Super Ronconi olimpico a Torino

Il progetto Domani: cinque spettacoli dal 2 febbraio all'11 marzo

Pubblicato il 30/05/2005 / di / ateatro n. 085

“Cinque spettacoli teatrali per i cinque cerchi olimpici,” ha esordito Ronconi. “Un contributo culturale per le Olimpiadi Torino 2006 con temi non necessariamente legati allo sport.” E’ il progetto Domani ideato da Walter Le Moli e dal regista per le Olimpiadi della cultura 2006. Gli spettacoli, finanziati dall’assessorato alla Cultura del Comune di Torino (si parla di un investimento di 7,5 milioni di euro), si svolgeranno in luoghi teatrali e non, ed affronteranno 5 temi di ampio interesse: storia, guerra, etica, tecnologia e finanza.
Domani andrà in scena dal 2 febbraio all’11 marzo del prossimo anno in occasione dei giochi olimpici invernali. Nel cartellone trovano spazio un classico come Troilo e Cressida di William Shakespeare e un testo contemporaneo, la Trilogia sulla guerra di Edward Bond. Il primo è la storia di un amore impossibile durante la guerra di Troia, il secondo parla ancora della guerra e dei suoi effetti devastanti sulla società con una lontana possibilità di grande pace. Gli altri tre spettacoli sono Biblioetica di Gilberto Corbellini, Pino Donghi e Armando Massarenti tratta degli sviluppi della biotecnologia, Lo specchio del diavolo di Giorgio Ruffolo delinea una storia dell’economia; infine Il silenzio dei comunisti mette in scena uno scambio di lettere tra Vittorio Foa, Miriam Mafai e Alfredo Reichlin.
Per il capoluogo piemontese, l’iniziativa ha consentito di «riesplorare le potenzialità del tessuto urbano», come ha detto Agostino Re Rebaudengo, presidente della Fondazione dello Stabile cittadino, attraverso il recupero di spazi quali le Fonderie Limone di Moncalieri, ora campus artistico, il Teatro Vittoria, riaperto di recente, e il Cinema Astra che diverrà teatro. Inoltre coinvolgerà molti giovani: nell’ampio team necessario alla realizzazione dell’evento ci saranno ben 120 ragazzi formati professionalmente tramite corsi realizzati apposta.
Per Ronconi il filo conduttore che lega i pezzi teatrali è il conflitto tra le culture, la crisi tra passato e presente che però lascia uno spiraglio per il futuro. “Abbiamo voluto portare sulla scena argomenti che si conoscono poco come la guerra, l’economia e la biotecnologia. Di recente ci si concentra sin troppo sulle ricerche formali, mentre credo che oggi, invece di puntare a tutti i costi ad un “nuovo”, sia tempo di tornare al “necessario”. E quindi trattare anche sul palco i temi che fanno parte della vita. È un’occasione di forte impegno civile, in cui però non voglio proporre soluzioni o panacee: le mie sono ipotesi drammaturgiche per far pensare. E magari per capire dove il nostro teatro può ancora arrivare.”
Intorno all’iniziativa non sono mancate (e non mancheranno) le polemiche, a cominciare da quella sui costi dell’operazione (che è finanziata con fondi extra FUS) e sulla loro gestione.

Redazione_ateatro

2005-05-30T00:00:00




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