ateatro è un sito prelibato, così autorevole e così premiato

L'editoriale di ateatro 85

Pubblicato il 14/06/2005 / di / ateatro n. 085

Siamo molto contenti e orgogliosi di noi: ateatro ha vinto il Premio Hystrio 2005 (“Ah, come siamo bravi!”, ce lo danno sabato 18 giugno a Milano, se ne parla anche nelle news dove c’è la nostra brava motivazione) ed è stato inserito da una indagine indipendente tra i siti italiani più autorevoli (“Ah! che soddisfazione!”). Sappiamo che qualcuno sta morendo d’invidia…
Ma voi che ne dite? Ci stiamo meritando questi riconoscimenti? O siamo troppo rompiscatole e sguaiati, come spettegolano alcuni eroi senza macchia del nostro teatro? Ci farebbe piacere sapere che cosa ne pensate, se davvero dobbiamo essere meno Perfidi, oppure se volete passare qualche soffiata alla nostra disinibita informatrice… (a proposito, secondo Perfida il posto di Nico Galdieri come presidente dell’’ETI lo prende l’’ex revisore dei conti dell’’Ente, Ferrazza).
Nel frattempo, con Franco D’’Ippolito e Mimma Gallina, stiamo pensando alla prossima puntata delle Buone Pratiche. Anzi, pensiamo – se ne avremo le forze – di raddoppiare: un incontro al nord, probabilmente in Veneto, nella prima metà di novembre: l’’incontro avrà finalità e struttura molto diversi da quello (seppur trionfale) di Milano, contiamo di pubblicare il documento preparatorio in uno dei prossimi numeri; ma stiamo progettando anche un’’incursione a Sud, per discutere della “questione meridionale”.
Intanto ateatro continua, numero dopo numero, a raccontare quello che succede nei teatri e dietro le quinte. E discute, discute, discute…
Su ateatro 85, per esempio, si discute moltissimo di Santarcangelo dei Teatri: l’’edizione 2005 è alle porte, il festival ha lanciato per il 4 luglio (Indipendence Day) una mobilitazione nazionale (se non l’’avete letto, il proclama è nelle news…), e soprattutto si attende la nomina del nuovo direttore si stiracchia da settimane, con un dibattito vivacissimo nel forum di ateatro “Fare un teatro di guerra? Nuovo teatro vecchie istituzioni” e un assordante silenzio nel mondo reale. La contesa investe il rapporto tra scena e politica, il ruolo della critica, la crisi del nostro sistema teatrale, ormai tutto festival e niente tournée: per i primi andate a curiosare nell’’apposita sezione del sito, per le seconde leggetevi il corsivo di Franco D’’Ippolito.
Si comincia anche a discutere della Biennale di Venezia: perché in attesa della misteriosa, provocatorio, spontaneista, militante edizione curata da Romeo Castellucci, per il 2006 è già annunciato un ritorno all’ordine, con Maurizio Scaparro che prevede carnevali e celebrazioni di Gozzi e Goldoni.
Si posso avere opinioni diverse anche sulla storiografia del recente teatro. Gerardo Guccini e Laura Curino rispondono alla recensione di Oliviero Ponte di Pino al libro Stabat Mater (su ateatro 84). Ma stiamo solo cercando di capire che cosa è stato (e che cosa è) il teatro di narrazione, mentre arrivano in libreria i racconti di Ascanio Celestini (Storie di uno scemo di guerra da Einaudi), Davide Enia (Italia Brasile 3 a 2 e Maggio ’43 da Ubulibri) e gli Album di Marco Paolini (libro più DVD da Einaudi), che insieme al Kohlhaas di Marco Baliani (che era già diventato un libro qualche tempo fa) hanno inventato un genere.
Però si parla anche d’altro, in ateatro 85. Nevio Gambula è andato a curiosare nel magmatico Fatzer di Brecht – che ossessionava anche Heiner Müller, Concetta D’Angeli spiega che è una buona pratica unire il Tirreno all’’Adriatico, Livorno e Ravenna, l’’Università alle Albe. E si racconta di Artaud (dal convegno di Macerata in occasione di “Macerata I-Mode Visions 2005”) e del laboratorio di webcamtheatre tenuto da Giacomo Verde a Roma. E ancora mille notizie e pettegolezzi. Cliccate e vi sarà dato.

Redazione_ateatro

2005-06-14T00:00:00




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