Focus AdoleScen[z]a | Lo spettacolo dal vivo per le giovani generazioni | 4. Quando il teatro non è una roba da vecchi (parte 1)

34 spettacoli sugli adolescenti e sui loro problemi

Pubblicato il 09/12/2022 / di / ateatro n. 190 | Focus AdoleScen[z]a

Abbiamo chiesto a Mario Bianchi, massimo esperto italiano del teatro per le giovani generazioni, di indicare alcuni spettacoli particolarmente adatti a un pubblico di adolescenti, sia per gli argomenti affrontati sia per i linguaggi utilizzati.
Mario Bianchi ha operato una selezione ampia, articolata per aree di interesse. Spesso questi lavori affrontano temi “scomodi”, che però hanno un forte impatto sulla vita dei ragazzi e delle ragazze. A partire dai corpi e dalle parole che occupano la scena e dalle emozioni dei giovani spettatori, offrono una preziosa occasione per una riflessione condivisa su molti aspetti rilevanti nel passaggio verso l’età adulta, oggi.
Una trattazione più ampia e approfondita degli spettacoli e in generale sul teatro per (e con) le giovani generazioni, ricchissima di consigli, si può trovare nel saggio di Mario Bianchi, Il teatro ragazzi in Italia. Un percorso possibile dal 2008 a oggi (FrancoAngeli, 2022).
Raccoglieremo in questo dossier le segnalazioni di altri spettacoli che possano ampliare questa panoramica.

La scoperta dei sentimenti

A+A Storia di una prima volta
(2020)
Di Giuliano Scarpinato e Gioia Salvadori. Regia di Giuliano Scarpinato. Con Emanuele Del Castillo e Beatrice Casiroli. Produzione Giuliano Scarpinato.

Come nasce e si sviluppa l’amore tra due adolescenti ai tempi dei social?
Ce lo racconta in modo ironico e coinvolgente il regista siciliano Giuliano Scarpinato, che ha concepito la drammaturgia con Gioia Salvatori, in toni da commedia, con leggerezza, senza alcuna ombra di volgarità, con la presenza di video e audio dei tanti A+A che popolano il mondo.

“A.
non è come gli altri
non sa come si fa a scambiarsi la pelle, togliersi la buccia,
spremere la polpa
a un bacio, non lo sa cos’è.
A. non sa dove finisce il suo corpo, ha un ciuffo fuori posto
e la camicia stropicciata, sempre.
A è di A., e di nessun altro.”

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Venere / Adone
Se l’inverno è soltanto un’estate che non ti ha conosciuto, ovvero perché si soffre per amore oggi come ieri – ateatro.it
(2021)
Di Danilo Giuva e Annalisa Calice. Con Danilo Giuva. Produzione Compagnia Licia Lanera.

E’ possibile parlare agli adolescenti di Amore attraverso il Mito, magari con l’aiuto di Shakesperare?
E’ possibile parlare agli adolescenti dell’attrazione amorosa tra due uomini, attraverso un racconto autobiografico?
Anche per raccontare come il tormento faccia parte dell’amore fin dall’inizio dei tempi e in tutti i rapporti tra gli esseri umani di ogni età?

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Storia di un no
(2020)
Di e con Annalisa Arione e Dario De Falco. Produzione Arione De Falco.

Annalisa Arione e Dario De Falco, senza scenografie, affidandosi alla loro capacità di creare spazi di forte immaginazione, dove si muovono personaggi ricchi di senso e di storie, ci narrano dell’affacciarsi all’amore dell’adolescente Martina e dei rischi legati impliciti un periodo della vita dove a volte le emozioni arrivano prima delle parole che servono per spiegarle.

La cultura motore della vita

Alberto Manzi: storia di un maestro
(2021)
Di Daniela Nicosia. Regia Daniela Nicosia. Con Marco Continanza e Massimiliano Di Corato. Produzione TIB Teatro.

Lo spettacolo, che pone al centro il problema dell’educare, ripercorre senza retorica la biografia del “Maestro d’Italia” che con la trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi insegnò a milioni di persone a leggere e a scrivere. Attraverso il rapporto tra Manzi e un ragazzo conosciuto nel carcere dove insegnava, approfondiamo il suo metodo di insegnamento, basato soprattutto sull’educare al piacere del pensiero, vero argine contro la delinquenza.

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La famiglia

Beata gioventù
(2018)
Di Valeria Cavalli. Regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido. Con Andrea Robbiano, Claudia Veronesi. Produzione Quelli di Grock /MTM.

Attraverso il dialogo tra un padre e sua figlia, Beata gioventù tocca l’urgente tema della comunicazione fra genitori e figli, che può diventare un incontro anche quando è uno scontro, aprendo una riflessione sull’importanza del tempo che è necessario dedicare e dedicarci per arricchire i rapporti umani.

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Tre
(2019)
Drammaturgia e regia di Marta Abate e Michelangelo Frola. Con Simone Benelli, Chiara Leugio e Francesco Fontana. Produzione Scenamadre.

Un’eccellente radiografia della famiglia, attraverso i rapporti che intercorrono sul palco tra due genitori e un figlio, spesso intrisa di ironico sarcasmo, in cui lo spettatore adolescente può facilmente rispecchiarsi, riconoscendo molti dei meccanismi che condizionano le scelte della sua giovane età, Ma anche i genitori possono percepire la grande responsabilità del loro difficile compito.

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Il figlio che sarò
(2020)
Un progetto di Giuseppe Semeraro e Gianluigi Gherzi. Regia Fabrizio Saccomanno. Con Giuseppe Semeraro e Gianluigi Gherzi. Produzione Principio Attivo Teatro.

Attraverso il rapporto tra un padre e un figlio, insegna la leggerezza di essere figli, per scoprire il piacere di diventare padri.

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Il bullismo

Io me ne frego
(2014)
Di Valeria Cavalli. Regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido. Con Andrea Battistella e Antonio Brugnano. Produzione Quelli di Grock /MTM.

Lo spettacolo, attraverso l’amicizia di due ragazzi, svela un rapporto che nel tempo diventa oppressione di uno nei confronti dell’altro, affrontando di petto il tema del bullismo.

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Branco di scuola. Una semplice storia di bullismo
(2009)
Di e con Guido Castiglia. Produzione Guido Castiglia/Nonsoloteatro/Unoteatro.

Lo spettacolo, sviluppando il tema del bullismo, entra direttamente nel vissuto dei ragazzi, richiamandone le caratterizzazioni e i tic, senza mai però parodiarne le movenze. In questo modo essi si riconoscono perfettamente in ciò che vedono sul palco e possono, con immediatezza, ragionare sul concetto di dignità che può essere ferita anche da piccoli gesti ma che può essere recuperata con altrettanti di fervida condivisione.

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Terry
(2019)
Il leone che striscia
(versione digitale)
Uno spettacolo di Davide Giordano. Collaborazione artistica di Riccardo Reina. Con Davide Giordano e Simone Mastrocinque. Produzione Davide Giordano/Teatro delle Briciole/Micro Macro/Piccionaia.

Terry, personaggio affabile e simpatico, ottiene subito i favori del pubblico. Non si lascia sfuggire l’occasione per dialogare con gli spettatori e per carpirne la benevolenza. E per dimostrarcelo ancor meglio, invita uno dei ragazzi del pubblico a salire sul palco, per confrontarsi con lui. Poco alla volta, prima impercettibilmente, poi in modo sempre più esplicito, Terry mette il suo occasionale interlocutore sempre più a disagio: e se inizialmente la platea ride e partecipa al rito del massacro del compagno, salito sul palco, alla fine si raggela, dividendosi. Il bullismo dunque non viene raccontato ma realmente vissuto in scena o in un apposito progetto in classe e sul computer.

Scegliere tra il bene e il male

Foto di M. Zanghellini

Caino e Abele
(2016)
Testo e regia di Manuela Capece e Davide Doro. Con Emanuele Segre e Florian Piovano/Manuel Dinardo/Alberto Galluzzi. Produzione Compagnia Rodisio.

Partendo da una storia che fa parte dell’immaginario di tutti, quella di Caino e Abele, Davide Doro e Manuela Capece riescono a parlare in modo diretto agli adolescenti contemporanei di amore e violenza con gli stessi linguaggi che loro utilizzano, dall’hip hop a immagini di arte grezza. Linguaggi diversi si esprimono in sintonia con la danza e con la personalità dei due protagonisti.

L’adolescenza e i sentimenti che la percorrono

Foto di Roberto Rognoni

Fuori misura. Il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno
(2014)
Di Valeria Cavalli. Regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido. Con Andrea Robbiano. Produzione Quelli di Grock/MTM.

Lo spettacolo ha un doppio intento: approfondire vari aspetti del poeta marchigiano e nel contempo utilizzare la sua vita e la sua poesia per parlare dei sentimenti che vivono gli adolescenti. Il tutto spiegato da un professore, ben interpretato da Andrea Robbiano, in una lezione ai propri alunni.

Foto di Luciano Paselli

Gli equilibristi
(2006)
Drammaturgia di Giulia D’Amico, Pietro Floridia, Valentina Kastlunger e Andrea Paolucci. Regia di Andrea Paolucci. Con Caterina Bartoletti, Lorenzo Cimmino, Giovanni Malaguti, Ida Strizzi. Produzione Teatro dell’Argine.

La giornata di quattro compagni di classe, dal risveglio al mattino fino all’ultima ora di scuola, con tutte le loro piccole e grandi paure. La metafora dell’equilibrismo, espressa dagli interpreti sia sulla pedana sia su una parete scoscesa, rende efficacemente l’idea del senso di fragilità e di insicurezza dell’età che lo spettacolo porta in scena.

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Foto di Eliana Manca

E la felicità, prof?
(2022)
Di Riccardo Spagnulo da Giancarlo Visitilli. Con Riccardo Spagnulo/Luigi D’Elia. Produzione Teatri di Bari.

La narrazione ripercorre con forte intensità il primo e il secondo quadrimestre di una classe superiore. Attraverso le storie dei ragazzi e delle ragazze con cui l’insegnante viene in contatto, vengono esplicitate le difficoltà, le speranze e le disillusioni di un’età cosi particolare, riuscendo nel contempo a far conoscere meglio anche la natura umana e professionale del prof.

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Lasciateci perdere!
(2010)
Per la strada
(2006)
Di Bruno Stori. Regia Fabrizio Visconti, Bruno Stori. Con Rossella Rapisarda, Davide Visconti, Filippo Ughi (precedentemente Matteo Lanfranchi, Salvatore Arena). Produzione Eccentrici Dadarò.

Una fuga raccontata da due angolazioni diverse: quella di tre ragazzi alla ricerca della libertà, un episodio che accade inevitabilmente durante l’adolescenza; e quella dei loro genitori, che vanno alla loro ricerca, o meglio alla ricerca di sé stessi. Sono rari i momenti dove figli e padri possono riconoscere sulla scena i loro mondi, le loro speranze e e le loro paure, stando fianco a fianco. Il progetto testimonia in modo lampante e naturale come il teatro ragazzi sia in grado di sperimentare nuovi linguaggi, indagando realtà completamente diverse, avendo tra le sue funzioni specifiche quella di collegare tra loro le varie generazioni.

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Foto di Riccardo Farina

Mi chiamo Andrea, faccio fumetti
(2018)
Di Christian Poli. Regia Nicola Bonazzi. Con Andrea Santonastaso. Produzione Teatro dell’Argine.

Narrandoci la storia del famoso e tormentato fumettista Andrea Pazienza, ci mostra i fermenti che animano qualunque adolescente che vuole cambiare il mondo e al tempo stesso un periodo particolare della storia del nostro paese, gli anni Settanta del secolo scorso, pieni della vulcanica speranza di sovvertire le regole di un mondo che non ci piaceva. Uno spettacolo poetico e commovente, capace di evocare un mondo e un’arte che non ci sono più.

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Storto
(2018)
Drammaturgia di Andrea Falcone e Matilde Piran. Illustrazioni di Mattia Vegni. Regia di Giacomo Bogani. Con Davide Arena/Stefano Iagulli ed Elisa Vitiello. Produzione InQuanto Teatro.

Storto, presentandosi come una graphic novel teatrale, spietata e pop, ci parla di una fuga e di un ritorno indagando le varie diversità che popolano il mondo. Il progetto nasce dalla convinzione che ci sia bisogno di onestà e in una certa misura di “spietatezza” per avviare una riflessione con i più giovani sull’età che stanno vivendo, nel rispetto della loro intelligenza.

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Straniero due volte
(2017)
Testo e regia di Renata Coluccini. Con Andrea Panigatti, Marta Mungo, Gabriele Bajo. Produzione Teatro del Buratto.

Alessio, sua sorella Ludovica e il Crudo, il suo migliore amico, sono tre adolescenti di oggi. Vivono in una grande città, a scuola si annoiano e dunque ogni tanto “bigiano” e vanno a bighellonare in periferia, fra edifici dismessi, Tre ragazzi che si sentono, per motivi diversi, “stranieri”, a tratti anche verso se stessi. Estranei alla propria famiglia, al mondo che li circonda, persino ai loro stessi modi di fare e alle parole pronunciate in particolari situazioni, magari per non rivelare il proprio io non omologato. Una storia di crescita e di affrancamento da vincoli e stereotipi, di litigate e di risate, di baci e di schiaffi, narrata con spigliatezza e coinvolgimento, scegliendo la prospettiva dell’adolescente anziché quella paternalistica dell’adulto.

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Short Skin
(2016)
Progetto e regia di Massimiliano Cividati. Con Camilla Pistorello, Marco Rizzo, Libero Stelluti, Camilla Violante Sheller, Matteo Vitanza. Produzione Aia Taumastica.

Attraverso situazioni spesso paradossali, soliloqui, confessioni disarmanti, ci immergiamo in un vero e proprio percorso all’interno dell’adolescenza, non osservata però negli aspetti più gioiosi di un’età che ci trasporta beatamente dall’infanzia verso la giovinezza, ma come un’età assai difficoltosa, anzi vissuta con angoscia, piena di dubbi e incertezze, piena di voglie inespresse, appetiti insaziabili di ogni genere, attrazione indiscriminata verso tutte le potenzialità che la vita ci offre sempre alla ricerca di un’identità che non riesce mai a completarsi in modo rassicurante.

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Un principe
(2015)
Drammaturgia e regia di Massimiliano Burini. Costumi e scene di Francesco Skizzo Marchetti. Con Daniele Aureli, Amedeo Carlo Capitanelli, Andrey Maslenkin, Greta Oldoni, Raffaele Ottolenghi, Matteo Svolacchia, Giulia Zeetti. Produzione Occhi sul Mondo.

E’ certo possibile proporre Amleto agli adolescenti, mettendolo se è possibile al servizio del loro sentire, adeguandolo alla loro fragilità emotiva, in definitiva alla loro volontà di “essere” in un mondo che li spinge a “non essere”. Questa versione del capolavoro scespiriano lo fa in modo profondo e intelligente.

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Janis (Take another little piece of my heart)

Se mi Amy

Janis (Take another little piece of my heart)
(2020)
Ideazione di Luca Cecchelli. Testo, video e regia di Davide del Grosso. Con Marta Mungo e Davide del Grosso. Produzione Teatro del Buratto.
Se mi Amy
(2019)
Di e con Naya Dedemailan. Regia Roberto Anglisani. Produzione Anfiteatro.

Due spettacoli che, prendendo spunto da Janis Joplin e da Amy Winehouse, mettono in relazione le due artiste con l’adolescenza, le sue speranze e problematiche.

Per saperne di più: Janis (Take another little piece of my heart)SE MI AMY 

Foto di Marco Caselli Nirmal

Somari
(2010)
Regia, drammaturgia di Francesca Cavallo. Con Renato Avallone, Valentina Scuderi/Elisa Bottiglieri e Marco Ripoldi. Produzione Kilodrammi.

Attraverso l’occupazione di una scuola da parte di tre ragazzi accomunati da tre normali diversità (l’ultimo della classe, ribelle e refrattario agli studi; una ragazza timida e respinta da tutti; il primo della classe che si rivelerà alla fine il più bisognoso di aiuto in un mondo che respinge ogni tipo di competenza), è una creazione originale di intensa e necessaria emozione sull’adolescenza e sulla scuola, sul bisogno di essere ascoltati, sulla necessità di sentirsi rappresentati in un mondo che ti infarcisce di facili promesse, sopprimendo i tuoi sogni e le tue speranze.

Le dipendenze

La trilogia delle dipendenze

Binge Drinking. Mondo liquido
(2011)
Nella rete
(2013)
Io me la gioco
(2015)
Produzione Teatro del Buratto/Renata Coluccini.

Renata Coluccini crea per il milanese Teatro del Buratto tre spettacoli sulle dipendenze nel mondo degli adolescenti: Binge Drinking. Mondo liquido (testo scritto con Mario Bianchi) dedicato all’abuso di alcool, Nella rete (2013), dedicato al cyberbullismo, Io me la gioco (2015), dedicato al gioco d’azzardo. Gli spettacoli raccontano in modo immediato, mai retorico, le tre problematiche, mettendo in scena direttamente la vita dei ragazzi in cui gli interpreti di volta in volta si immedesimano, in modo sempre convincente, mai banalizzato, anche attraverso una serie di accorgimenti drammaturgicamente plausibili e ricchi di metafore interessanti. I tre lavori, alla fine risultano anche un ottimo veicolo didattico di prevenzione (ognuno di loro è stato seguito da psicologi di grande competenza) delle tre possibili dipendenze, che ogni anno mietono innumerevoli vittime in un’ età che ci prepara alla vita adulta e che dovrebbe essere vissuta attraverso aspirazioni feconde di futuro.

Per saperne di più: Binge Drinking. Mondo liquido / Nella rete

La rete e i social

Blackout – Nel meraviglioso mondo di Uoz(App)
(2018)
Regia di Serena Marossi. Con Federica Madeddu e Luca Citron, Produzione ABC e CSC Anymore.

La compagnia bergamasca Allegra Brigata Cinematica attraverso la danza espone i possibili rischi insiti nelle nuove tecnologie se non usate in modo congruo e consapevole. Davanti ai giovani spettatori si materializza, attraverso una competente gestualità, il mondo (poi non tanto immaginario) di Uoz, dove sono consentiti solo contatti virtuali. Uno spettacolo importante, in cui la danza si sostituisce efficacemente alle parole per esprimere compiutamente ciò che i ragazzi vivono quotidianamente e che possono facilmente destrutturare.

Disconnesso, fuga off-line
(2018)
Di e con Guido Castiglia. Produzione Guido Castiglia per Nonsoloteatro.

Protagonista è un ragazzo, Davide, che vive la sua vita solamente attraverso WhatsApp, Snapchat, Facebook e i giochi online. Ma arriva il giorno in cui accade l’inaspettato: il cellulare si scarica e così si trova disconnesso da tutto. Orrore… o finalmente una nuova vita di affetti?

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La ricerca dell’identità

Barbie e Ken – Riflessioni su un felicità imposta 
(2022)
Ideazione e regia di Filippo Capparella con Saskia Simonet. Con Filippo Capparella e Letizia Buchini. Produzione Teatro de la Fuffa/Fondazione SAT.

Lo spettacolo, attraverso meccanismi ironici, mai banali, parla ai ragazzi di come avvicinarsi alla sessualità, della strumentalizzazione imposta dalla società ai corpi e della stilizzazione di genere a cui vengono sottoposti sia i maschi che le femmine.

Peter Pan guarda sotto le gonne di Liv Ferracchiati

Peter Pan guarda sotto le gonne
(2016)
Di Greta Cappelletti e Liv Ferracchiati. Regia Liv Ferracchiati. Con: Linda Caridi/Wendy, Luciano Ariel Lanza/Ombra, Chiara Leoncini/Tinker Bell, Alice Raffaelli/Peter. Produzione Liv Ferrachiati/The Baby Walk.

Protagonista una ragazzina di 11 anni e mezzo con i capelli raccolti e vestita con abiti maschili, che gioca a calcio inneggiando a Roberto Baggio. Quella è Peter. Peter non è una femmina ma nessuno sembra accorgersene. Peter si trova a dover gestire la scoperta della sua identità, che è altra rispetto a quella che tutti vorrebbero affibbiarle, a cominciare dai suoi genitori e dai suoi amici. Intorno a Peter ruotano altri personaggi per creare, nel segno della scoperta della propria sessualità nel periodo adolescenziale, una coraggiosa e attualissima versione del capolavoro di Barrie.

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Gaya, attenzione fragile
(2015)
Testo e regia di Giuseppe di Bello. Con Naya Dedemailan. Pruduzione Anfiteatro.

Gaya è una ragazza all’apparenza fragile, che si rivolge direttamente al pubblico per narrare in prima persona la scoperta dei suoi sentimenti; a partire da un’infanzia tenera e buffa fino al momento in cui questa si trasforma in un’adolescenza goffa e turbata, all’interno di una famiglia incapace di comprendere la sua realtà, fino alla consapevolezza di sé e della propria omosessualità. Lo spettacolo diventa una riflessione su come la diversità, per nostra fortuna, riguardi ogni più piccolo elemento della nostra vita.

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La sirenetta
(2015)
Drammaturgia di Giacomo Ferraù e Giulia Viana con la collaborazione della compagnia. Regia Giacomo Ferraù con la collaborazione di Arturo Cirillo. Con Riccardo Buffonini, Giacomo Ferraù, Libero Stelluti, Giulia Viana. Produzione Eco di Fondo.

Lo spettacolo, in modo poetico e visivamente significativo, prende le mosse da alcuni episodi tragici e inquietanti che hanno riempito le pagine dei giornali: il suicidio di diversi adolescenti che, sentendosi esclusi dal mondo degli adulti, soprattutto dei genitori, per la scoperta della propria omosessualità non rispettata, e irrisi dai coetanei, decidono di togliersi la vita. La sirenetta si ispira metaforicamente alla celebre omonima fiaba di Andersen, mettendo in scena la condizione di un adolescente che, per un gesto d’amore, rinuncia alla sua stessa essenza (la coda) nel disperato tentativo di essere amato.

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