Ateatro entra nel team di All Hands on Stage, progetto europeo sulla professionalizzazione dei detenuti

Partner il Teatro dei Venti (Talia), aufBruch (Germania), Sommerblut Kulturfestival e.V. (Germania), Fabrika Athens (Grecia), Kolektyw Kobietostan (Polonia), CRI - Institut za performativneumetnosti i socijalni rad (Serbia)

Pubblicato il 12/09/2023 / di / ateatro n. 189

Siamo felici di annunciare che Ateatro è entrato nel team di progetto Creative Europe All Hands on Stage. Theatre as a tool for professionalisation of inmates, che ha come capofila il Teatro dei Venti e coinvolge aufBruch – Berlino (Germania), Sommerblut Kulturfestival e.V. – Colonia (Germania), Fabrika Athens – Atene (Grecia), Kolektyw Kobietostan – Wroclaw (Polonia), CRI – Institut za performativneumetnosti i socijalni rad – Belgrado (Serbia), presenti negli Istituti Penitenziari dei rispettivi oaesi.

Il progetto All Hands on Stage

Nell’autunno 2022 il Teatro dei Venti ha vinto il bando della Comunità Europea Creative Europe con il progetto All Hands on Stage. Theatre as a tool for professionalisation of inmates, che coinvolge nell’arco di trtenta mesi organizzazioni e Istituti Penitenziari di 5 paesi, quattro dell’Unione Europea (Italia, Germania, Polonia e Grecia) e uno dai Balcani occidentali (Serbia).

Il titolo All Hands on Stage è ispirato a un detto marinaresco inglese, “All hands on deck”, letteralmente “Tutte le mani sul ponte”, usato quando è necessario l’aiuto di tutti per raggiungere un obiettivo.
AHOS mette in relazione il mondo del teatro e quello della detenzione, stabilendo un contatto di collaborazione profonda per contribuire alla creazione di buone pratiche a livello europeo, sviluppando e sperimentando un percorso di formazione e accompagnamento per la professionalizzazione dei detenuti in ambito teatrale (recitazione, tecnica, scenografia, costumi, luci e audio). L
Obiettivi del progettto:
# rafforzare e valorizzare le competenze degli operatori professionali che già svolgono attività teatrali in carcere, attraverso un confronto a livello europeo;
# sviluppare e pilotare un corso di formazione per gli operatori culturali che intendono lavorare in carcere, finalizzato a diffondere e incrementare le buone pratiche del teatro in carcere su tutto il territorio nazionale;
# sensibilizzare il pubblico teatrale e i principali stakeholder sull’importanza di questo nuovo percorso professionale non solo per il singolo detenuto, ma per la società nel suo complesso.

Per il Teatro dei Venti, che lavora con la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia dal 2006, e nella Casa Circondariale Sant’Anna di Modena dal 2014, è un ulteriore sviluppo di un’attività che dura da tempo:

Questo nuovo progetto ufficializza un percorso che abbiamo da tempo avviato all’interno delle carceri di Modena e Castelfranco Emilia – dice Stefano Tè, direttore artistico della compagnia – un percorso che ha a che fare col teatro e con le diverse professioni del teatro. Quindi non solo quella parte che consideriamo prettamente artistica, ma anche quella legata alla formazione di tecnici luci, tecnici audio, scenografi. Questa è una occasione importante perché si condivide soprattutto con altri partner europei una modalità, una modalità che può essere vincente perché. risponde a una doppia necessità. La necessità del mondo culturale di trovare tecnici formati e la necessità di detenuti ed ex detenuti di far fronte al post detenzione, a questo passaggio estremamente delicato tra il dentro e fuori. Quindi questo progetto vuole dare una possibilità non solo di formazione, ma anche di lavoro, e questo è l’elemento innovativo. Fare teatro abbraccia un concetto più ampio, non solo stare in scena, ma stare anche dietro la scena. Anche pensare a un disegno luci, pensare una soluzione per una scenografia, per una pedana, per un allestimento è fare teatro, è pratica teatrale. Noi crediamo che questa visione possa dare possibilità concrete, perché l’accesso al mondo del teatro, se è solo pratica artistica, rischia di essere un limite, perché è molto complesso fare del teatro un’esperienza lavorativa permanente, probabilmente l’esperienza tecnica può essere più concreta e immediata.

Il ruolo di Ateatro

Ateatro, nelle figure di Oliviero Ponte di Pino e Giulia Alonzo, ha il compito di osservare, analizzare e riportare i processi di lavoro, per individuare le buone pratiche. L’obiettivo è quello di redarre un handbook metodologico, per diffondere quanto emergerà da questi 2 anni di lavoro. A febbraio 2023 c’è stato il primo kick-off e il progetto ha avuto effettivamente avvio. In questi mesi, mentre le compagnie dei diversi paesi sono impegnati nella creazione di gemellaggi, osservando da vicino i lavori dei partner, il team di Ateatro sta conducendo una serie di interviste per conoscere meglio le metodologie di lavoro di ogni partner.




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