Una cura per salvarci dalle nostre paure
Element Z per festeggiare i dieci anni interculturali di Babel Crew
Babel Crew festeggia i suoi dieci anni con Element Z, scritto e diretto da Giuseppe Provinzano, direttore artistico dello Spazio Franco di Palermo, che conferma la sua vocazione all’impegno multiculturale con uno spettacolo maturo e plurilingue dal forte impatto emotivo.
Corpi ordinatamente si scambiano di posto al buio, protetti dalla luce dei loro volti illuminati da telefoni che tengono in mano, fino a comporre una melodia di parole e suoni e restare illuminati per un selfie scenico. Squarci di luce su percussioni di marea umana, un coro di umanità eterogenea vestita di asettico bianco si dispone in fila proiettando un muro di minischermi, i quali a un certo punto tracciano un’emoticon sorridente costituita da lucette. Tasti di pianoforte si aggiungono alle percussioni e ai suoni, mentre le luci compongono le lettere “e” e “z” a mo’ di titolo di testa di un probabile video-spettacolo dal vivo. Una luce sulle altre si stacca e dal centro illumina i corpi dei performer incolonnati come una schiera ordinata.
“Riusciremo a trovare la cura per salvarci da tutte le nostre paure?”, chiede al centro una performer illuminata dai telefoni in una cornice d’altare. Segue gospel con performer illuminati ai lati che si muovono a tempo con i gesti del quotidiano. Una coreografia da un solo diviene triplice e poi collettiva, amplificando l’apparato dei movimenti di scena. Sebbene siano corpi al buio, le loro vesti bianche illuminano la scena.
Tre ombrelli rossi si aprono e danzano sul fondale nero, mentre una musica sacra scandisce i movimenti. Una coppia si ama corpo a corpo e dolcemente e da qui scaturiscono riflessioni sul passato e sul futuro e sul presente che si attende.
Chiacchiericcio amplificato da telefoni usati come microfoni per lamentele sull’impossibile cambiamento richiesto, ma in questa confusione un canto si alza da un vero microfono. La voce inizia a distorcersi e la folla ha la meglio.
“Con la fiducia ho perso la paura, la regina dei difetti”, loda una performer su risata dissacrante: “un presente felice senza la paura e senza fiducia”. Percussioni metalliche su corpo steso, come morto, al centro della scena. Segue selfie con il morto, si danza tutto intorno. Ma come in una battaglia il corpo si sveglia e sfida a colpi di luce di telefono chi lo ha deriso, su percussioni tribali. Poi si alza e canta al microfono della distruzione. Il suo alter ego urla: “Accendi il cielo!”, in una preghiera impossibile.
Coreografia di tre uomini mentre si pongono domande su dove sia la casa di un altro, che risponde che è “dove batte il mio cuore”. E chiede: “Qual è il dio, quello giusto per non morire qui?”
Ci si interroga sull’italianità e si finisce per chiedersi quali siano i propri sogni e se si potessero dimenticare. “Il futuro ha cambiato il passato, noi veniamo dal nulla e vogliamo tutto”: su queste parole si eleva un canto.
Lo spettacolo tocca esplicitamente la politica e temi quali l’omosessualità, l’inquinamento, la mafia, il Covid, la mancanza d’acqua e la chiesa in lingua palermitana, in un monologo “vocale” ironico ma molto toccante diretto a papa Francesco. Mentre il performer parla si spoglia, mentre in due tentano di farlo sedere per calmarlo. Inanto gli altri tutto intorno suggeriscono altri problemi da sottoporre al pontefice in una concitata preghiera laica dove si ricorda che “i teatri sono stati chiusi ma le chiese non si sono mai fermate”.
Element Z
drammaturgia di gruppo diretta da Giuseppe Provinzano
Musiche Sergio Beercock
Coreografie Simona Argentieri
Luci Gabriele Gugliara
Aiuto Regia Rossella Guarneri
Actor Coach Luigi Maria Rausa
Organizzazione Diana Turdo
Foto Nayeli Salas Cisneros
Video Giuseppe Galante
Ufficio Stampa Silvia Maiuri
con Naomi Adeniji, Hamissou Alidou, Ibrahim Ba, Priyanka Datta, Bandiougou Diawara, Alexsia Edman, Julia Jedlikowska, Hajar Lahmam, Jean Mathieu Marie, Junaky Md Abdur, Bob Murana, Andrea Sapienza, Alfred Sobo Blay, Sheriff Sonko E Con La Partecipazione Di Sonia Tazeghdanti
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