TOTONOMINE Lo (s)bando della Spezia

Chi sarà il "non-direttore" del Teatro Civico?

Pubblicato il 21/01/2013 / di / ateatro n. 142

LE PREMESSE E IL CONTESTO
Da tempo immemorabile il Teatro Civico della Spezia (900 posti) non ha più né direttore artistico né consulente. Entrambi i ruoli furono ricoperti per i precedenti venti’anni (e forse più) da Antonello Pischedda. La direzione del teatro di fatto divenne vacante perché Pischedda entrò in conflitto con l’amministrazione a causa dei contributi sempre più scarsi per la programmazione. Così mentre Pischedda passò come consulente alla Fondazione Cassa di Risparmio, il reggitore del Teatro Civico divenne il ragionier Patrizia Zanzucchi, funzionario comunale. Il Teatro Civico non ha mai brillato per grandi attività, iniziative e la programmazione spesso calava direttamente da alcune agenzie (sempre le stesse) e si lavorava sull’importazione diretta da Genova, di cui La Spezia è sempre stata una succursale, una colonia subalterna.
Essendo fatta sostanzialmente per un pubblico agée, la programmazione si prestava a facili battute: nel 2009 la rivista “Cut Up” titolava: “Teatro Civico? No, reparto geriatria” e ricordava tra gli autori previsti in cartellone, una Lina Wertmüller “alle prese con un autore suo contemporaneo, Goldoni”).

UNA COMMISSIONE CULTURALE MOLTO SPECIALE
La svolta (si fa per dire) arriva dalle Istituzioni per i servizi culturali della città, nella figura della signora Cinzia Aloisini, ex assessore ai servizi sociali, che un paio d’anni fa ha nominato una commissione “tecnica” responsabile del cartellone, alquanto curiosa perché ben poco “tecnica”: l’avvocato Paolo Masseglia, noto per la love story con Catherine Spaak, la dottoressa Francesca Sommovigo, organizzatrice culturale, l’avvocato Andrea Sammartano, professionista in pensione ma appassionato di teatro.
Con questi personaggi era difficile immaginare fuochi d’artificio sul piano teatrale. I numeri lo confermano: calo di 200 abbonati al teatro in due anni. Genova continua a essere fortemente rappresentata in questo teatro cittadino, senza nerbo e senza identità. A ben guardare gli esperti in città ci sarebbero anche stat, ma l’Amministrazione preferiva mantenere il classico “basso profilo”. Non si sa mai, potesse succedere qualcosa di interessante…
Il settore teatrale del resto si adegua all’andazzo del settore museale e culturale in genere. Calo di visitatori, proposte di scarso appeal per un pubblico di “foresti” e dunque una utenza è per lo più legata alle scuole.
Il Teatro Civico viene concesso in affitto ai soliti noti e ai Soliti Idioti. Nessuno interviene a cercare soluzioni. Nessuno ne chiede conto al dirigente culturale, con uno stipendio dai molti zeri.

NUOVI PROGETTI! Come è bella la città!
Il teatro non brilla, i musei neppure. Eppure gli spazi culturali erano “at the top of the agenda” nella campagna elettorale del sindaco, prima mandata (2007). Nel 2012, riconfermato sindaco, Massimo Federici promette una città piena di cultura e di nuova bellezza.
Ecco quindi:

1) il nuovo progetto urbanistico “stravagante” di Piazza Verdi che ha la firma di Buren. Non entusiasma i cittadini: ben presto nasce il Comitato Piazza Verdi per il mantenimento originario e storico della piazza, che si farà portavoce di un’interpellanza in consiglio comunale. Il Sindaco in quest’occasione, davanti a cittadini inferociti con tanto di cartelli, afferma che questo “sarà il miglior intervento urbanistico dal dopoguerra” e bolla come passatisti conservatori coloro che si oppongono al progetto.
2) l’abbellimento della città passa dal taglio di alberi secolari e non, nei viali, nelle piazze e nelle scalinate storiche con la collaborazione di quello che viene chiamato l'”Assessore al taglio degli alberi sani”. Nasce il Comitato Salviamo la scalinata Cernaia.
3) Progetto di parcheggio interrato ai Giardini pubblici. Nasce il Comitato Salviamo la Pinetina.

Vanno ricordati anche il Comitato Spezia via dal carbone e i Comitati ambientali per le questioni dell’ENEL e delle discariche di Pitelli e Saturnia.
Insomma, non c’è proprio un consenso plateale di fronte alle recenti scelte del Sindaco. Chissà se in vista delle elezioni politiche continuerà su questa linea.

LE DICHIARAZIONI
Il sindaco rilascia una lunga intervista sulla “La Nazione”: afferma che cercherà di individuare “un sistema che premi competenze e talenti purché non spocchiosi” (1 settembre 2012). Girano messaggi e post: chi saranno gli spocchiosi? Con evidenza sono i “non fedeli alla linea”, i rompiscatole. E (per fortuna) ce ne sono diversi in città, nel settore cultura, nel settore ambientale. Per esempio c’è Marco Grondacci , che fa pressing a Federici sulle questioni dell’Enel e del porto e a ogni affermazione del primo cittadino gli dedica spazio sul suo blog visitato da migliaia di persone.
Anna Monteverdi risponde a Federici con un articolo: “La politica culturale ai tempi della giunta Federici”. Sottotitolo: “Appunti di un’intellettuale (non) spocchiosa” (10 settembre). Punti nodali: il fallimento del sistema museale, la vacanza delle direzioni artistiche, il suggerimento di usare i bandi pubblici.

L’articolo viene linkato da moltissimi blog e ha migliaia di visite e centinaia di “mi piace”.
Segue a ruota l’articolo su una delle spine nel fianco dell’amministrazione: la perdita del Teatro Monteverdi, demolito per farne un parcheggio e un centro commerciale. In questo caso Anna Monteverdi, ultimogenita della famiglia Monteverdi costruttrice del teatro, ricorda al Sindaco alcuni aspetti della città che fu e un teatro d’inizio Novecento che valeva la pena mantenere vivo.
Data l’importanza storica dello stabile, l’articolo viene ripreso dai giornali locali a tutta pagina, con una intervista a Anna Monteverdi a firma di Sondra Coggio sul “Secolo XIX”, che coglie l’occasione per sottolineare gli evidenti errori delle istituzioni culturali e richiede bandi per le direzioni artistiche.
Il Sindaco e il neo nominato assessore alla Cultura targato SEL, lo storico Diego Del Prato , propongono una giornata pubblica sulla cultura. A parte la autopromozione di molte associazioni, non c’è alcuna seria indicazione di percorso e di lavoro da parte degli stessi promotori istituzionali della giornata. Niente di fatto, ancora una volta. E niente di fatto soprattutto sulle nomine dei direttori del Museo d’Arte Contemporanea (Camec) e del Teatro Civico.

I NOMINATI! ANZI, NO…
A questo convegno seguono varie interviste dell’assessore Del Prato, che si lascia “scappare” la terna dei suoi cadidati alla direzione del Teatro Civico: Matteo Taranto, attore di fiction tv, Umberto Bonanni, promoter musicale, Roberto Alinghieri, attore teatrale. Il grande escluso sembrerebbe la persona dai più indicata come papabile, Leonardo PIschedda, organizzatore teatrale, il figlio dell’unico direttore del Civico, del grande vecchio del teatro italiano. Da “Pischedda I a Pischedda II” nel caso, poteva essere un ottimo titolo per il giornale.
Nella terna dei nominati dall’assessore, l’unico con la “patente teatrale” e quindi in pole position, anche a detta del giornale locale, sembrerebbe Roberto Alinghieri, attore spezzino dello Stabile di Genova con alcune parti in spettacoli a firma di Marco Sciaccaluga, e parti comiche con Zuzurro e Gaspare.
Paola Settimini su “Laspeziaoggi.it” fa una riflessione generale sulla cultura in riferimento alle dichiarazioni dell’assessore e sugli spezzini nominati, “sconosciuti anche agli stessi spezzini”.
Di fronte all’evidenza delle “nomine d’ufficio”, Anna Monteverdi lancia su “Laspeziaoggi.it” 6 domande all’assessore Del Prato. Dal sito rimbalzano in primo piano sulla “Nazione”, che titola: Camec e Civico: Monteverdi attacca. Nomine già decise e senza bandi. In sostanza, richiede bandi democratici per Musei e Teatro.
Nasce con grande slancio (e non solo attraverso i social network) il gruppo Appello per una democrazia trasparente della cultura. Hanno aderito a oggi più di 120 persone, tra cui moltissimi operatori culturali cittadini, tra cui Paolo Logli, sceneggiatore di tv e di cinema, l’attrice Antonella Questa, il docente di Filologia classica Roberto Danese, il fisico Riccardo Adami, le artiste visive Catia Castellani e Jena Filaccio, il musicista Claudio Cozzani, l’editrice Irene Giacché, la storica dell’arte Angelica Polverini, il giornalista Fabio Nardini. Firma l’appello anche il prorettore dell’Università di Genova e preside della Facoltà di Scienze Umanistiche professor Marsonet.
Vengono resi pubblici comunicati e lettere aperte affinché la questione culturale non rimanga chiusa tra le quattro pareti del Palazzo. La questione riguarda anche una più equa distribuzione di risorse alle attività culturali in città.

UNA SHORT LIST MOLTO SHORT
A fronte di questa campagna stampa, che lo vede suo malgrado protagonista, l’assesore ci ripensa: anziché nominare d’ufficio una delle personalità da lui già indicate sui giornali (Matteo Taranto, Roberto Alinghieri e Umberto Bonanni), opta in accordo con le istituzioni culturali (nel frattempo commissariate e rette quindi dal sindaco) per un avviso per la formazione di una short list, uno strumento che permette di decidere senza graduatorie e punteggi il collaboratore a proprio insindacabile giudizio, attingendo direttamente dalla lista ristretta. Il “nominato”, dice il bando verrà chiamato “una tantum” e alla bisogna, con un contratto di collaborazione occasionale: un po’ pochino per un’Istituzione che sta colando a picco e che non ha esitato in passato a sperperare denari.
Non si parla di direttore artistico, non si specifica il profilo professionale. Si richiede “esperienza pluriennale nel mondo dello spettacolo”. Che equivale a tutto e a niente, più o meno.
Il bando viene pubblicato in forma silenziosa nel sito del Comune il 30 dicembre 2012. La responsabile della procedura è la direttrice dei Musei, dottoressa Marzia Ratti
Di fronte alla genericità del bando, il gruppo che ha lanciato l’Appello lancia una lettera aperta alle Istituzioni per chiedere maggior chiarezza. Il comunicato viene pubblicato su tutti i giornali e rimbalza su portali come Mentelocale.it.
La questione riguarda l’assenza della definizione della commissione giudicante e persino dei criteri di nomina della commissione stessa, il profilo specifico cercato, e l’ammontare del budget da gestire su cui sagomare il progetto richiesto dal bando. Mancano persino l’indirizzo e la modalità di invio delle domande. Le richieste di chiarimento, fatte pubblicamente e anche attraverso mail, non vengono però soddisfatte, diciamo “evase”, dalla responsabile della procedura.
Il gruppo promotore decide di inviare l’informativa a diversi portali nazionali. Ateatro se ne fa portavoce, così come Teatro e Critica.
Alla scadenza, grazie al tam tam messo in modo dall’ Appello, arrivano 72 domande da tutta Italia. Molti i nomi degli spezzini noti, tra cui Antonella Questa, Sara Bertelà e Oreste Valente.
Anna Monteverdi si fa promotrice di un progetto collettivo condiviso da 7 persone, rinunciando di fatto a un’idea di direzione singola e unica. Moltissimi gli operatori esterni, organizzatori di Festival e di compagnie.
Tra i partecipanti spicca la presenza di Armando Punzo.

LA RIVOLTA DEGLI INTELLETTUALI

A quel punto la vicenda viene rilanciata dai giornali con titoli d’effetto: “Scoppia la rivolta degli intellettuali”, anche sulla scia di alcuni fatti degni di nota: Dario Vergassola, spezzino assai noto, dichiara infatti a Roberta Della Maggesa sulla “Nazione” che gli ingranaggi della macchina culturale spezzina non funzionano da tempo, che lui avrebbe fatto le “primarie” per nominare il direttore, e concorda con il fatto che nel bando ci sono troppi lati oscuri. Inoltre ricorda che da due anni sta aspettando risposta dal Sindaco e dall’ex presidente delle istituzioni culturali, signora Cinzia Aloisini, alla sua offerta di collaborazione gratuita per la città come direttore del Civico. L’assessore replica che poche sono le risorse e così hanno optato per questa scelta poco impegnativa (insomma, “light and short”).
A quel punto avviene l’impensabile: esce allo scoperto il Pd, tramite il responsabile del settore cultura, il giovane filosofo Luca Basile, che esprime pubblicamente le proprie perplessità sulle modalità del bando, condividendo le ragioni del gruppo di Appello e dichiarando che Vergassola potrebbe essere un valido referente per il teatro.
La risposta immediata del Sindaco (“Il Pd non interferisca”) è la prova della resa dei conti da “lunghi coltelli” in corso tra dirigenza del Partito (che vanta tra i suoi vertici il parlamentare spezzino Andrea Orlando) e l’amministrazione locale (che ne dovrebbe essere l’emanazione diretta).
Risponde a Vergassola anche la ex presidente Aloisini: “Non si confonda teatro con cabaret”, una frase che fa sorridere e che viene ritweetata e rilinkata in rete con botta e risposta ironici, citazioni da Brecht, dal cabaret tedesco, da Petrolini…
I giornali intanto cercano informazioni su chi si è candidato e Laspeziaoggi.it propone alcuni profili dei partecipanti.
Che succederà adesso?
Dei tre candidati che già potevano sentirsi con un piedino negli uffici della direzione (obbligati a un dietrofront dall’onda d’urto popolare), solo due hanno fatto domanda, Roberto Alinghieri e Matteo Taranto.
L’assessore fa però sapere che la commissione – per nulla tecnica – sarà formata da lui medesimo (storico del Quattrocento), dal sindaco e dalla direttrice dei musei; e guarderà “più al progetto che al curriculum”.
Pronta anche questa volta la risposta del Pd: “Sbagliato non guardare al curriculum: uno può fare un bellissimo progetto di ristorante ma se non è un cuoco…”
Chi vincerà la corsa?
Riuscirà l’assessore a superare la sua convinzione iniziale e lasciare il giusto spazio ai meritevoli? Avranno la meglio il gruppo di Appello e tutti i siti che hanno rilanciato il bando, nella speranza di far entrare, finalmente, un po’ di “democrazia” e “meritocrazia” nel Palazzo?

Perfida_de_Perfidis

2013-01-21T00:00:00




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