Il valore storico e artistico della recensione

L'intervista di Emanuela Ferrauto per Dioniso e la nuvola

Pubblicato il 21/06/2017 / di / ateatro n. 162

Questa intervista è parte integrante del progetto Dioniso e la nuvola. L’informazione e la critica teatrale in rete: nuovi sguardi, nuove forme, nuovi pubblici. Alla base del volume edito da FrancoAngeli c’è una serie di interviste a giovani critici teatrali, realizzate da Giulia Alonzo, disponibili su ateatro.it alla pagina https://www.ateatro.it/webzine/dioniso-e-la-nuvola/.

Emanuela Ferrauto nel 2008 si laurea in Lettere Moderne, presso l’Università degli Studi di Catania. Dal 2008 pubblica sulla rivista on line www.dramma.it. Nel 2010 consegue il master di II livello in letteratura, scrittura e critica teatrale presso l’Università “Federico II” di Napoli. Dal 2014 è cultore della materia presso le cattedre di letteratura italiana e letteratura teatrale italiana dell’Università degli Studi di Salerno. Nel 2015 consegue il titolo di Dottore di ricerca in Italianistica presso l’Università degli Studi di Salerno. Dal 2014 al 2016 lavora al Fondo Aggeo Savioli, conservato presso il Centro Studi Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo di Napoli. Dal 2015 è socia dell’ANCT. Dal 2016 è tutor di lingua italiana del Corso di Laurea in Beni Culturali, presso l’Università degli Studi di Salerno. Attualmente è docente a tempo determinato presso istituzioni scolastiche di secondo grado.

Emanuela Ferrauto

Chi è Emanuela e come arriva al teatro?

Il legame con il teatro nasce durante gli anni trascorsi al liceo e all’università, parallelamente al primo amore, la musica. Prima sul palcoscenico, poi attraverso l’attenzione al mondo della critica teatrale, si sviluppano, così, lo studio e la ricerca rivolti alla Letteratura Teatrale Italiana e al teatro napoletano: la laurea in lettere, conseguita nel 2008, con una tesi sulla drammaturgia di Annibale Ruccello, presso l’Università degli Studi di Catania; il Master in critica teatrale, conseguito nel 2010 presso l’Università “Federico II” di Napoli; il Dottorato in Italianistica, conseguito a novembre 2015, presso l’Università degli Studi di Salerno, e soprattutto la lunga esperienza con la rivista on line www.dramma.it, sin dal 2008, dopo brevi esperienze con le redazioni di teatro.org e klpteatro.it, e due premi, uno alla tesi di laurea, indetto dal SIAD –Società Italiana Autori Drammatici, e “Critico per un giorno”, indetto dal Napoli Teatro Festival Italia nel 2013.

Come la rete cambia l’idea di archivio teatrale, se la cambia?

Il mio punto di vista è soprattutto quello di una studiosa, che si occupa non solo dei testi ma anche della memoria storica teatrale. Ciò che il web dovrebbe comprendere è che la recensione, la digitalizzazione di materiale documentario, gli archivi open acess, sono tutte operazioni che potrebbero contribuire alla diffusione della conoscenza di documenti teatrali, contemporanei e non, a favore di un numero esteso di fruitori. La recensione, soprattutto, ha una valenza documentaria e storico-artistica di enorme importanza; bisognerebbe, dunque, che gli archivi on line delle riviste e dei blog teatrali, attivi sul web, fossero curati con grande attenzione, raccogliendo materiale utile non solo al lettore futuro, ma soprattutto a quello contemporaneo.

Chi è il critico oggi? che ruolo ha?

Il critico teatrale militante non esiste più. Rimangono alcune figure predominanti, soprattutto in alcune città – come per esempio Napoli, dove lavoro – che hanno osservato il teatro degli ultimi quarant’anni e che hanno raccontato attentamente la sua storia, ma che oggi hanno compreso il passaggio violento e necessario verso le metodologie di pubblicazione on line. Il critico, oggi, dovrebbe necessariamente conoscere il linguaggio del web, puntando soprattutto ad una diffusione massiccia e ad una lettura agevole ed immediata dell’articolo o della recensione. Il critico contemporaneo non ha una natura univoca perché la sua formazione è eterogenea, pertanto la sua scrittura e la sua osservazione del teatro contemporaneo risultano complessi e sfaccettati. Il ruolo del critico, oggi, sembra essere, in parte, quello di un attento osservatore, nonostante, a volte, non dimostri delle approfondite competenze o uno specifico spirito critico; in effetti, non è chiaro se si esprima unicamente a favore degli artisti, o anche del pubblico, il cui ruolo di importante fruitore e di giudice dello spettacolo è spesso dimenticato.

Fenomeni wikipedia e tripadvisor. Tutti possono essere critici e scrivere e giudicare sul web. Che autorità ha oggi il critico? Da chi viene letto? E per chi scrive?

Alcuni critici sembrano aver dimenticato il destinatario principale della propria scrittura: lo spettatore o il futuro spettatore. Il critico contemporaneo sembra dimostrare maggiore attenzione ed interesse nei confronti del giudizio che l’artista può esternare nei confronti della stessa recensione, attraverso un assoluto ribaltamento dei ruoli. La vera scrittura critica potrebbe e dovrebbe essere anche negativa e questo elemento imprescindibile sembra essere, oggi, lontanissimo dall’attenta descrizione dello spettacolo. Il mio punto di vista ha come obiettivo non solo la testimonianza storica, ma soprattutto il pubblico, le cui reazioni sono spesso citate all’interno delle mie recensioni, inteso non solo come fruitore di uno spettacolo, ma anche come principale destinatario delle mie parole. Nonostante il lettore delle recensioni pubblicate sul web sia raramente uno spettatore, e sempre più spesso è sostituito dall’artista che vuole avidamente conoscere la qualità e la quantità delle recensioni che descrivono il proprio spettacolo, sembra che una piccola parte di assidui lettori, esperti o appassionati, si cimenti ancora nella lettura delle osservazioni di alcuni critici che operano on line.

Sul web un nome è uguale all’altro o il pubblico riesce a distinguere chi scrive?

A causa del proliferare di critici, pseudo-critici o critici improvvisati sul web, senza tralasciare il “copia e incolla” di comunicati stampa trasformati in cosiddette “recensioni”, è necessario che il critico “on line” presenti uno stile personale ben identificabile, legato non solo alle scelte editoriali della rivista, ma soprattutto ad un linguaggio che conservi una profonda osservazione critica sostenuta da una scrittura accattivante, fluida, diretta, immediata, elegante e non arzigogolata. La lettura sul web è velocissima e la soglia dell’attenzione è estremamente labile: è indispensabile, dunque, cogliere subito l’attenzione soprattutto del lettore-non spettatore, ossia del destinatario più difficile.

Che differenza c’è nella critica tra web e carta stampata?

Nonostante la lettura della recensione on line sia legata all’immediatezza, in realtà chi scrive per il web ha la possibilità di ritardare la pubblicazione della recensione. Il pezzo, infatti, è raramente pubblicato la mattina successiva allo spettacolo, così come, invece, accade – o accadeva – sulla carta stampata. La scelta dei tempi di pubblicazione è variabile e dipende da ogni redazione: di solito si protende per la pubblicazione entro i tre giorni dalla visione dello spettacolo (quando viene richiesta esplicitamente dagli uffici stampa dei teatri), oppure alla fine della settimana o a conclusione delle repliche dello spettacolo stesso. Questo meccanismo modifica profondamente la funzione che la recensione ha sempre avuto sul giornale cartaceo, cioè quella di informare immediatamente il lettore dopo la visione del debutto dello spettacolo. Le recensioni on line sono indispensabili per la creazione della rassegna stampa e, quindi, spesso costituiscono dei mezzi di informazione utili agli spettatori che vedono lo stesso spettacolo in altre città ma che non avrebbero la possibilità di recuperare il giornale cartaceo, e soprattutto il quotidiano, sulle cui pagine è stato recensito il debutto. Inoltre, le riviste on line specificatamente teatrali permettono un maggiore approfondimento su spettacoli ed artisti, ma soprattutto una maggior facilità nel recupero di notizie.

Che rapporto deve avere con i teatranti? 

Il rapporto tra critica e i teatranti è fitto, intricato, complesso. Oggi, forse, sarebbe necessaria una rigida distanza tra gli artisti e la critica teatrale, per permettere una lucida osservazione del prodotto artistico “dall’alto”, senza interferenze. Solo in un secondo momento, si potrebbe approfondire questo rapporto, seguendo il progetto di una compagnia o di un regista, creando degli articoli-dossier, in parte caratterizzati dalla natura critica, in parte dal valore di documento storico-artistico. Dobbiamo lasciare traccia di ciò che sta succedendo sui palcoscenici italiani in questi anni e, per farlo, occorre una profonda onestà intellettuale.

Cosa vuol dire per un critico sporcarsi le mani?

Osservare costantemente. Non solo leggere i libri ed i testi, ma soprattutto osservare attentamente il prodotto sul palcoscenico, partecipare alle prove, comprendere i meccanismi che si articolano dietro le quinte, rispettare sempre il lavoro teatrale.

Che prospettive future ha la critica teatrale?

In questo momento sono pochissime e sconosciute. Si continua per passione, per lasciare una testimonianza, ma anche per mettersi in mostra. La visibilità sembra spesso il motivo principale della scrittura di alcuni critici o di alcuni appassionati di teatro, dimostrando, però, scarse doti critiche o un’eccessiva esuberanza nel tessere stretti rapporti con gli artisti.

Come si finanzia oggi la critica?

La maggior parte dei critici teatrali italiani che, nonostante la giovane età, conta quasi dieci anni di esperienza alle spalle, non è retribuita. Ognuno di loro si dedica ad altri lavori, dal docente all’ingegnere, ottenendo come unica “ricompensa” gli accrediti per assistere agli spettacoli, o il vitto e l’alloggio gratuiti durante i più importanti Festival.

L’associazione nazionale dei critici? che ruolo ha?

L’ANCT è un’associazione che promuove e monitora costantemente l’evoluzione della critica teatrale in Italia. Fondata dai critici militanti, ancora oggi è sostenuta e diretta dai più importanti critici teatrali della carta stampata, sebbene, negli ultimi anni, abbia spalancato le porte ai critici del web, sostenendo l’inevitabile passaggio verso la pubblicazione on line. Il suo ruolo dovrà modificarsi costantemente e adattarsi alle nuove esigenze. In questo momento sembra che stia “accompagnando” i giovani critici, introducendoli in un mondo molto complesso e ricco di contraddizioni, attraverso uno scambio generazionale, proficuo per entrambe le parti.

(ottobre 2015)




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