Le intese Stato-Regioni sulle Residenze e gli accordi di programma

Dossier Stato e Regioni nella promozione dello spettacolo dal vivo [8]

Donatella Ferrante

Ringrazio Ateatro che con questa giornata torna a proporci una documentata riflessione su un tema centrale: quello dell’individuazione delle competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali nell’ambito dello spettacolo dal vivo.
Ci troviamo così a storicizzare l’argomento, a confrontarci con lo stato attuale delle legislazioni regionali e a pensare la questione in termini di prospettiva, quella rappresentata dai decreti attuativi della legge delega del Codice dello Spettacolo.
Il comma 2 dell’articolo 2 della legge delega menziona tra i principi e i criteri direttivi dei successivi decreti legislativi quello dell’armonizzazione degli interventi dello Stato con quelli degli enti pubblici territoriali, da attuare anche attraverso lo strumento dell’accordo di programma.
Fuori dal FUS, il primo accordo di programma a carattere nazionale e sistemico con le diverse Regioni risale al Patto del 2007, finalizzato a garantire un aumento dell’offerta culturale e a fornire nuove opportunità ai giovani artisti. Una modalità di intervento che l’Ente Teatrale Italiano ereditò sul piano della gestione di alcuni progetti fino al 2010, anno della chiusura dell’Ente.
La metodologia è stata poi introdotta ufficialmente nella gestione del FUS con il decreto del 1° luglio del 2014 che, dal triennio 2015/2017 (in seguito con il d.m. 27 luglio 2017 e s.mm.), ha individuato due ambiti da affidare alla concertazione tra Amministrazione centrale e altre Amministrazioni attraverso gli accordi di programma: l’ambito delle Residenze, su cui oggi ci soffermeremo, e quello delle Azioni di sistema caratterizzati da partenariati progettuali con altre Amministrazioni e Istituzioni in Italia e all’estero.(1)
Si tratta di una fondamentale novità nel quadro della disciplina FUS che, in termini generali, individua la cooperazione tra Stato, Regioni ed Enti locali e territoriali nei processi autorizzativi di spesa, ovvero in fase di riparto tra ambiti e settori del Fondo (oggetto di parere da parte della Conferenza Unificata), nei processi decisionali (selezione dei progetti con i componenti designati dalla Conferenza unificata nelle Commissioni Consultive competenti) e prevede la reciproca accessibilità degli elenchi dei soggetti candidati e sostenuti finanziariamente da parte di Regioni, Comuni, Province e Stato.
L’Intesa e gli accordi di programma previsti per le Residenze introducono pertanto un nuovo paradigma che, applicato fino a oggi a un determinato e identificato segmento del sistema dello spettacolo, rappresenta nello stesso tempo un programma di policies, un innovativo approccio metodologico nella cooperazione inter-istituzionale e nel co-finanziamento, un’opportunità inedita di orientamento ai risultati e uno strumento di governance potenzialmente applicabile ad altri ambiti per un più efficace raggiungimento di alcuni degli obiettivi strategici del sostegno pubblico allo spettacolo dal vivo.
Nello specifico: l’attività di concertazione prevista dall’articolo 43 “Residenze” si fonda su una Intesa triennale tra Stato e Regioni e Province Autonome stipulata ai sensi dell’art. 8, comma 6 della Legge 5 giugno 2003, n. 131. Si tratta di una legge in base alla quale il Governo può promuovere la stipula di “Intese” in sede di Conferenza Stato-Regioni o di Conferenza unificata, dirette a favorire “l’armonizzazione delle rispettive legislazioni o il raggiungimento di posizioni unitarie o il conseguimento di obiettivi comuni”.
L’ultima Intesa per le “Residenze” ex articolo 43 è stata sancita il 3 novembre 2021 per il triennio di attività 2022/2024.
A quest’ultima Intesa hanno aderito 18 Regioni (tre in più rispetto al triennio precedente).(2)
L’Intesa è un atto che impegna le Istituzioni in maniera “forte” sia per la procedura di approvazione seguita sia per i contenuti che individuano un terreno comune di intenzioni e di azioni dello Stato e delle Regioni, che riconosce e abilita, anche a partire dalle esperienze precedenti e dalla diversità dei territori, le residenze nella loro identità e per le loro funzioni, definendone finalità ed obiettivi nel contesto dello spettacolo e del sistema della cultura.
Da questa Intesa e dallo schema di Accordo allegato discendono gli Accordi di programma tra lo Stato e le singole Regioni, la pianificazione delle attività e le linee guida comuni per la stesura dei bandi regionali, insieme alle modalità del co-finanziamento e alla predisposizione di modelli uniformi per la redazione dei bilanci e della rendicontazione.
L’Intesa stabilisce, infine, di dotare il progetto “Residenze” di strumenti di osservazione e di monitoraggio, di mezzi di informazione e di comunicazione unitari: una scelta, anche questa di metodo, che si è dimostrata “vincente” nello sviluppo della consapevolezza delle identità e delle funzioni delle residenze nel sistema e delle loro possibili evoluzioni, come nel passaggio dal primo al secondo triennio che ha segnato una più decisa affermazione del principio della progettualità condivisa tra titolari e artisti /e introdotto la distinzione tra Centri e Artisti nei Territori.
A questo punto può essere utile ricordare alcuni passaggi dell’ultima Intesa. Il primo relativo alla finalità:

“La collaborazione inter-istituzionale (…) intende sviluppare e valorizzare la funzione specifica delle residenze nel sistema dello spettacolo dal vivo come fattori di innovazione, dedicate a sostenere e accompagnare le pratiche e i processi di creazione artistica a prescindere dagli esiti produttivi, anche attraverso forme di relazione virtuosa degli artisti con i luoghi e con le comunità che li abitano. La presente Intesa afferma la necessità di qualificare le attività di residenza promuovendone l’identità distintiva e l’autonoma funzione nel rispetto della pluralità delle differenze territoriali, come sintesi progettuale peculiare tra artisti, titolari delle residenze e luoghi e di favorire l’interazione delle residenze con gli altri segmenti e funzioni del sistema dello spettacolo, al fine di sviluppare l’emergenza artistica, accompagnare e sostenere la crescita delle professionalità e la rigenerazione delle competenze, anche attraverso la qualità della relazione con il rispettivo territorio.”

Il secondo laddove l’Intesa definisce le residenze (parziale):

“La Residenza come luogo di creazione performativa e di innovazione e di stimolo al rinnovamento per l’intero sistema. Caratterizzato dalla professionalità gestionale e artistica, come ambiente dove provare a gestire la complessità data da obiettivi comuni e dal rispetto delle differenze territoriali nel quadro di una comune finalità e di un sostegno in co-finanziamento.”(3)

I sette anni di pratica di concertazione hanno costruito e collaudato un metodo di lavoro inter-istituzionale che rappresenta oggi un’esperienza amministrativa importante, che si è misurata con la gestione unitaria delle diversità territoriali e che si è sempre voluta confrontare, fin dagli esordi e nel corso degli anni, con i soggetti professionali e con gli artisti coinvolti.(4)
Dal 2015, dunque, seppure in un ambito contenuto per l’entità delle risorse assegnate, è stata avviata nel tempo una prassi di concertazione che credo sia importante considerare con attenzione perché rappresenta un prototipo di riferimento. Uso la parola prototipo non perché matrice di riproduzioni in serie, ma perché modello originale suscettibile di collaudi e perfezionamenti.
Questi anni hanno dimostrato infatti di poter innescare dinamiche evolutive nel pensiero e nelle pratiche delle residenze artistiche come luoghi di ricerca, affrancati dalle logiche di mercato e di produzione/programmazione. Ma questi anni hanno anche evidenziato la difficoltà di mettere in relazione effettiva le “Residenze” con il resto del sistema: un’impasse che ha rallentato il loro posizionamento come segmento di una filiera e il loro riconoscimento come un valore a vantaggio della qualità complessiva del lavoro artistico nei contesti territoriali, nazionali e internazionali.
I due incontri nazionali di Bari nel 2019 e di Gorizia nel 2021 sono stati a mio avviso di grande importanza per stabilire un dialogo e maturare le premesse per una nuova fase di “riconoscibilità” delle residenze come “principio attivo” di tutto sistema, capace di portare innovazione in senso ampio, anche nella costruzione di progetti artistici inediti ed in stretta relazione con gli abitanti e le comunità dei luoghi di riferimento.

Residenze: un bene comune, Bari, 2019

Va detto anche che sul fronte istituzionale scadenze normative regionali differenti hanno reso meno fluida la programmazione “in parallelo” di alcune attività, come quella della mobilità degli artisti in residenza, spingendo nel tempo le istituzioni a cercare soluzioni compatibili con le asimmetrie temporali esistenti tra i diversi territori.
Questi sette anni hanno sviluppato la consapevolezza dell’importanza di implementare gli strumenti di comunicazione adottati, come leve di valorizzazione dei progetti, ma anche della necessità di stimolare “esperienze” di solidarietà tra residenze più robuste e consolidate e quelle in fase di insediamento.
I sei incontri organizzati nel corso di questi anni sono stati fondamentali nel processo di reciproco ascolto tra artisti, titolari, amministrazioni centrali e regionali per ragionare in itinere e misurare obiettivi, pratiche, difficoltà, risultati. E questo è stato possibile anche grazie al prezioso accompagnamento tecnico di Fitzcarraldo a cui Stato e Regioni hanno affidato il monitoraggio dell’Intesa.
L’ultimo incontro tra Regioni, “Residenze bene comune”, concluso dal Presidente del Consiglio Superiore dello Spettacolo e dal Direttore Generale Spettacolo, ha rappresentato una tappa particolarmente significativa. In proposito mi preme qui ricordare il documento congiunto redatto e letto dal coordinamento dei Centri di Residenza e degli Artisti nei territori e l’intervento di Filippo Fonsatti, che ha parlato a nome di Federvivo: passaggi importanti nella pratica di quel dialogo tra “residenze” e “sistema” a cui ho accennato prima.
Il documento congiunto è stato il risultato di un serio e impegnativo lavoro che ha messo in luce i punti di forza e i punti di criticità del percorso che le residenze hanno compiuto, prospettando strategie e obiettivi, e avanzando l’ipotesi di nuovi modelli di valutazione qualitativi capaci di analizzare l’impatto del principio attivo delle residenze sullo sviluppo dell’intero sistema.
Credo, per concludere, che il patrimonio di idee e di pratiche inter-istituzionali applicato alle residenze ci permetta, oggi, di poter immaginare l’adozione, come in parte già accade su singole iniziative (vedi la piattaforma della NiD), di un analogo metodo di intervento su altri ambiti di attività: penso all’internazionale (ne abbiamo cominciato a parlare in sede di tavolo tecnico con le Regioni in epoca per Covid) e ad alcune azioni di promozione culturale funzionali allo sviluppo dell’intero sistema nazionale, da sostenere in partenariato, dove Stato e Regioni concordino orientamenti e principi comuni da applicare alle diverse realtà dei territori interessati. Penso, infine, che sia ormai tempo per iniziare a provare ad adottare le pratiche della concertazione tra istituzioni nazionali e locali, per affrontare con un nuovo approccio ed una diversa e più consapevole responsabilità, gli interventi necessari al superamento dei decennali squilibri nella domanda e nell’offerta artistica e culturale tra i territori del nostro paese.
In questo senso l’Intesa, e il lavoro di concertazione inter-istituzionale che l’ha preceduta e seguita ha rappresentato non solo un atto formale che ha determinato la nascita delle residenze, ma un laboratorio da cui poter trarre ispirazione per l’individuazione di policies da sperimentare anche in altri ambiti dove i risultati sono in stretta relazione con la capacità di gestire complessità, diversità e finalità comuni di promozione culturale.

NOTE

(1) Dal d.m. 27 luglio 2017:

Articolo 43 – Residenze.
1. L’Amministrazione, a seguito di specifici accordi di programma con una o più regioni, le cui finalità e i cui obiettivi sono stabiliti previa intesa, avente periodicità triennale, con la Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, può prevedere, nell’àmbito delle risorse disponibili del Fondo, interventi per progetti relativi all’insediamento, alla promozione e allo sviluppo del sistema delle residenze artistiche, quali esperienze di rinnovamento dei processi creativi, della mobilità, del confronto artistico nazionale e internazionale, di incremento dell’accesso e di qualificazione della domanda. Tali interventi hanno carattere concorsuale rispetto a quelli, prioritari, delle Regioni.

Articolo 44 – Azioni di sistema.
1. L’Amministrazione pianifica, concerta e programma azioni per un’efficace attuazione dei compiti e delle funzioni di promozione nazionale e internazionale ad essa trasferite dall’articolo 7, comma 20, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sviluppando progetti e iniziative annuali o triennali, sulla base di rapporti di partenariato con le altre Amministrazioni centrali, con le Regioni e gli altri enti territoriali e locali, nonché con istituzioni ed organismi di settore nazionali ed esteri, nonché dell’Unione europea.

(2) Per i dati relativi ai primi due trienni si rimanda al sito Residenze Artistiche, dove è possibile trovare documenti, atti, mappatura delle residenze in Italia, report degli incontri nazionali e i monitoraggi realizzati dalla Fondazione Fitzcarraldo.

(3) Per il testo integrale dell’Intesa triennio 2022/2024 e delle citazioni parziali qui riportate si rimanda al sito della Direzione Generale Spettacolo.

(4) Vedi gli atti degli Incontri del progetto Nobiltà e miseria – Presente e futuro delle residenze creative: Prato, (11 e 12 ottobre 2013); Torre Guaceto (giugno 2014), Prato (ottobre 2014), Mondaino (marzo 2015) e degli incontri tra Titolari, Stato, Regioni di Bologna (dicembre 2015), Codroipo (giugno 2016), Collegno e Torino (ottobre 2016), Milano (ottobre 2018), Bari (settembre 2019), Gorizia (settembre 2021).




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