Mahmud Darwish in tournée italiana con Sandro Lombardi

Dall'8 al 18 settembre

Pubblicato il 20/08/2005 / di / ateatro n. 087

Dall’8 al 18 settembre il poeta palestinese Mahmud Darwish sarà in Italia per presentare il suo poema Murale (trad. italiana Fawzi Al Delmi, Epoché, 2005 Milano).
Darwish – affiancato da Sandro Lombardi – leggerà il suo poema in alcuni dei principali teatri italiani:

– 8 settembre, Teatro Bibbiena, Mantova (durante la prossima edizione del Festivaletteratura)
– 13 settembre, Teatro Storchi di Modena
– 14 settembre, Teatro della Pergola, Firenze
– 17 e 18 settembre, Teatro Garibaldi, Palermo
La lettura teatrale, in arabo e italiano, sarà a cura di Federico Tiezzi.


Mahmud Darwish
MURALE (incipit)
Trad. di Fawzi Al Delmi
Edizioni Epoché 2005

Ecco il tuo nome,
disse una donna,
e scomparve nel cunicolo sinuoso…

Vedo il cielo laggiù, a portata di mano,
e l’ala di una colomba bianca mi porta
a un’altra infanzia. Non sogno
di sognare. Ogni cosa è reale.
So che abbandono me stesso…
E m’involo. Sarò ciò che diventerò
Nell’ultimo firmamento. E ogni cosa è bianca,
il mare sospeso sul tetto di una bianca nube
e bianco il nulla nel cielo bianco dell’assoluto.
Sono e non sono stato. E sono solo, sul limitare
di questa bianca eternità. Giunto prima della mia ora,
non un angelo è apparso per dirmi:
“Che cos’hai fatto, laggiù, sulla terra?”.
E non ho udito l’esultanza dei giusti,
né il lamento dei peccatori. Sono solo, nel biancore,
solo…
Nulla mi addolora alla soglia della resurrezione,
non il tempo né i sentimenti.
Non sento la leggerezza delle cose né il peso
dei tormenti. Non trovo a chi domandare:
dov’è, ora, il mio dove? Dov’è la città
dei morti e io, dove sono? Non c’è il nulla,
qui, nel non-qui… nel non-tempo,
e non c’è esistenza.

Come se fossi già morto prima d’ora…
So cos’è questa visione, so che
sto andando verso l’ignoto. Forse
in qualche luogo continuo a esser vivo
e so ciò che voglio.

Un giorno sarò ciò che voglio.

Mahmud Darwish

Mahmud Darwish è indubbiamente uno dei più rappresentativi poeti palestinesi del nostro tempo, la voce più importante nella lotta per l’indipendenza palestinese. Da oltre quarant’anni i suoi versi ritraggono profondamente la tragica esperienza della Palestina. Mahmud Darwish nasce a Birwa, un villaggio della Galilea (Palestina), dove trascorre l’infanzia fino al 1948, data in cui la famiglia è costretta all’esilio in Libano. Quando un anno dopo i genitori tentano di tornare in patria, constatano che il loro villaggio è stato raso al suolo e rimpiazzato da una colonia ebraica. Allora raggiungono Dayral-Assad, dove vivranno in semi-clandestinità. A causa delle sue poesie, Darwish sarà imprigionato cinque volte tra il 1961 e il 1967. Lavora come giornalista a Haifa, poi si esilia in Libano dal 1971 al 1982 e infine raggiunge Tunisi. È stato detenuto nelle carceri israeliane, e molte volte costretto agli arresti domiciliari, a causa dei suoi scritti e della sua attività patriottica. Per questi motivi non ha potuto frequentare l’Università. Nel 1970 inizia così a studiare a Mosca, e da qui, nel 1971, si trasferisce al Cairo. Mahmud Darwish è stato a capo del Centro di ricerca Palestinese, editore del giornale Palestinian Affaire Magazine, direttore dell’Associazione degli Scrittori e Giornalisti Palestinesi, fondatore del giornale dell’Associazione, Al Karmil Magazine e, più tardi, membro della Commissione Esecutiva dell’OLP, da cui si è dimesso nel 1993. Nel 1996, dopo 26 anni di esilio, è tornato in Palestina e si è stabilito a Ramallah.

Bibliografia Sintetica
Memoria per l’oblio, Jouvence, 1996
Perché hai lasciato il cavallo alla sua solitudine, San Marco de’ Giustiniani, 2001
Murale, Epoché, in libreria a settembre 2005

Redazione_ateatro

2005-08-20T00:00:00




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