AwArtMali Ateatro | 1 | Un progetto sulle motivazioni, i rischi, le alternative all’emigrazione

Un viaggio teatrale in Mali e Burkina Faso con il progetto AwArtMali (Awarness Raising and info through Art on Irregular Migration Risks in Mali)

Pubblicato il 04/01/2020 / di / ateatro n. 170

Mimma Gallina è in partenza per il Mali e il Burkina Faso, al seguito del progetto AwArtMali (acronimo di Awarness Raising and info through Art on Irregular Migration Risks in Mali). Il progetto prevede la realizzazione di uno spettacolo e una tournée in Mali. Ateatro seguirà il suo percorso pubblicando il suo “diario di bordo”. E per cominciare, buon viaggio!

Il mio ruolo è logistical organizer”: un lavoro che mi piace molto! Cercherò nella misura possibile di raccontare l’esperienza, lo spettacolo e la sua tournée su ateatro.it.
Il progetto AwArtMali ha l’obiettivo di “contribuire al cambiamento della percezione e del comportamento dei maliani, che vedono l’emigrazione verso l’Europa come unica soluzione ai loro problemi socio economici”. E’ ideato da Farneto Teatro, promosso e gestito da TAMAT, una ONG di Perugia, assieme – per la parte italiana – alla Fondazione ISMU, all’agenzia Di Comunicazione Giusti Eventi e dallo stesso Farneto Teatro, ha partner da Cipro, dalla Spagna e dalla ONG del Mali Le Tonus, ed è co-finanziato dal Fondo per l’Asilo, la Migrazione e l’Integrazione dell’Unione Europea.
Le diverse azioni mirano a sensibilizzare e informare la gente del Mali, soprattutto i giovani, “sui rischi della migrazione irregolare, sulle alternative legali e le opportunità economiche esistenti nel loro paese”, con campagne di sensibilizzazione, incontri e discussioni presso villaggi e comunità rurali, la ricerca socio-economica, la documentazione (interviste, incontri, video), una app ricca di notizie e soprattutto teatro.
Il progetto teatrale di AwArtMali è in questo momento nel mezzo del percorso. Gli attori, provenienti da Mali, Burkina Faso, Costa d’Avorio e Congo, guidati dal regista Luca Fusi (che è italiano ma risiede da anni in Africa), affiancato dal drammaturgo Ildeverd Meda (burkinabé), hanno dedicato tre settimane all’ improvvisazione, costruendo storie, movimenti di insieme, situazioni corali intorno al tema dell’emigrazione. La produzione fa capo al Teatro Gambidi di Ouagadougou (la capitale del Burkina Faso, dove si svolgono le prove e dove debutterà lo spettacolo), ma ha collaborato alla selezione degli attori anche il gruppo teatrale Maaya di Bamako.
Punto di partenza sono state le testimonianze raccolte e filmate in Mali, in Spagna e in Italia da Maurizio Schmidt di Farneto Teatro. Maurizio, regista e formatore teatrale, da alcuni anni frequenta questa regione dell’Africa cinepresa alla mano. Le oltre 40 interviste realizzate nel corso del 2019 in diversi villaggi del Mali hanno per protagonisti potenziali migranti, migranti di ritorno (da altri paesi africani o dalla Spagna e dall’Italia), griot, capi villaggio, direttori scolastici, insegnanti e studenti. In Spagna, in particolare ad Albacete, Madrid, Recas, Valencia, Mataro e grazie alla collaborazione con l’Alto Consejo della diaspora maliana, sono state realizzate 28 interviste con migranti residenti o stagionali. In Italia, sono stati intervistati giovani migranti in Sardegna, a Bologna, Milano, lavoratori del Mali presso Fincantieri a Trieste, operatori di Bergamo. Ma anche Pierfrancesco Majorino, deputato europeo, il Console del Mali, il personale del battello di soccorso Mare Jonio. E’un materiale impressionante, in qualche caso sconvolgente (e ricchissimo), che confluirà in un documentario e che il team teatrale in Burkina Faso ha visionato prima di avviare il lavoro.
Dopo tre settimane di improvvisazioni a partire da questi materiali, si coglie dalle dichiarazioni degli attori (interviste e altri materiali on line sul sito di progetto) l’entusiasmo per la costruzione del gruppo panafricano (molti non si conoscevano fra loro), e una forte identificazione con il progetto. E’ particolarmente avvertita la responsabilità di affrontare un tema così importante e comune a tutti i paesi dell’Africa occidentale. L’arte per l’arte non ha molto senso in questi territori, e il teatro non può che essere fortemente impegnato, offrire alla gente emozioni, strumenti per capire, occasioni per interagir e prendere la parola.
Terminate le improvvisazioni, dal 20 dicembre, il testimone è passato a Ildeverd Meda per la scrittura del testo. Autore, attore e regista, Ildeverd è una colonna portante del teatro del Burkina Faso, con innumerevoli testi rappresentati e premi (fra l’altro Afrique du Théatre 2009 per il complesso della sua opera), e un intellettuale di primo piano in tutta l’Africa occidentale. I suoi testi affrontano temi e situazioni urgenti per le società africane, e non solo.
Adjugé per esempio racconta una storia di indebitamento causato da perdita del lavoro, malattia, emigrazione in una famiglia di ceto medio del Burkina Faso (ma potremmo ambientarlo senza problemi in Italia: ingenuità e cinismo sono certamente comuni a tutti i drammi dell’usura). Jasmin en Flamme riprende e reinventa la vicenda scatenante della primavera araba tunisina: è un testo epico, che parla di scelte individuali e coscienza collettiva, di dignità, disperazione, ribellione. Sono vicende assieme realistiche e metaforiche. Entrambi i testi sono pubblicati da Les Editions OEIL Collection Theatre, Ouagadougou, 2018. Si apprende dalla prefazione che Meda non considera il teatro un surrogato dell’educazione o della formazione: ritiene che possa dare vita alle parole, indirizzarsi al cuore, farle risuonare in una dimensione umana e sensibile. Il teatro può lasciare una traccia, trasformare la percezione delle persone rispetto a situazioni e problemi. Sarà questo lo scopo anche del nuovo testo – ancora non c’è titolo – in prova dal 5 gennaio, e dello spettacolo che debutterà il 20 gennaio.
Dopo le rappresentazioni a Ouagadougou fino al 25 gennaio, lo spettacolo sarà in tournée in Mali, a Bamako, Kati e 14 altri villaggi intorno al capoluogo. E in ogni vilaggio sarà poi il pubblico a prendere la parola.

Progetto AwArtMali (Awarness Raising and info through Art on Irregular Migration Risks in Mali). Cofinanziato dal fondo per l’asilo e l’integrazione dell’Unione Europee, coordinato da Tamat NGO in partenariato con ISMU, Giusti Eventi, Farneto Teatro, Instrategies, Cogenia, Cardet.

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