia italiana, il Teatro Valle Occupato ha contribuito a sottolineare la necessità di un diversa progettualità, che sta trovando risposta in diverse realtà.

Partecipano Claudio Facchinelli, Patrizia Monaco, Simone Pacini, Maria Dolores Pesce, Roberto Rinaldi, Camilla Toso, Roberto Traverso.

Per dibattito, approfondimenti, calciomercato, nella mattina di domenica 26 febbraio, dalle 9.30 alle 13.00 circa, sarà a disposizione lo Spazio Mentelocale (sempre all’interno di Palazzo Ducale).

anteprima bp
Presentazione del volume Nuovi media, nuovo teatro di Anna Maria Monteverdi, Franco Angeli, Milano, 2011.
24 febbraio, ore 17.00, al Museo Biblioteca dell’Attore, Villetta Serra, Viale IV Novembre 13.
Introducono Eugenio Buonaccorsi e Oliviero Ponte di Pino.
Sarà presente l’autrice.

Ulteriori presenze e un più dettagliato programma delle giornata sono in corso di definizione.

Su ateatro la locandina degli spettacoli in programmazione a Genova tra il 24 e il 26 febbraio, con condizioni speciali per chi viene alle Buone Pratiche.

Redazione_ateatro

2012-05-02T00:00:00




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