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Portare la musica (a comnciare da quella classica) dove non c'è
Thè e biscotti in mezzo a fiori e piante: caratteristico locale milanese dietro a Corso Buenos Aires per una piacevole chiacchiera con Lorenzo Carni di Ponderosa Music & Art e Manuela Rosignoli di H+ a tema: PIANO CITY MILANO!
Qual è il tema di interesse prevalente? E la mission?
Portare il pianoforte e la sua musica laddove normalmente non c’è e incontrare nuovi pubblici, e scoprire la città con una diversa percezione. I concerti di Piano City Milano si svolgono in luoghi in cui normalmente non c’è attività musicale: parchi, piazze, cascine, cortili, tram, barche, anche sulle biciclette! Si porta la musica in un contesto urbano diverso e questo per incontrare un pubblico altro.
L’obiettivo è sfatare il mito che il pianoforte e la musica non siano per tutti e raccontare una città diversa. Quindi diremmo: musica / il pianoforte e la città.
Il concept è molto preciso e puntuale. Per città si intende il tessuto urbano in trasformazione, dal centro alle periferie. La prossima edizione racconterà i cinque anni di Piano City Milano e i cambiamenti di Milano.
Altra mission è far percepire il pianoforte, ed un certo tipo di musica, come qualcosa di popolare e non fruibile solo da una élite. Il pubblico e il pianista sono allo stesso livello e partecipano alla stessa esperienza nello stesso momento, il tipo di fruizione è proprio lo strumento. Piano City Milano ha cambiato non solo la percezione della musica, ma di tutto il mondo del pianoforte, negli anni abbiamo provato a raccontare, ad esempio, che avere un pianoforte in casa non è così costoso!
Inoltre, una delle forze di Piano City Milano è aver fatto rete con il Comune di Milano, i nostri sponsor, aziende private, pianisti, accordatori, gli operatori culturali, scuole e i produttori (aziende che sono normalmente sono competitor per Piano City Milano lavorano insieme e cercano di sostenere, parimenti alla propria grandezza, una manifestazione a cui tengono).
Modello di sostenibilità
Ponderosa e H+ sono le due società che hanno creato il progetto e che producono Piano City Milano, mettono a disposizione tutto il loro organico e la loro struttura per realizzare il festival. La sostenibilità economica del festival è garantita in gran parte partner privati, in particolare ai nostri sponsor (Edison e Banca Intesa – sostengono il festival dal suo preludio nel 2011 – Vodafone, Corriere della Sera e molti altri). Rispetto all’amministrazione pubblica, Piano City Milano non gode di contributo fisso ma l’amministrazione partecipa attivamente alla costruzione del festival con un’intensa collaborazione e mettendo a disposizione location e servizi. Da quest’anno inoltre tutti coloro che hanno conosciuto e amato Piano City Milano possono partecipare a sostenere il progetto con una libera donazione su Musicraiser.com (da 10 euro in su!).
Quanto conta per voi essere a Milano e non altrove? Credete che il pubblico milanese possa permettervi di “osare” di più in termini di proposta artistica?
Piano City Milano nasce per la città di Milano, potrebbe essere esportato in altre città, ma dovrebbe essere cucito su quelle città perché si tratta di un progetto fortemente legato al territorio.
Il pubblico milanese è certamente un pubblico che risponde, il pubblico di Piano City Milano è giovane e composto da persone che si stanno avvicinando nel tempo a questa musica.
Il fatto di trasformare uno strumento che nell’immaginario comune è “polveroso” in uno strumento che possa avvicinare il pubblico e che possa essere “leggero” è il principale attrattore per il pubblico. Il contenuto non è semplice, la proposta è variegata, ma gli spettatori di Piano City Milano sono sempre tantissimi!
Sempre rispetto alla città, possiamo anticipare che per la prossima edizione (presentazione ufficiale il prossimo 20 aprile!) stiamo programmando percorsi tematici per guidare lo spettatore nella scelta, ad esempio percorsi legati alle periferie, ai nuovi poli culturali della città, agli spazi “rigenerati”.
Oggi Milano la si può raccontare: è una città molto aperta e che si vuole aprire sempre più. Ad esempio, quando 5 anni fa abbiamo chiesto alle persone di aprire le proprie case per ospitare concerti di Piano City Milano si faceva fatica, oggi abbiamo gruppi di cittadini che programmano il festival con noi, aprono le loro case, i cortili, i terrazzi e gli spazi comuni.
Bisogna poi sfatare il mito che Milano non sia una “città da festival” perché non è un borgo medievale, non ha un centro storico piccolo, … negli ultimi anni si è assolutamente dimostrato che Milano può ospitare festival e lo si vede dal successo di altre iniziative che in questa città hanno successo da sempre.
Definisci il contemporaneo
Il contemporaneo deve essere vivo e costruito dalle persone per le persone e racconta la storia attuale, ciò che accade tra lo spettatore e il fruitore nella vicinanza della performance. Qualsiasi arte che voglia cogliere l’urgenza deve creare vicinanza con le persone.
Grazie a Lorenzo Carni e Manuela Rosignoli.
Intervista a cura di Silvia Bovio
#MilanoCORTEmporanea
STAY TUNED!
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