Intercultura teatrale: alcune recenti esperienze italiane
Ovvero perché il teatro non è più solo bianco
“Il teatro è una invenzione dei bianchi, degli europei”: è questa la sbalorditiva e scioccante affermazione dell’attrice e regista sudafricana Janet Suzman, che sostiene convinta che questa tradizione, cominciata con la tragedia greca e continuata con Shakespeare, non abiti “il Dna di neri ed asiatici”. La tesi di un teatro nato bianco è facilmente smontabile. Il teatro non ha colore. Lo spettacolo teatrale, la rappresentazione, muoversi in una scena immaginaria di fronte a un pubblico, non è appannaggio di una cultura, ma (ed è davvero banale sottolinearlo) dell’intera umanità. Si può dire che ogni cultura abbia creato il suo modo di fare teatro.
(Igiaba Sciego, Il teatro è solo bianco? Oltre gli stereotipi, l’Altro, www.ateatro.it)
La sensazione di sicurezza da entrambi i lati della barricata è una condizione essenziale per il dialogo tra le culture. Senza di essa le possibilità che le comunità si aprano l’una verso l’altra ed inizino un interscambio che le arricchisca e rafforzi la dimensione umana dei loro legami sono, a dir poco, tenui. Con essa, viceversa, le prospettive per l’umanità sono rosee.
(Zygmunt Bauman, Per tutti i gusti. La cultura nell’età dei consumi, Laterza, Roma-Bari, 2016, p. 79)
Il dialogo tra culture e la pratica interculturale sono oggi al centro della riflessione di chi si interroga sul senso e sulla necessità del teatro. In società complesse come le nostre, segnate da fenomeni migratori di inedite proporzioni, il lavoro teatrale acquisisce nuove potenzialità (o forse ne recupera di antiche…). Si sono dunque moltiplicate le esperienze che cercano di portare questa riflessione e questa necessità nella pratica teatrale: con spettacoli, con laboratori, con sperimentazioni multimediali…
Ecco una prima selezione di esperienze italiane sulle quali vale la pena di riflettere e discutere. La lista è aperta a nuove suggestioni.
SUQ
Il festival a Genova: il sito.
Le produzioni di Suq: Madri clandestine e Oliver Twist.
La Fabbrica del Dialogo Suq delle culture (Milano).
Albe-Ravenna Teatro e Takku Ligei
Il teatro interetnico delle Albe-Ravenna Teatro su ateatro.it.
Mandiaye N’Diaye un atleta cross-culturale del cuore.
Altri Percorsi 2006-2009 a Bergamo: Città luogo d’incontro
La scheda di Maria Grazia Panigada per le Buone Pratiche del Teatro (2010).
Maschere Nere
Il sito dell’Associazione Maschere Nere.
Mascherenere nasce nel 1990 dall’incontro di alcuni artisti africani ed italiani, con lo scopo principale di diffondere le culture dell’Africa Nera in Italia tramite un’operazione di sintesi/ricerca tra i paesi portatori di culture “altre” ed il patrimonio artistico del paese ospitante. Nei primi anni ’90, Mascherenere si fa portatrice di quello che chiamiamo “italofonia”: panorama artistico in cui scrittori, poeti, attori, drammaturghi extraeuropei si esprimono attraverso la lingua italiana. Lo spunto teatrale di Mascherenere parte così da alcune ricerche condotte nei paesi dell’Africa Centrale e dell’Africa occidentale sulle forme di rappresentatività primordiali delle società precoloniali africane. Al contatto con i linguaggi teatrali occidentali si è prodotta una “contaminazione” di modelli espressivi il cui risultato è stato un arricchimento reciproco. Il senso forte di appartenenza ad una terra e insieme l’accettazione di un perpetuo migrare portando con sé l’essenza del luogo che si abbandona, rivelano sacche nascoste di umanità. L’affiancare i linguaggi culturali e teatrali di diverse etnie, africane ed occidentali, messe sullo stesso piano, produce la contaminazione necessaria ad un teatro in continua mutazione. Mascherenere gestisce anche la prima (e finora unica) scuola di teatro transculturale in Italia. Per giovani e meno giovani, per bambini e ragazzi. Anche questo è migrare; all’interno del proprio paese, tra una cultura e l’altra. I progetti e le attività di Mascherenere nell’ambito culturale ed interculturale e si rivolgono al pubblico di tutte le età, con un occhio di riguardo ai piccoli, adolescenti e giovani.
AMREF
I progetti di AMREF su ateatro.it.
Il Pinocchio nero di Marco Baliani.
Project Caravan
Il sito (in inglese).
Caravan. Artists on the Road (www.projectcaravan.eu) è un progetto europeo di Teatro Sociale e di Comunità, vincitore del progetto culturale europeo di EACEA – Education Audiovisual and Culture Executive Agency nel 2011. Nel corso di 42 mesi ha creato interventi artistici e teatrali innovativi sul tema: rinascere dalla crisi. Grazie ad un teatro viaggiante – il CARAVAN – il progetto ha realizzato più di 40 eventi in Europa, riunendo arte, teatro e comunità; ha attraversato 15 nazioni, in cooperazione con 11 partner internazionali. Caravan ha incontrato più di 60.000 spettatori, 8.000 partecipanti attivi; ha funzionato come luogo di cooperazione per quasi 200 artisti e professionisti del teatro; ha creato reti locali sviluppando contatti fra associazioni, gruppi spontanei, reti di volontari, istituzioni, professionisti e cittadini. – See more at: http://www.socialcommunitytheatre.com/it/progetti/caravan-artists-on-the-road/#sthash.MN2UV9DW.dpuf
Cantieri Teatrali Koreja
Kater i Rades: la scheda dello spettacolo.
Kater i Rades non vuole essere semplicemente un’opera della memoria. È piuttosto il tentativo, attraverso la musica, di liberare l’universo umano di chi è andato incontro a una delle tante tragedie del Mediterraneo: quella di una piccola motovedetta albanese, stracarica di uomini, donne e bambini, affondata nel marzo del 1997 davanti alle coste italiane. Nell’atto unico si affollano i sommersi e i salvati, chi è sopravvissuto e chi è scomparso, le loro voci, i loro pensieri, e soprattutto il loro viaggio verso il buio, pieno di grandi ansie e piccoli desideri, sogni e paure, digressioni, apparizioni, improvvise rammemorazioni.
(Alessandro Leogrande)
Il progetto NoMade di Pandemonium Teatro
La scheda preparata per Le Buone Pratiche del Teatro Ragazzi (Mantova, 1° novembre 2013).
Muta Imago e la blogger egiziana
Gihan I. è una giovane blogger egiziana. Due anni fa, come centinaia di migliaia di suoi concittadini ha vissuto una rivoluzione. A partire dalla prima immagine dell’11 febbraio 2011 in cui Gihan viene intervistata a Piazza Tahrir, fino ad arrivare ai tweet attraverso i quali oggi racconta della sua vita al Cairo sotto il regime militare, cerchiamo, attraverso il suo sguardo, di tracciare una storia personale e collettiva, che accade lontano da noi ma allo stesso tempo sentiamo così vicina alle nostre vite. Chiedendoci perchè, e in quali modi, questa storia arrivi a parlare anche a noi. (Roma, 20 dicembre 2013)
Project Human
Human e NOIS (il tg dei migranti) del Teatro di Sardegna.
Meeting the Odyssey
Odisseo nei campi profughi di Leros e Lesbo, Ikaria e Skyros, Eleusi e Lavrio di Scarlattine Teatro (in arrivo).
Officinae Efesti
Officinae Efesti: il progetto di teatro interculturale di ATT.
Selfie con artista
Site-Specific a cura di Riccardo Vannuccini, realizzato con i rifugiati provenienti dall’Africa del C.A.R.A. Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto e con Eva Gieco e Rosaria D’Antonio
(Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea sabato 21 maggio 2016)
In occasione della Notte dei Musei, ArteStudio con il Mibact, nell’ambito del bando MIGRARTI, presenta in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la performance Selfie avec l’artiste.
La performance vede in scena otto richiedenti asilo ospiti del C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto che visiteranno per la prima volta le sale del Museo accompagnati dalla danzatrice Eva Grieco sulle note della fisarmonicista Rosaria D’Antonio. I giovani africani scopriranno grazie alla guida della danzatrice alcuni dei capolavori dell’arte moderna e contemporanea, davanti ai quali si faranno dei selfie con i loro telefonini. Da Van Gogh a Twombly, da Schifano a Fontana le opere disegneranno un nuovo immaginario per chi è fuggito dal proprio Paese a causa della guerra o della fame. In questo viaggio scenico le immagini tragiche di paura e disperazione sono sostituite dalle opere d’arte dei più grandi artisti contemporanei, volendo intendere la Galleria come luogo e azione di gesti artistici attuali di comprensione del nostro tempo.
La regia di Selfie avec l’artiste è firmata da Riccardo Vannuccini e dura ogni volta circa 20’. La performance fa parte del progetto TEATRO IN FUGA, dedicato da ARTESTUDIO alla questione delle migrazioni forzate che si svolge fra Roma e Beirut e coinvolge il Mibact, il Teatro Argentina, Auxilium, la Fondazione di Liegro, il Centro Astalli, Programma Integra, Armadilla Ong, Makhzoumi Foundation.
Il progetto interculturale di Teatro Periferico
Limes, storie che disegnano una identità
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