Short Out a Lainate | Il margine al centro

Il report per TourFest 2023

Pubblicato il 04/08/2023 / di and / ateatro n. 193 | TourFest 2023

Come è nato Short Out

Chi è nato e cresciuto nella provincia di Milano, e abita in città-dormitorio, ha impressione che la cultura, la vita attiva, si viva nel centro della città, che appare lontano, quasi irraggiungibile. Se non hai la macchina puoi solo incontrarti in piazza a bere e parlare.
A Lainate la piazza è sempre stata Piazza Vittorio Emanuele II, con la frequentatissima Locanda al Cinque. Molti degli attuali organizzatori di Short Out si trovavano, anni prima, proprio lì a parlare di cinema e a gettare i presupposti del festival, per creare anche in provincia un luogo dove discutere di cinema e di cultura.
Ideato nel 2021 dall’associazione Tutti Frutti ETS, Short Out è un festival internazionale di cortometraggi. Nasce dalla volontà degli organizzatori, tutti under 35, di promuovere l’inclusività e la cultura nella provincia di Milano. La seconda edizione si è tenuta dal 12 al 15 luglio 2023 a Villa Litta: cinque giorni di cortometraggi, eventi, riflessioni intorno al margine e al cambiamento climatico, e dj-set tutte le sere.

Villa Litta

Il festival ha confermato la location di Villa Litta a Lainate, storica dimora patrizia immersa nel verde. Villa Visconti Borromeo Arese Litta – per gli amici Villa Litta – è stata realizzata nel XVI secolo e mantiene intatto il suo fascino: il Ninfeo, teatro di ingegnosi giochi d’acqua, è una delle attrazioni più apprezzate. La varietà degli ambienti crea un continuo stupore: grandi mosaici con ciottoli tondi neri e bianchi, che ripetono in ogni sala complessi intrecci, grotte popolate da statue neoclassiche, fauni e unicorni che spuntano dalle nicchie, un mondo fantastico, immerso in finte grotte naturali, grottesco, creato per meravigliare chiunque vi entrasse. Nei giorni del festival, in collaborazione con l’Associazione Amici di Villa Litta, un calendario speciale di aperture ha offerto ingressi ridotti per i partecipanti di Short Out.
Il festival si svolge nel cortile d’onore, circondato dagli edifici più antichi – la villa signorile cinquecentesca, la scuederia e il “Quarto Nuovo”, edificio settecentesco – e nel teatro naturale, in un connubio tra arte, storia e intrattenimento. Nel cortile, gli spazi si animano grazie a incontri, live e mostre. Ma ci sono anche un’area food che ospita diversi stand, una biblioteca temporanea con diverse proposte relative al cinema, un’area market con due bancarelle selezionate: This is not a love song, un progetto che unisce musica, film e fumetto in un formato editoriale atipico, con musicassette e VHS illustrati da diversi autori, tra i quali Zerocalcare che reinterpreta Star Wars, o Zuzu che disegna La notte di Michelangelo Antonioni, e Minimal incipit prodotti da esposizione con incipit letterari e musicali in vari formati, unite a illustrazioni evocative e dal design minimale.

Come si svolge la serata

L’organizzazione delle serate è precisa e fluida. Ognuna delle cinque giornate si apre con un talk di approfondimento: sul palco si alternano Christian Raimo con una conversazione sui fascismi, Luciano Crespi, docente di design al Politecnico di Milano, in dialogo con Fiamma Invernizzi di Isplora, Flavio Piccoli che presenta Melting Media, la mostra organizzata all’interno della Villa durante il festival. Sabato è il turno di Gabriele Micalizzi, fotoreporter italiano noto per aver documentato scenari di guerra e di confine, dalla Striscia di Gaza all’Afghanistan, fino a Mariupol e al Donbass.
A seguire, la proiezione dei cortometraggi nel cinema naturale – cinque o sei a serata, per un totale di 22 proiezioni – mentre il cielo di metà luglio si scurisce a poco a poco. I posti a sedere sono ridotti, duecento, con la possibilità di prenotare il biglietto in anticipo, gratuitamente. Dopo la proiezione il pubblico ha la possibilità di votare, con tre gettoni, i propri cortometraggi preferiti. I conteggi decreteranno il vincitore del premio del pubblico. Infine, sul palco si incontrano i registi, in una conversazione informale sulla nascita, i retroscena e i significati dei loro corti.

La selezione dei cortometraggi

La call per i cortometraggi, aperta a gennaio e chiusa a maggio 2023, ha raccolto 226 cortometraggi provenienti da 42 paesi, distribuiti in 5 continenti: dall’Italia al Canada, dalla Polonia alla Cina, fino ad Australia, India e Iran.
La selezione, che ha coinvolto i due direttori artistici Odoardo Maggioni e Luca Garavaglia, è stata operata tenendo conto di diversi criteri: non sono stati privilegiati equilibri tra le proiezioni nazionali e internazionali, ma piuttosto la qualità e la godibilità del pubblico. L’insieme delle proiezioni non ha mai superato le due ore a serata.
Le proiezioni alternano generi e stili di regia differenti, mantenendo sempre viva l’attenzione degli spettatori. Si spazia dalle atmosfere spettrali di Anaklia di Elisa Baccolo – cortometraggio vincitore del premio della giuria 2023 -, girato nell’omonima città al confine tra la Georgia e l’Abcasia, progettata inizialmente per essere una località turistica, ad oggi semi-abbandonata; a progetti d’animazione come Lights di Jitka Nemikinsovà, ambientato in una città di lampadine, vecchie fiamme tramutate in luce elettrica per proteggersi e prosperare; a storie malinconiche come Il rimbalzo del gatto morto di Antonio Valvo, che con delicatezza porta in scena l’angoscia del sentimento non corrisposto e il bisogno di essere amati. E poi storie distopiche, cortometraggi da installazione artistica, momenti comici e commoventi. Particolarmente riuscito Nighbour Abdi di Douwe Dijkstra, un cortometraggio che attraverso l’esposizione dei momenti di ripresa, della produzione di effetti speciali e grazie alla testimonianza diretta di Abdi, mostra come destrutturando il linguaggio del cinema si possa raccontare un passato di violenza e guerra, compreso nella sua realtà, evitando il sensazionalismo cinematografico.

Un terreno fertile per confrontarsi non solo sul cinema

Short Out offre dalla sua nascita un terreno di confronto per la giovane cinematografia italiana e internazionale. Quest’anno ha scelto di affrontare – in parallelo al discorso intorno al cinema – la crisi climatica e il modo in cui viene comunicata dai media, attraverso la mostra Melting Media. Ai margini della crisi climatica. L’obiettivo delle opere è superare l’immaginario stereotipato rappresentato dai media dominanti, che mostrano la questione climatica come distante, lontana dalla quotidianità e dai luoghi in cui abitiamo, e riportarla qui, alla nostra portata, a Lainate.
La mostra allestita all’interno dell’antica villa signorile, la “Riposteria”, in cui si attraversano sale affrescate nel tardo Cinquecento lombardo, si compone di otto opere di cinque giovanissimi artisti. Le opere mostrano, utilizzando diversi linguaggi, quali sono le specie vegetali infestanti che hanno invaso le zone verdi di Lainate, quali gli impollinatori che stanno realmente scomparendo, e come si è organizzata la vita della cittadina nel tempo, attraverso la sovrapposizione e rielaborazione di mappe della città. Per finire, nell’ultima sala, è esposta la fotografia di Sara Zanoni e Valentina Carnevali Questa non è una cena, che mostra, in uno scenario surreale, quale sarà il futuro della nostra tavola. La mostra è risultata veramente fruibile se spiegata dagli operatori, che venerdì hanno dedicato una serata al tema con un talk di approfondimento iniziale e un evento dedicato al cinema di Silvio Soldini.

Progetti futuri

Con l’obiettivo di essere un centro sempre più dinamico e culturalmente stimolante, Short Out nei prossimi anni vuole coinvolgere nei suoi progetti le scuole della provincia, per inserire anche i ragazzi e le ragazze in questo dialogo sul cinema. I progetti interesseranno i comuni attorno a Lainate e le altre ville della zona, allargando la rete e il territorio di promozione culturale, per implementare le buone pratiche di sostenibilità e di diffusione della cultura.
E’ una buona direzione da percorrere per Short Out, che potrà coinvolgere sempre più pubblico locale e consolidarsi come punto di riferimento culturale nella provincia di Milano.




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