Carlo Cecchi tra tenerezza e comicità

Regista e interprete di due atti unici di Eduardo De Filippo Dolore sotto chiave e Sik Sik l'artefice magico

Pubblicato il 27/03/2022 / di / ateatro n. 182

Per il dittico dedicato a Eduardo, si misurano sul palcoscenico due grandissimi come Angelica Ippolito e Carlo Cecchi.
Dolore sotto chiave presenta una scenografia che si chiude su sé stessa con porte che si aprono verso l’interno, tranne quella che dà sulla morta finta malata al centro del dramma. Porta che, una volta aperta, non si chiuderà più, quasi a sottolineare che il mistero è ormai svelato, che la finzione è ormai cessata, che la fine è subentrata alla misera menzogna di Lucia.

Rocco (Vincenzo Ferrera) non recita ma vive sulla scena la sua fragilità di uomo tradito dal suo stesso sangue, dalla sorella che lo vuole preservare dalla verità costruendo una montagna di falsità per niente economica, con tanto di medici che realmente fingono di prendersi cura di una malata già morta. Alla lettura il testo appare tragico e spietato, ma Carlo Cecchi vi innesta una grottesca comicità. Perfino la liturgia del rito funebre è funesta scorribanda di vicini e professionisti della morte e pretendente del vedovo, un intermezzo esilarante che si consuma con una ricetta al telefono, nella lunga, logorante e comicissima azione con Cecchi nella parte che fu di Eduardo, il vicino di casa Ricciuti.
Sik-Sik l’artefice magico è una tragicommedia intrisa di tenerezza e pudore. Grande è il coinvolgimento del pubblico per questa farsa nella farsa, per questo colpo di teatro che genera dapprima approvazione e poi sgomento e risate a crepapelle. Soavi i costumi di stampo orientale che recano il senso del magico apparente, per un buffo efficace e un divertimento in continuo climax ascendente.

A unire i due spettacoli è un senso di oppressione del quotidiano che imprigiona i protagonisti nella ritualità del gesto convenzionale, nella tremenda finzione del vero. Tutto ciò è ancora più esasperato nel teatro e nella metateatralità che incombe sullo spettatore.
Una perla di raro pregio, questo dittico che esalta il ruolo capocomicale e storico di Carlo Cecchi e rende meraviglioso l’arrivo di un pollo vero sotto un cappello. Puro ingegno è la messa in azione di due pezzi di teatro con la “T” maiuscola. La finzione della finzione finisce per essere più vera del vero. Nella dichiarata sua assenza di spontaneità, fissa nel pubblico la forma presente della risata nel qui e ora del tempo scenico, nell’istante storico teatrale.

Dolore sotto chiave / Sik-Sik, l’artefice magico
di
Eduardo De Filippo
regia Carlo Cecchi
con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta
scene per Dolore sotto chiave Sergio Tramonti
costumi per Dolore sotto chiave Nanà Cecchi
luci Camilla Piccioni
scene e costumi per Sik-Sik, l’artefice magico Titina Maselli
realizzazione scene e costumi Barbara Bessi
musiche Sandro Gorli
foto di scena Filippo Ronchitelli
produzione Marche Teatro, Teatro di Roma, Elledieffe

 

 




Tag: CecchiCarlo (3), Eduardo De Filippo (9)

InformazioniVincenza Di Vita

Teatranterie d'inchiostro e bit Altri post