Ma un buon collegamento internet basta per fare una politica culturale?

Una breve nota sul programma elettorale del Movimento Cinque Stelle

Pubblicato il 30/12/2012 / di / ateatro n. 142

Se l’Agenda Monti è un elenco di buone intenzioni, inevitabilmente generico, la “contro-agenda” pubblicata a suo tempo sul sito di Beppe Grillo (e rilanciata di recente) è un elenco di proposte puntuali, che se spesso si concretizzano nell’abolizione di molte leggi attualmente in vigore; a volte risultano confusamente ripetitive: si chiede per esempio la “copertura ADSL dell’intero territorio nazionale” a pagina 7, la “introduzione di ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete” a pagina 8, la “copertura dell’intero paese con la banda larga” a pagina 11.
Se pare facile dichiararsi favorevoli o contrari ai singoli punti, diventa più difficile cogliere linee politiche complessive.
Il termine “cultura” non compare tra i titoli dei sette capitoli in cui è strutturato il Programma, e non figura nemmeno nelle 15 pagine del documento. Una occorrenza si merita l’aggettivo “culturale”, quando si parla del destino della Rai: “un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale, indipendente dai partiti”.
Per il resto, prevedibile enfasi sul web (a partire dalla “cittadinanza digitale per nascita”, con “accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano”), anche sul fronte istruzione (“diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole”, “accesso pubblico via internet alle lezioni universitarie”, “insegnamento a distanza via internet”) e sulle nuove tecnologie (anche a livello di testi scolastici: “graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l’accessibilità via Internet in formato digitale”). Sempre sul fronte istruzione, si segnala la richiesta di introdurre l’“insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo”.
Tra le altre proposte con ricadute nel settore cultura e spettacolo, la riduzione della durata del copyright dagli attuali settanta a vent’anni della morte dell’autore (oltre alla “abolizione della legge Urbani sul copyright”) e la spinta verso l’azionariato diffuso dei mezzi di informazione.
La cultura e lo spettacolo (tradizionalmente intesi) non paiono dunque tra le priorità politiche di Grillo, anche se nel suo curriculum figurano soprattutto fortunate esperienze di attore e di comico teatrale e televisivo. E non si avverte alcuna consapevolezza del ruolo strategico della cultura per lo sviluppo del paese.
Volendo invece valutare la pratica politica del Movimento, va segnalato che a Parma (unico capoluogo di provincia governato da un sindaco a 5 Stelle) per risolvere i problemi del Teatro Regio è stato chiamato un professionista di lungo corso e indiscutibile competenza, Carlo Fontana, che dopo l’esperienza parlamentare nelle file del PD appariva emarginato dagli ultimi Totonomine degli enti lirici.

Beppe Grillo nella ate@tropedia.

Oliviero_Ponte_di_Pino

2012-12-30T00:00:00




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