#BP2013 @ValoreCultura Un patto tra generazioni di professionisti dello spettacolo

I giovani, i progetti e la loro valutazione, la prospettiva internazionale

Pubblicato il 30/10/2013 / di / ateatro n. #BP2006 , #BP2013_ValoreCultura , 145

Gentile Ministro,
CReSCo è il Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea, nato nel 2010 e che oggi rappresenta 130 strutture attive in 18 regioni, tra le più vivaci del panorama nazionale di chi fa innovazione e ricerca nel teatro e nella danza. Sono strutture molto diverse, la maggior parte sono realtà giovani ma all’interno del nostro coordinamento ci sono anche storiche compagnie della “ricerca”, come il Teatro Valdoca, ci sono nuovi circuiti e aggregazioni regionali, come la rete Tilt in Liguria, la rete Latitudini in Sicilia, la rete C-Dap in Lombardia, e poi ci sono rappresentanti di grosse strutture come RomaEuropa Festival e il Teatro Metastasio di Prato, nella parte che attiene alla programmazione del contemporaneo, oppure realtà che si occupano di monitorare e studiare il sistema, come Fondazione Fitzcarraldo di Torino. Una realtà composita unita dalla comune volontà di indagare i linguaggi del contemporaneo, sulla scena.
Non siamo dunque soltanto un coordinamento di giovani realtà, ma siamo piuttosto un luogo dove si compie un vero patto tra generazioni di professionisti dello spettacolo e dove prima si studiano i contesti, poi si elaborano idee e proposte concrete per il rinnovamento del sistema dello spettacolo dal vivo, con particolare riferimento ai linguaggi del contemporaneo e dell’innovazione.
Siamo stati interlocutori dei suoi funzionari ministeriali e di molte regioni italiani nei più innovativi progetti di rinnovamento regionali e nazionali.
Impossibile sintetizzare l’insieme delle nostre proposte in 5 minuti. Le diciamo semplicemente di procedere sulla via del rinnovamento, perché è urgente una ridefinizione del ruolo di tutti i soggetti implicati nel comparto dello spettacolo dal vivo, con azione di riordino degli obiettivi e delle risorse dell’esistente: Teatri Stabili ad Iniziativa Pubblica, Teatri di Tradizione, Teatri Stabili a Iniziativa Privata, Teatri Stabili d’Innovazione, Gestori di sale, Circuiti, Organismi di promozione e formazione del pubblico. A che serve tutta questa pletora di nomi? È prioritario individuare modalità di finanziamento dinamiche che possano far emergere i propulsori culturali attualmente più attivi, come i Festival e le Residenze, ma senza per questo creare nuove rendite di posizione e ulteriori “ingessamenti” del sistema. Su questo abbiamo specifiche proposte che saremmo felici di approfondire con lei. Nello specifico, sulle Residenze, CReSCo ritiene che i nuovi Decreti Ministeriali debbano riconoscerne l’esistenza, ma il loro finanziamento debba collocarsi in un accordo tra Stato e Regioni. Le Residenze partono da specificità locali e devono essere finanziati dalla Regioni – magari con soldi trasferiti dallo Stato – ma, secondo noi, non devono essere finanziate direttamente dallo Stato.
Altre questioni:
– è urgente una legge che definisca imprese culturali tutte le realtà che operano nel settore, non solo le grosse strutture, come fece il Decreto Sviluppo dell’agosto 2012. Questo permetterebbe a tutti di accedere ai benefici di legge destinati a Piccole e Medie Imprese, ma anche di trovare modelli di gestione del personale specifici per le nostre esigenze. Noi siamo imprese strutturalmente intermittenti: la riforma Fornero, col suo condivisibile obiettivo di limitare il lavoro saltuario, ci ha però complicato la vita, invece di semplificarcela.
Nei decreti per l’assegnazione del FUS, Ministro, privilegi tutti i processi che garantiscono trasparenza nelle assegnazioni, che permettano il reclutamento dei commissari attraverso procedura di pubblica evidenza, che addirittura – è un sogno? – tendano alle sedute pubbliche di valutazione.
Ma più di tutto, Ministro, eviti nuovi ingessamenti del sistema, trovi formule che garantiscano la storicità del contributo perché capiamo bene che garantire la continuità del lavoro – soprattutto amministrativo – è un valore, però non è possibile che la progettualità non conti niente: scorpori ogni volta il finanziamento in due parti, lo “storico” legato a criteri quantitativi, e la parte progettuale, sempre variabile, legata ai contenuti che si sviluppano, non alle rendite di posizione. Preveda Ministro una forma triennale di finanziamento, per garantire una certezza nella progettualità.
Inserisca nel FUS un capitolo di spesa per le compagnie under 35: anche piccole quote, che però divengano per i gruppi stessi una modalità di regolarizzazione del lavoro e di graduale accesso al FUS. In alcune regioni, come la Toscana, lo si fa, ed è un meccanismo che funziona e garantisce un fluido ricambio generazionale.
E poi Ministro inserisca nei Decreti Ministeriali un vero meccanismo di monitoraggio, con osservatori tecnici indipendenti che abbiano funzioni concrete nel valutare la riuscita dei progetti e condizionino realmente il rinnovo del contributo nel triennio seguente.
Infine, lanci un vero progetto di promozione del teatro italiano all’estero. Ci metta dei soldi, però. Con la chiusura dell’ETI si è bloccato tutto…
In generale, dunque, è positiva la nostra impressione sul Decreto Valore Cultura numero 91, poi convertito in legge 112. Qualche piccolo appunto si potrebbe fare: perché il tax shelter solo per cinema e musica e non per lo spettacolo dal vivo?
E poi una domanda: ma la semplificazione nella richiesta di agibilità prevista all’articolo 7, comma 8, per eventi fino a 200 partecipanti, è solo per i concerti musicali, o anche per gli spettacoli di danza e teatro?
Ma comunque, su questo, siamo certi che troverà occasioni per estendere le facilitazioni che ha previsto per altri settori, e cioè anche per lo spettacolo dal vivo. Vada avanti, dunque, e usi i nuovi Decreti come ulteriore grimaldello per il rinnovamento del sistema. Chiudiamo con un invito, Ministro, che le abbiamo già formalizzato per scritto: il pomeriggio del 21 novembre a Scandicci, alle porte di Firenze, in occasione dello Zoom Festival, vorremmo che lei venisse da noi ad aggiornarci su quello che sta accadendo rispetto ai Decreti. Una specie di seconda tappa, un aggiornamento rispetto a quello che ci diciamo oggi. Può farlo?
Noi di CReSCo, e tutti i nostri colleghi che sperano in noi e in lei come fautori del rinnovamento, le saremmo molto grati se volesse concederci questa seconda occasione di confronto, a metà del percorso.
Grazie ancora di quello che sta facendo e della sua disponibilità di oggi e (speriamo) di quella per il 21 (o il 22) novembre.

Cresco

2013-10-22T00:00:00




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