Dieci anni: ateatro ovvero della libertà
Pensando con affetto ad ateatro
Ho sempre seguito le sorti di www.ateatro.it con grandissimo interesse, partecipandovi saltuariamente (una dozzina gli articoli scritti, non di più), seguendo qualche edizione delle Buone Pratiche, ma sono stata una lettrice molto più assidua.
Per me www.ateatro.it ha avuto un duplice ruolo: quello di fonte inesauribile di materiali, bibliografie, spunti per affrontare articoli, tesi, dottorato.
E quello, ancora più importante, di permettermi, come è nella mia natura, di giocare diversi ruoli nella gioiosa e dolorosa esperienza lavorativa teatrale.
Che cosa ho fatto nel teatro in questa decina d’anni o poco più?
Allieva attrice, allieva regista, regista, assistente alla regia, aiuto regia, impiegata/organizzatrice, impiegata/passacarte, organizzatrice free-lance, imprenditrice (con i confini da adottare quando questo concetto viene applicato al teatro e alla mia piccola associazione, Teatro Iaia), studiosa pagata dall’università ma anche gratis a casa, co-regista, correttrice di bozze e altri lavori che non hanno nomi precisi, ma sempre con un unico denominatore comune: il teatro.
Le ho fatte davvero tutte, nel mio percorso apparentemente scombinato.
Ma è così strano che ci sia una persona che vive nel teatro, che pensa il teatro, che nel teatro trova i mezzi per sopravvivere economicamente, in ruoli non sempre affini al suo percorso (per usare un eufemismo), che passa da un ruolo artistico ad uno impiegatizio, da braccio a mente, da mente a braccio, e poi per fortuna di nuovo il contrario…?
E ateatro è servito, nei momenti di lavoro più neri, quando ero solo braccio e non importava che avessi una mente, a ricordarmi che avevo ancora voglia di scrivere e sapere di teatro, di incontrare gente di teatro, di vedere spettacoli…
Credo sia una situazione che vivono molti di quelli che lavorano nella cultura, per questo mi permetto di scrivere questa piccola testimonianza.
Grazie in primo luogo ad Oliviero, ad Annamaria, a Mimma e a tutti gli altri per la possibilità di esercitare il pensiero, la critica, la trasversalità dei ruoli, in un parola la libertà.
I testi di Clara Gebbia su ateatro
127.71 Il cielo di pietra
Mi chiamo Rachel Corrie con Cristina Spina
di Clara Gebbia
127.81 Dieci anni: ateatro ovvero della libertà
Pensando con affetto ad ateatro
di Clara Gebbia
105.20 Tra teatro e pedagogia
Il progetto “Teatro in visita”
di Clara Gebbia
104.7 BPSUD Le stagioni di Palermo
Il Cartello dei 5 teatri
di Clara Gebbia
103.76 Giovanna Marini in Sicilia
Spettacoli e laboratori ad Alcamo
di Clara Gebbia
100.10 Linterculturalità del teatro
Una introduzione
di Clara Gebbia
98.20 Il poeta fuori dalle caverne
Brevi scritti su Franco Scaldati
di Clara Gebbia
97.81 Teatro di primavera a Palermo
La rassegna quinte(S)senzadiprimavera
di Giuseppe Cutino e Clara Gebbia
81.26 La specificità del segno teatrale
Una questione di gatti
di Clara Gebbia
65.36 Le recensioni di “atetro”: Medea da Euripide
di Emma Dante
di Clara Gebbia
65.18 La natura frattale della realtà (e del teatro)
Alcune riflessioni si Copenaghen di Michael Frayn
di Clara Gebbia
59.30 Le recensioni di “ateatro”: Bascule di Anomalie
a Villa Borghese per “Metamorfosi Festival di confine fra teatro e circo”
di Clara Gebbia
57.30 Le recensioni di “ateatro”: Di animali uomini e dei
di Giorgio Barberio Corsetti, dalle Metamorfosi di Ovidio
di Clara Gebbia
28.6 L’amministrazione e il teatro a Palermo
Una leggenda e un’istantanea
di Clara e Giovanni Gebbia
Clara_Gebbia
2011-07-01T00:00:00
Tag: ateatro (16)
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