#duettocritico | Alcune cose che ci portiamo nel 2017 dal 2016

Appunti sugli spettacoli dell'anno

Pubblicato il 11/01/2017 / di and / ateatro n. 159 , Duetto Critico

Prima di cominciare il viaggio nell’anno appena iniziato, ecco alcuni spettacoli ed eventi che hanno, a loro modo, segnato il 2016.

Pippo Delbono, Vangelo

Vangelo di Pippo Delbono (visto a Modena il 6 febbraio)
Vangelo di Pippo Delbono ha squarciato l’anno portando in scena una personale, ipnotica e dissacrante rivisitazione del Nuovo Testamento: il punto di partenza è il rapporto con la madre, per cercare un dialogo con un nuovo Dio, forse presente nel contemporaneo. Sullo schermo, le immagini dei rifugiati, gli stessi protagonisti dell’omonimo film, il “prossimo” che è interprete di un credo laico. Sul palco gli attori storici di Pippo diventano specchio del freak in ognuno di noi e insieme alle musiche estreme e trascinanti, portano all’apice il pathos di una rappresentazione emotivamente penetrante.

Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello, regia di Federico Tiezzi

Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello, regia di Federico Tiezzi

Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello, regia di Federico Tiezzi (visto a Milano il 21 febbraio)
Il Pirandello portato in scena da Federico Tiezzi con Questa sera si recita a soggetto è una rappresentazione essenziale che segue le linee parallele della drammaturgia pirandelliana, con la sua riflessione sul rapporto tra finzione e realtà, e la filosofia analitica di Wittgenstein, che si illuminano a vicenda.
Uno spettacolo ritmicamente calibrato, grazie anche alla misurata performance di Luigi Lo Cascio, e scenicamente efficace: Marco Rossi ha saputo rendere il dualismo Pirandello-Wittgenstein con concettuale precisione, non a caso riprendendo gli artisti Kosuth e Flavin.

<strong>Orgia</strong> di Pier Paolo Pasolini - Fibre Parallele

Orgia di Pier Paolo Pasolini – Fibre Parallele

Orgia di Pier Paolo Pasolini – Fibre Parallele (visto a Torino il 7 giugno)
Licia Lanera, regista e soprattutto interprete, si confronta con un maestro come Pier Paolo Pasolini.
L’attrice si cuce addosso Orgia, calandosi nei panni del protagonista, un Uomo di mezza età della buona borghesia urbana.
Questo imprevedibile corpo a corpo diventa un’occasione di rinascita, di riscatto e di rilancio del percorso di Fibre Parallele. Un’occasione per ritrovare la verità all’interno di una esasperata finzione.

<strong>Socrate. Il sopravvissuto, come le foglie</strong> - Anagoor

Socrate. Il sopravvissuto, come le foglie – Anagoor

Socrate. Il sopravvissuto, come le foglie – Anagoor (visto a Moncalieri il 20 giugno)
Il percorso degli Anagoor è ormai fitto di tappe e al tempo stesso coerente nelle premesse e nel metodo: un’analisi del linguaggio e dei suoi meccanismi di potere all’interno della società contemporanea, attraverso il dialogo con il passato. Socrate. Il sopravvissuto, come le foglie è un punto di arrivo di questo percorso.
La situazione è quella del romanzo di Antonio Scurati Il sopravvissuto (Bompiani, 2005), che racconta di uno studente che nel corso dell’esame di maturità stermina a colpi di pistola la commissione, risparmiando il professore di filosofia.
Quale rapporto tra docente e allievo? Le domande eterne della filosofia, a cominciare da quelle che si poneva Socrate, il “non sopravvissuto”, si trovano a interrogare il presente e le sue atrocità. Una stilizzata formalizzazione geometrizza la tragedia, fino a giungere al parossismo e portare alla commozione.

Notte di attesa – Teatro Povero di Monticchiello (visto il 30 luglio)
Era in 1967 quando a Monticchiello nella Val d’Orcia viene rappresentato il primo spettacolo del Teatro Popolare, creato e allestito dagli abitanti del borgo toscano. L’esigenza condivisa è quella di riflettere sulla propria identità, di fronte all’esodo verso la città. Giorgio Strehler aveva parlato di “autodramma”.
Notte di attesa ha avuto l’onore di celebrare il cinquantesimo anniversario di questo progetto, esempio di teatro di aggregazione e di comunità. Al centro del testo di Andrea Cresti, il dilemma tra identità e apertura, tra la tentazione di richiudersi all’interno di un muro o di confrontarsi con ciò che ci circonda.

Ethica. Natura e origine della mente di Romeo Castellucci (visto a Venezia il 3 agosto)
Romeo Castellucci e la Societas, dopo tre anni di studi, portano in Biennale un lavoro insieme semplice e complesso, aggiungendo – a partire da Spinoza – un terzo elemento alla relazione Mente-Corpo: la Tecnologia.
Come può l’uomo reagire all’invasione del proprio spazio da parte di questa terza entità? Il Mondo Reale sembra sempre più mera rappresentazione e proiezione, mediata dal dispositivo.
La conoscenza, bisogno primario dell’uomo si adegua, con il rischio di accondiscendere al ritorno dentro la Caverna.

Raffiche – Motus (visto a Bologna il 21 ottobre)
Per i loro 25 anni di attività i Motus, all’interno del progetto “Hello Stranger”, hanno occupato una suite dell’Hotel Carlton di Bologna e messo in scena Raffiche, riscrittura al femminile del testo di Genet Splendid’s.
Con apparente leggerezza, tanto da avvicinarsi a tratti al musical, lo spettacolo mostra l’autodistruzione di un movimento ribelle. In una società troppo ancorata a canoni autoritari e gerarchici, i Motus ci mostrano la velleità di ogni riscatto etico e sociale, la necessità e l’impossibilità della rivolta.

<strong>Dialoghi degli Dei</strong> - Sacchi di Sabbia

Dialoghi degli Dei – Sacchi di Sabbia

Dialoghi degli Dei – Sacchi di Sabbia (visto a Milano il 21 novembre)
La colta e garbata ironia di Giovanni Guerrieri e del suo gruppo alle prese con la mitologia greca, in una anti-lezione che smaschera la classicità e insieme i tradizionali metodi didattici.
Il filo conduttore sono le infaticabili avventure erotiche di Zeus, usate come grimaldello per sabotare saperi e poteri: quello delle divinità e quello dei professori, ma anche una cultura imbalsamata, che castra il desiderio.

Collaborators di John Hodge (visto a Milano il 4 dicembre 2016)
Al Teatro Filodrammatici, Bruno Fornasari (traduttore e regista) e Tommaso Amodio (protagonista) proseguono la loro esplorazione della drammaturgia contemporanea, soprattutto britannica.
Collaborators torna su uno degli episodi chiave nel rapporto tra arte e potere nel XX secolo: il confronto tra Stalin e Bulgakov, tra il feroce dittatore sovietico e il grande artista, che è bersaglio delle sue censure ma anche affascinato dai meccanismi del potere. Si innesca un gioco di sguardi reciproci: allucinato e tragico, in un balletto grottesco che a tratti ricorda le satire di Majakovskij.

Ma non solo spettacoli: altri avvenimenti hanno segnato l’anno, tra questi l’installazione The Floating Piers e l’apertura della Bottega dello Sguardo.

Christo <em>The Floating Piers</em>

Christo The Floating Piers

Lo strabiliante successo dell’installazione di Christo The Floating Pierssul Lago d’Iseo obbliga a una riflessione. Un’opera d’arte – o meglio ancora, un gesto artistico – è riuscita a coinvolgere più di un milione di persone, in buona parte refrattarie ai consumi culturali, senza puntare su facili scandalismi ma sul senso della sfida, sulla complessità progettuale e realizzativa e sulla semplicità del messaggio e l’immediatezza della fruizione. Il colpo d’occhio era impressionante, in un dialogo con la natura e il toccante paesaggio del Sebino che può essere letto come una intuizione poetica o come un atto violento, come un omaggio dell’uomo alla bellezza della natura o come uno spreco gigantesco e inquinante di cemento e plastica. Così come era folgorante l’impatto simbolico, con la promessa di una miracolosa camminata sulle acque. I visitatori entravano anche a far parte dell’opera, la visita assumeva il ritmo di un rituale, con le folle e la lunga attesa prima di incamminarsi sulla tela arancione, ma anche quello di una sagra paesana, con le famiglie con il passeggino al seguito. The Floating Piers può essere letto come un’astuta operazione di marketing dell’artista e del comprensorio turistico o come un sublime gesto zen. Una cosa è certa: oggi per fare arte e cultura, per decidere a chi rivolgersi e come, è necessario misurarsi con questa invenzione.

La Bottega dello Sguardo

Nel cuore della Romagna, a Bagnacavallo, Renata Molinari ha aperto l’11 giugno scorso La Bottega dello Sguardo, uno spazio di raccolta e studio di materiali teatrali, collezionati in una intera vita e frutto di donazioni di privati, che alimentano costantemente la biblioteca. Un progetto da un lato testimonia delle trasformazioni del teatro e della cultura teatrale ma dall’altro spinta al dialogo tra un territorio fortemente ricco di storia e il mondo. La popolazione risponde attivamente alle numerose attività che animo la Bottega, a riprova di come ci sia bisogno di tutto questo.




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