Speciale archivi. Giuliano Scabia in 150 faldoni
Oltre cinquant'anni di "teatromondo"
Giuliano Scabia ha attraversato e animato il teatro italiano degli ultimi decenni, e non solo. Di più: da decenni è egli stesso teatro, un “teatromondo”, è quel Teatro Vagante di cui è poeta, Dramaturg, regista, attore, maschera, coro, nella gran scena del mondo. Ha uno studio in una casa antica, in una strada silenziosa.
Dove conservi il tuo archivio (i tuoi archivi)? E come si è sedimentato?
A Firenze, nel mio studio:
conservo anche materiali dei giochi da bimbo;
è parte della mia memoria, va dal 1947/48 a oggi;
è anche archivio dei miei antenati.
Che tipo di materiali contiene?
Tutti i miei testi con le numerose varianti, i materiali relativi al mio lavoro (giornali, manifesti, rassegne stampa, edizioni in copie numerate di libri miei fatti a mano, registrazioni rai e tv, documenti filmati e videati del mio lavoro, fotografie eccetera…).
Lo hai ordinato? E come?
E’ tutto ordinato in più di 150 faldoni, in ordine temporale.
E nel teatrino magico che c’è lì di fronte?
Ci sono anche cavallo oche cantastorie (15, fra cui quello di marco cavallo) albero dei poeti sole stella degli angeli con cavallo azzurro rosina e gorilla e i quaderni di drammaturgia eccetera (15, fra cui quello di Marco Cavallo) e l’intera mostra fatta al Castello Malaspina nel 2005 curata da Marchiori e Conca, e il Teatro Vagante i personaggi sonori della Commedia Armoniosa e altro e altro, tutto fa parte dell’archivio.
Che rapporto c’è tra le tua attività (teatrali e non) e l’archivio?
L’archivio è il pozzo di acqua vivo di tutto il mio lavoro.
Quale dovrebbe essere l’uso-sviluppo dell’archivio?
Una parte è a disposizione di chi lo vuole studiare (ogni anno viene qualcuno, anche da molto lontano); per il resto è in atto, nel presente: nel futuro non so.
Tag: archivi teatrali (60), Giuliano Scabia (13)
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