Come cambia l’ETI

L'atto di indirizzo 2007

Pubblicato il 10/04/2007 / di and / ateatro n. 108

ATTO DI INDIRIZZO PER L’ATTIVITA’ DELL’ENTE TEATRALE ITALIANO PER L’ANNO 2007
2 APRILE 2007
Il presente atto, si propone di indicare le nuove linee di indirizzo strategico che, pur nel rispetto dell’autonomia progettuale e operativa dell’ETI, dovranno informare l’attività dell’Ente Teatrale Italiano per l’anno 2007, definendone la missione alla luce delle disposizioni statutarie del 4 marzo 2002 e successive modifiche.
L’articolo 2 dello Statuto, secondo le finalità, lo spirito e i limiti previsti dalla legge istitutiva del MiBAC, assegna all’ETI lo scopo di contribuire alla valorizzazione e alla diffusione della cultura e delle attività teatrali di prosa, musicali e di danza.
In particolare lo Statuto stabilisce che l’ETI svolga – entro il vincolo del rispetto del bilancio e il buon uso delle risorse – attività di promozione culturale sia in Italia che all’estero, compiti di valorizzazione del patrimonio artistico e del repertorio contemporaneo, del rinnovamento dei linguaggi della scena e dell’interdisciplinarietà delle arti, dedicando una particolare attenzione al rapporto con il mondo dell’Istruzione e dell’Università e alla formazione e informazione del pubblico, nonché alla diffusione dello spettacolo con il supporto delle nuove tecnologie e dell’emittenza televisiva anche attraverso specifici accordi di collaborazione.
A questo scopo l’Eti dovrà, quindi, svolgere un ruolo di dialogo sia con le istituzioni nazionali che con quelle internazionali, pubbliche e private, sia con la parte più vitale e prospettica del sistema artistico, produttivo e gestionale, senza trascurare il patrimonio della tradizione teatrale italiana e senza sovrapporsi alle funzioni svolte da altri, né proporsi come competitore, e distributore sul mercato dello spettacolo dal vivo.
L’Ente Teatrale Italiano dovrà improntare la propria azione ai principi della sussidiarietà e complementarità sia nei confronti del sistema teatrale che nei confronti degli assetti istituzionali centrali e delle autonomie locali, privilegiando il metodo della programmazione negoziata.
Pertanto l’ETI dovrà:
1. Promuovere la collaborazione artistica internazionale individuando, d’intesa con altre analoghe istituzioni straniere, bisogni, prospettive e strategie comuni, costruendo forme di partenariato per creare occasioni progettuali e condizioni di sviluppo dei nuovi linguaggi, prevedendo anche azioni formative destinate al perfezionamento artistico. La qualità del teatro italiano dovrà essere sostenuta sia attraverso iniziative di rappresentanza definite ai più alti livelli istituzionali, sia con la promozione che l’ETI può svolgere presso festival, strutture ed istituzioni straniere, per favorire la presenza di artisti e spettacoli italiani all’estero. Per la realizzazione delle proprie attività l’istituto potrà anche operare di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Ministero degli Affari Esteri, collaborando e partecipando ai grandi eventi culturali e di spettacolo da essi promossi.
2. Sviluppare, in un ridisegno del sistema teatrale nazionale, funzioni di supporto all’azione concorsuale tra Stato, Regioni ed Enti Locali, attraverso il metodo della concertazione, anche collocando la propria azione nell’ambito di quanto previsto dal “Patto siglato il 25.01.2007 tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni, le Province e i Comuni”, mettendo a disposizione il proprio patrimonio di conoscenze e le proprie competenze tecniche, favorendo l’attuazione dei singoli piani specifici di promozione della cultura e delle attività teatrali di prosa, musicali e di danza nelle diverse realtà territoriali favorendo gli scambi interregionali e le azioni di riequilibrio del sistema con particolare riferimento alle aree meno servite del Paese.
3. Valorizzare, in applicazione dell’art. 2 dello statuto dell’ETI, l’innovazione, la sperimentazione dei nuovi linguaggi della scena, le giovani generazioni. In tale contesto l’ETI potrà dialogare con festival e premi che svolgono funzioni di osservatorio delle nuove generazioni.
4. Promuovere la formazione del pubblico, come previsto dall’art. 2 dello Statuto, valorizzando e incentivando, anche in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione e le altre istituzioni competenti, l’esperienza maturata in ambito scolastico e universitario. L’ETI dovrà curare un progetto nazionale dedicato all’educazione al teatro, con particolare riferimento al pubblico scolastico, avendo per obiettivo una formazione cosciente e motivata del pubblico di domani. Alla luce degli attuali orientamenti e così definiti gli ambiti di azione propri dell’ETI è necessario e conseguente dare applicazione all’art. 3 dello statuto relativo ai teatri di proprietà o in diretta gestione. Quindi l’ETI dovrà:
5. In attuazione dell’art. 3 dello Statuto i teatri attualmente di proprietà o in gestione dell’Ente dovranno essere progressivamente dismessi, con deliberazione, motivata, del CdA di riorganizzazione del sistema e attraverso accordi con gli enti locali e territoriali di riferimento senza escludere, ove opportuno, soluzioni che comportino il coinvolgimento di partner privati. Tale superamento dovrà avvenire preservando la destinazione d’uso degli spazi teatrali, valorizzando il patrimonio culturale e teatrale delle sale e garantendo i livelli occupazionali del personale in servizio. A tal fine il Consiglio di Amministrazione dovrà predisporre entro 180 giorni un piano di fattibilità che individui, con i soggetti interessati, le nuove modalità di gestione. Tale piano dovrà, comunque, prevedere un unico spazio teatrale nella capitale, in dotazione dell’ETI, destinato ad accogliere spettacoli ed esperienze artistiche d’eccellenza individuate su scala nazionale ed internazionale. 6.
Per la realizzazione delle finalità sopra richiamate l’Ente Teatrale Italiano dovrà informarsi ai principi sanciti dalla Legge 165/2001 e tener conto delle corrette relazioni sindacali.
IL MINISTRO Francesco Rutelli

Queste le dichiarzioni del direttore Ninn Cutaia a proposito delle nuove poliiche dell’ETI, rilascate al “Giornale dell Spettacolo”.

Ninni Cutaia, da febbraio direttore generale dell’Ente teatrale italiano, parla al “Giornale dello Spettacolo” della nuova missione affidata all’Eti dal ministro Rutelli.
”In un Paese – dice – in cui non sempre c’è limpidezza dal punto di vista istituzionale, l’atto del ministro Rutelli chiarisce una volta per tutte le funzioni di un ente nazionale”.
Il nuovo piano, che Cutaia sta elaborando, sarà pronto per settembre. “L’importante – sottolinea – è chiarire quanto sia fuori luogo che un’istituzione nazionale come l’Eti, alla luce degli sviluppi del Titolo V della Costituzione, sia un competitore nei territori. In altri Paesi, organismi simili all’Eti, non praticano competizione né distribuzione”.
E precisa: “la distribuzione significa collocare una compagnia in un certo territorio. La promozione è un’altra cosa; significa cercare, informarsi sulle nuove leve, andarle a vedere, accompagnarle nei vari percorsi artistici, segnalarle, proporle ai teatri, ma senza occuparsi della distribuzione. La distribuzione centralistica è una funzione desueta”.
Sulla prevista dismissione dei quattro teatri gestiti dall’Eti, Quirino e Valle di Roma, Duse di Bologna e Pergola di Firenze, Cutaia afferma che “farà certamente liberare delle energie finanziarie da dedicare alla nuova missione dell’ente. L’Eti per il 2007 ha un contributo da parte dello Stato di 11 milioni e 600mila euro. Noi contiamo di liberare il 60% di questa somma per il nuovo progetto al quale siamo stati chiamati dal ministro. Sarà comunque salvaguardato in maniera chiara il livello occupazionale dei teatri, in cui attualmente lavorano 180 persone. Così come saranno salvaguardati la destinazione d’uso e il patrimonio territoriale. La prima azione sarà quella di colloquiare con gli enti locali. Nulla esclude che vi sia un atteggiamento positivo da parte dell’imprenditoria privata”. Inoltre Cutaia sostiene che “l’Eti manterrà comunque uno spazio teatrale a Roma. Il Valle è di proprietà dell’Eti e potrebbe essere preso in considerazione, ma al momento non si escludono altre soluzioni”.
L’atto del ministro Rutelli indica altresì la necessità di un istituto pubblico capace di svolgere attività di promozione culturale e di progettazione sia in Italia che all’estero. Per raggiungere questi obiettivi, secondo il direttore generale, l’Eti dovrà “sostenere e accompagnare le giovani generazioni, promuovendo anche relazioni internazionali, in un momento in cui è molto forte all’estero l’interesse per il giovane teatro italiano. Un’istituzione moderna deve essere un punto di riferimento, una casa aperta ai giovani artisti dell’interdisciplinarietà, non solo legata al teatro, ma anche alla danza”.
Per quanto riguarda la formazione del pubblico, “l’Eti con il suo centro teatro educazione ha sviluppato delle attività legate al mondo della scuola e dell’Università che possono tradursi in un progetto nazionale sull’educazione al teatro da svolgere con il ministero della Pubblica Istruzione”.
Infine, per il futuro del teatro italiano, Ninni Cutaia spera in un progetto legislativo “agile, snello, che non fotografi solamente la situazione attuale del sistema, che assicuri continuità ai progetti che hanno valore nel territorio nazionale e indichi anche strade di sviluppo, nel rispetto della libertà degli artisti e della società, e nella speranza di poter avere delle istituzioni attente ai progetti teatrali meritevoli di interesse”.

Francesco_Rutelli_-_Ministro_per_i_Beni_e_le_Attività_Culturali_(con__le_dichiarazioni_del_direttore_Ninni_Cutaia)

2007-04-10T00:00:00




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