#coronavirus 11 | Il “Cura Italia” e i suoi effetti sul mondo dello spettacolo: molte risposte e alcune domande

Tutto quello che vorreste sapere su dipendenti, autonomi e collaboratori, cassa integrazione, 600 €, misure fiscali, chi è nel FUS e chi sta fuori FUS...

Pubblicato il 30/03/2020 / di / ateatro n. 172

Ha da passà ‘a nuttata: Conte, Macron e De Magistris davanti al Teatro San Ferdinando

Al DL “Cura Italia” emanato il 17 marzo scorso, seguirà nei prossimi giorni un secondo decreto, di cui si vanno decidendo in queste ore le risorse e gli interventi. E’ stata annunciata la proroga delle disposizioni già adottate, si discute dei miglioramenti e degli strumenti ulteriori da introdurre, di quanto si dovrebbe e si può spendere. Sono Decreti Legge soggetti all’approvazione del Parlamento e si dibatte anche se e come correggerli, emendarli. Richiedono tempi di attuazione e oggi, più che mai, abbiamo bisogno di tutto e subito.
Se a parere di tutti il DL “Cura Italia” ha stanziato risorse insufficienti, al contempo ha cercato di dare gli interventi di sostegno al reddito a tutti i lavoratori: stabili, flessibili, precari. E’ rimasta esclusa una parte dei liberi professionisti, che potrebbero peraltro ottenere benefici dal “Fondo per il reddito di ultima istanza”, istituito con l’art 44 e si sta in ogni caso discutendo di come riparare con il prossimo decreto.
In questo contesto straordinario, conseguente a un’emergenza sanitaria drammatica, anche il settore della cultura – il primo a essere costretto a sospendere l’attività, insieme alla scuola e all’università – ha ottenuto attenzione.

Cassa integrazione anche per i dipendenti delle piccole imprese

Anche le piccole imprese dello spettacolo, che sono in gran numero autogestite, possono usufruire in questo frangente della Cassa Integrazione – uno strumento di sostegno alle imprese e ai lavoratori che sino a oggi il settore dello spettacolo ha conosciuto poco o nulla.
L’art. 22 del Decreto estende infatti la Cassa integrazione in deroga a tutti i settori produttivi e alle imprese con meno di 5 dipendenti. Ne possono usufruire i lavoratori dipendenti occupati alla data del 23 febbraio 2020 e successivamente sospesi per l’emergenza Covid-19, per un periodo massimo di 9 settimane (fatte salve le maggiori durate stabilite in precedenza per la regione Lombardia). L’attuazione dell’intervento è affidata alle Regioni insieme all’INPS, a cui sono affidate le funzioni di controllo e pagamento.
La circolare INPS n. 47 sulla cassa integrazione in deroga.

I 600 € per i lavoratori autonomi e i collaboratori

Per i lavoratori autonomi e i collaboratori co.co.co iscritti esclusivamente al Fondo Gestione Separata dell’INPS (esclusi i titolari di pensione) è stata prevista un’indennità di 600€ per il mese di marzo. Ne hanno diritto anche i lavoratori stagionali del turismo e gli autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’INPS.
L’art. 38 dispone la medesima indennità anche per i lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo Pensioni EX ENPALS. In questo modo la norma ricomprende tutti i lavoratori – dipendenti e non – e pare adeguata alla cronica disoccupazione del settore, perché è sufficiente aver maturato 30 contributi giornalieri nel 2019 per ottenere il sussidio.
L’importo è esiguo, ma può riceverlo una vasta platea di lavoratori precari e probabilmente sarà erogato anche per il mese di aprile, considerata la notizia, annunciata da giorni, che tutto dovrà restare chiuso almeno sino a Pasqua e forse anche oltre. Sui tempi necessari per ricevere questa indennità non c’è ancora sufficiente certezza.
Il servizio è ancora una volta affidato all’INPS: ente di dimensioni enormi, da tempo “tuttofare” e compiutamente digitalizzato. Una condizione che non agevola gli utenti. Sulle pagine informative del suo sito, l’INPS assicura rapidità ed efficienza e così ha dichiarato il suo Presidente, ma gli sportelli sono per lo più chiusi ed è stato comunicato un unico recapito telefonico a cui rivolgersi. La domanda si potrà presentare, non appena saranno pubblicati istruzioni e formulari previsti dal 31 marzo, sul portale dell’INPS con il proprio PIN (e chi non lo ha, deve affrettarsi a richiederlo), o attraverso SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale, di cui bisogna chiedere le credenziali all’indirizzo https://www.spid.gov.it/richiedi-spid (in alternativa si può anche telefonare al call center).
Scopriremo nei prossimi giorni quale tempestività l’INPS è in grado di garantire in un frangente in cui sono molte le persone non possono attendere.

Indennità disoccupazione: rinvio dei termini di scadenza

Per agevolare i lavoratori, si è ritenuto utile prorogare i termini di scadenza e decadenza delle domande per ricevere l’indennità di disoccupazione (NASPI e Dis-Coll). Sarebbe utile anche semplificarne le procedure?

Fare in fretta!

E’ essenziale la tempestività nell’attuazione di tutti gli interventi di sostegno economico alle persone che il DL “Cura Italia” ha disposto e che il nuovo Decreto varerà. Le Regioni sono state coinvolte attivamente e l’INPS è stato incaricato di un impegno enorme per complessità e quantità di competenze. Già in questa settimana potremo verificare la concreta attuazione degli interventi messi in campo

Misure fiscali: ritenute in acconto, contributi previdenziali e assistenziali

Il DL Cura Italia ha emanato anche numerose misure fiscali; tra queste la sospensione del versamento mensile delle ritenute in acconto e dei contributi previdenziali e assistenziali rappresenta sicuramente un’agevolazione utile per la liquidità delle imprese dello spettacolo, per le quali il costo del lavoro è la voce di bilancio principale. Il pagamento dovrà avvenire in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2020 e si potrà rateizzare.

I voucher per gli spettatori

E’ un utile sostegno della liquidità delle imprese anche l’estensione dei voucher della durata di un anno ai teatri, ai cinema e ai diversi luoghi della cultura. I nostri teatri affrontano da sempre la cancellazione degli spettacoli offrendo agli spettatori un’alternativa invece del rimborso. Non tutte le attività di spettacolo hanno però carattere continuativo e dodici mesi di tempo possono permettere di pianificare la conservazione delle vendite già incassate.

Accesso al credito

Il Decreto contiene anche importanti e complesse misure per agevolare l’accesso al credito. Tra queste è prevista la possibilità per le persone fisiche di accedere al Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese. La lettera k dell’articolo 49 stabilisce che per le persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni la cui attività lavorativa è stata danneggiata dall’emergenza COVID-19 “… sono ammissibili alla garanzia del fondo, con copertura all’80% in garanzia diretta e al 90% in riassicurazione, nuovi finanziamenti a 18 mesi meno un giorno, di importo non superiore a 3 mila euro” erogati da banche e intermediari finanziari. Per accedere alla garanzia sono previste procedure semplificate come la dichiarazione autocertificata. L’intervento è concesso gratuitamente e senza valutazione. Ogni banca ha adottato o adotterà le modalità operative per la richiesta.

Come vanno divisi i 130 milioni del Fondo emergenze?
Quanto ai vari settori? Solo i soggetti FUS?

L’art. 89 del Decreto ha istituito il “Fondo emergenze spettacolo, cinema e audiovisivo”: 80 milioni di euro per la spesa corrente e 50 per gli interventi in conto capitale. Per il suo finanziamento sono stati utilizzati anche 10 milioni di euro che erano destinati all’aumento del FUS 2020. E’ la disposizione che si propone di iniziare a guardare al domani, ma si deve attendere la conversione in legge del decreto; da quella data il MIBACT avrà 30 giorni di tempo per stabilire la ripartizione del fondo e le assegnazioni agli operatori del settore, “…ivi inclusi artisti, autori, interpreti ed esecutori, tenendo conto altresì dell’impatto economico negativo conseguente all’adozione delle misure di contenimento del COVID-19.”
E’ sicuramente già iniziato il confronto tra le organizzazioni delle imprese e il MIBACT: quante risorse allo spettacolo dal vivo e quante al cinema e alla produzione audiovisiva? E quali criteri e priorità seguire nella loro assegnazione?
Le Regioni hanno evidenziato che la platea degli operatori dello spettacolo non può essere ridotta esclusivamente ai soggetti finanziati con il FUS e che il fondo deve essere utilizzato tenendo in considerazione i territori più colpiti dall’epidemia. Si è chiesto anche di prorogare di un ulteriore anno il termine ultimo previsto dalla legge Bray per completare il risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche, già rinviato recentemente al 31 dicembre 2020: una crisi di cui non si riesce a intravedere la soluzione.
Certamente le imprese hanno bisogno di compensare i danni che stanno soffrendo a causa della serrata generale, decisa dal Governo a partire dal mese di febbraio. Quante imprese, soprattutto le più piccole, potrebbero chiudere?
Si distribuiranno le risorse aumentando i budget dei diversi settori finanziati con il FUS? E come si daranno i contributi alle imprese che non beneficiano del Fondo Unico dello Spettacolo? Si può in questo straordinario frangente adottare criteri orientati allo sviluppo, al collegamento delle imprese più piccole tra di loro, alla promozione della domanda? E come?
Certamente lo stanziamento è insufficiente, ma a maggior ragione si devono individuare criteri virtuosi per il suo utilizzo.

Il rilancio del turismo, il sostegno alla cultura e le ricadute sullo spettacolo

Altre disposizioni del DL Cura Italia interessano i settori della cultura e del turismo e possono contribuire a sostenere e sviluppare quello dello spettacolo. L’articolo 72 (Misure per l’internazionalizzazione del sistema Paese) istituisce il “Fondo per la promozione integrata” con una dotazione di 150 milioni. La sua gestione compete al Ministero degli affari esteri. L’articolo 90 (Disposizioni urgenti per sostenere la cultura) destina una quota dei compensi incassati nel 2019 per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi al sostegno degli autori, degli artisti interpreti ed esecutori. L’assegnazione delle risorse compete al MIBACT. Si tratta peraltro delle medesime risorse che in via ordinaria vengono destinate ai giovani autori.

Che succede al FUS?

Il DL Cura Italia ha riconosciuto attenzione al settore della cultura e dello spettacolo e il prossimo decreto forse migliorerà gli interventi. Dobbiamo però ancora conoscere la concreta attuazione degli strumenti messi in campo e se le risorse sono inadeguate alla gravità di una situazione, di cui ancora non possiamo delimitare il perimetro e la dimensione delle conseguenze, queste devono assolutamente essere spese al meglio.
Al contempo il MIBACT e la sua Direzione Generale dello Spettacolo possono già ora gestire le procedure del FUS in modo proficuo per i soggetti finanziati. Anticipare rispetto ai tempi ordinari l’erogazione degli acconti dei contributi 2020 e dei saldi dei contributi 2019 darà ossigeno alle imprese sia nell’attesa di ricominciare a lavorare, sia per riprendere a lavorare.
Ed una deroga ai criteri del Regolamento di erogazione del FUS dovrà essere varata per il 2020. E’ sufficiente aumentare il margine di riduzione a consuntivo degli indicatori di quantità e qualità indicizzata? Quanto più del 10% già previsto in via ordinaria? E’ giusto modulare l’incremento sulla base dell’impatto dell’emergenza nei diversi territori? Oppure per questo drammatico 2020 si deve abbandonare la complessità dell’algoritmo, del sistema valutativo e competitivo, adottando criteri più semplici per dare minor valore alla quantità di attività realizzata?

 

Con il contributo di




Tag: coronavirus (99), FUS aka FNSV (137)