#BP2016 | F. U. S. e teatro scuola

L'attività di compagnie come Il Palchetto Stage, il Gruppo Fratelli Miraglia, I Guitti, La Compagnia Italiana di Prosa, La F.a.p.s. Teatro

Pubblicato il 29/02/2016 / di / ateatro n. #BP2016 , 157 , Passioni e saperi

Intendiamo per teatro-scuola spettacoli che si rappresentano in orario scolastico, per lo più mattinale, nei teatri e che si rivolgono al pubblico più giovane, quello degli studenti delle scuole medie e delle scuole medie-superiori.
Gli spettacoli rivolti al pubblico giovane, non dell’infanzia, ma di fascia d’età superiore ai 13 anni, venivano considerati dal Ministero allo stesso modo degli spettacoli rivolti al normale pubblico adulto serale.
Questa nota riferisce la realtà delle Compagnie di giro, non dotate di una propria sede teatrale, che propongono le loro produzioni in modo specifico al pubblico degli studenti, rappresentando autori e/o temi direttamente legati ai programmi ministeriali d’insegnamento, in tournée che raggiungono un numero significativo di piazze.
Le Compagnie professionistiche che hanno queste caratteristiche sono un numero esiguo.
Le principali sono: Il Palchetto Stage, di Busto Arsizio, Il Gruppo Fratelli Miraglia, di Milano, I Guitti, di Travagliato (Bs), La Compagnia Italiana di Prosa, di Genova, La F.a.p.s. teatro, di Roma, tutte con una significativa distribuzione, di tipo multiregionale e poche altre ancora con distribuzione per lo più regionale.
Nel caso nostro, La Compagnia Italiana di Prosa, gli spettacoli si indirizzano al pubblico di età compresa fra i 13 e i 19 anni, corrispondente alle classi terze delle scuole medie inferiori e a tutto il ciclo delle scuole medie superiori, con progetti teatrali legati ai programmi ministeriali d’insegnamento, raggiungendo ad ogni stagione una media di 65 piazze, situate in 16 Regioni, su quasi tutto il territorio nazionale e toccando un pubblico di oltre 30.000 giovani.
Questo lavoro presenta molte criticità.
Gli spettacoli presentano alcune particolarità che li differenziano in modo sostanziale da altri spettacoli teatrali.
In primo luogo, se si vuole ottenere il numero minimo di presenze paganti necessario a sopportare tutte le spese, il repertorio è di rigore legato agli autori trattati dai programmi scolastici (Pirandello, Verga, Goldoni e poco altro).
Così pure gli spettacoli costruiti attorno a tematiche sociali o civili devono tenere ben presente quali di esse sono affrontate nell’ambito dei programmi od indirizzi scolastici.
Come è ben noto una caratteristica dell’arte, e anche di quella teatrale è la provocazione, considerata in senso etimologico, da pro-vocare, cioè chiamare, stimolare, verso altra dimensione.
Gli spettacoli destinati al pubblico scolastico devono forzatamente fare a meno di questa caratteristica o sfumarla moltissimo a favore invece di caratteristiche legate alla documentazione e alla didattica.
La meccanica è questa: Le Compagnie progettano uno spettacolo dalle adeguate caratteristiche (autore, tematica); poi devono trovare dove realizzarlo, per lo più i teatri cittadini, che affittano direttamente.
Le Compagnie invitano le scuole a partecipare agli spettacoli, indicando un teatro e una data. L’azione di promozione deve oggi avere carattere molto specifico e capillare. I docenti coinvolti sono principalmente quelli di materie letterarie e devono farsi portavoce dell’iniziativa presso i consigli di classe e di istituto. Si devono ottenere i necessari permessi ed organizzare le uscite dagli Istituti Scolastici per venire a teatro. Anche questa semplice cosa pone in realtà svariati problemi, ad esempio reperire gli accompagnatori nel numero richiesto dalla Legge, alle Assicurazioni per l’uscita didattica, i permessi scritti dei genitori e non ultimo alla raccolta delle quote di partecipazione dagli alunni stessi. Questo perché gli spettacoli all’interno dell’Istituto scolastico sono proposti dagli Insegnanti, che attingono da una rosa di proposte, ma sono pagati dagli alunni tramite emissione di regolare titolo d’ingresso (biglietto).
Essendo il prezzo del biglietto agli studenti necessariamente ridotto, oggi compreso fra i sette ed i nove euro (a seconda di quanto grava l’affitto della sala) e dovendo comunque garantire molte gratuità (accompagnatori, alunni disabili, alunni in situazione economica svantaggiata, figli di famiglie di immigrati), la quota che resta alla Compagnia è veramente esigua.
Anche l’alea che le Compagnie devono affrontare è rimarchevole: una nevicata, uno sciopero dei trasporti, un’allerta meteo, possono portare alla chiusura, spesso improvvisa, degli Istituti Scolastici, costringendo la Compagnia ad un esborso imprevisto, se per non le paghe, certo per le diarie per gli attori ed i tecnici impiegati e talvolta anche una percentuale dell’affitto della sala, anche se non usufruita.
L’attività di queste Compagnie si svolge quasi totalmente in tournée, sopportando quindi costi di diaria e di trasporto notevoli, oltre a quelli relativi all’allestimento (paga prove, scene, costumi, fonica, illuminotecnica, pubblicità) e all’affitto dei teatri ed a quelli di tipo straordinario sopra descritti.
Per molti anni la situazione generale del nostro Paese consentiva di avere un numero significativo di presenze paganti, che rendevano la Compagnia potenzialmente autonoma da ogni forma di sostegno pubblico.
Nel nostro caso e fino alla stagione teatrale 2010-11 abbiamo registrato circa 550 presenze paganti per ogni giornata recitativa, per circa 65/70 giornate a stagione.
Tuttavia la grave situazione di crisi, economica, ma anche intellettuale e morale, del Paese, sotto gli occhi di ognuno, ha drasticamente ridotto il numero delle presenze paganti, praticamente dimezzandole, rendendo estrema una situazione già debole.
Soprattutto in questo caso, se il Ministero condivideva gli scopi e la necessità del teatro scuola, era di fondamentale importanza sostenere con un contributo significativo forse l’unico settore del teatro italiano che viveva quasi totalmente di puro mercato, di sbigliettamento.
Ovviamente di sbigliettamento vivono, e spesso benissimo, anche alcuni big del teatro, soprattutto quelli che in realtà provengono dal mondo della televisione, ma questo è completamente un discorso diverso.
Il Ministero concedeva a due di queste Compagnie, Il Palchetto Stage, di Busto Arsizio e La Compagnia Italiana di Prosa, di Genova 8dal 2003) un contributo attraverso il F.U.S.
L’entità del contributo era molto ridotta, nel nostro caso €. 38.700=, ed era strettamente commisurata al monte degli oneri sociali (inps ex-enpals, inail) ma era di fondamentale importanza perché permetteva al nostro organismo di avere una posizione di regolarità contributiva. In altre parole il beneficio del contributo era declinato interamente e solo a vantaggio dei collaboratori della Compagnia, attori e tecnici.
L’attuazione della riforma del luglio 2014 ha totalmente (!) eliminato questi due organismi.
Occorre evidenziare inoltre il fatto che Il Palchetto Stage fosse l’unica compagnia teatrale che offriva agli studenti spettacoli di teatro in lingua (inglese, francese, spagnolo). Questo organismo è stato escluso come noi dal F.U.S. in barba all’attenzione per lo svecchiamento del settore e l’internazionalità dei progetti e della formazione.
Ci si chiede cosa la riforma del F.U.S. consideri allora “formazione”!?
Ci si chiede cosa sia il significato di decentramento culturale, strati sociali meno avvantaggiati nell’offerta formativa specifica e culturale in generale, cosa significhi per chi ha attuato questa riforma, avvicinare i giovani al linguaggio teatrale, di più: alla consuetudine col teatro?!
Ci chiediamo che significato attribuire ai criteri espressi nelle linee generali della Riforma del F.U.S. e che vengono sintetizzati in termini come:

sostegno alla cultura
attenzione al pubblico più sfavorizzato
attenzione alla formazione
teatro per le nuove generazioni
attrazione di nuove fasce di pubblico
equilibrio tra costi, ricavi e contributo pubblico
collaborazioni con Istituti Scolastici.

Appare necessaria invece una considerazione speciale e specifica del settore teatro scuola da parte del Ministero, e un ripensamento di regole non adatte a sopportare l’attività soprattutto delle Compagnie di giro, che mantengono viva la tradizione più antica del teatro italiano e dei suoi mestieri.
Nel caso nostro la fuoriuscita dal contributo F.U.S. significa, al livello delle presenze paganti che possiamo registrare attualmente, la fuoriuscita dal settore, nell’impossibilità di far fronte coi soli incassi a tutte le esigenze economiche che questo lavoro comporta, non ultima la sacrosanta regolarità nelle paghe e nel versamento dei contributi per i nostri lavoratori, già sottoposti a condizioni oggettive di lavoro piuttosto disagiate.
La nostra Compagnia teatrale, operativa dal 1994, nella sua attività di tournée raggiungeva con gli spettacoli circa settanta città in Italia. Si trattava per lo più di città di medie e di piccole dimensioni, nelle quali l’offerta teatrale locale è meno ricca (e spesso meno specifica).
La nostra particolarità è che rappresentiamo gli autori classici del novecento (da Pirandello, a De Filippo, a Campanile, a Woody Allen) cercando di allargare per quanto possibile l’orizzonte a volte ristretto, dei programmi scolastici, per un pubblico di studenti delle scuole medie e superiori, nei teatri al mattino.
Spesso è la prima volta che questi ragazzi hanno modo di andare a teatro e di vedere rappresentati i testi di quegli autori che studiano a scuola.
Comunicare cultura, idee quindi e stile, per il pubblico più giovane è stata per noi una bella responsabilità, ma è anche fonte di grande gioia.
Di questa gioia condivisa dal nostro pubblico resta la testimonianza dei molti commenti che i docenti e spessissimo i ragazzi stessi ci inviavano e postavano liberamente sul nostro sito web come pure sulla nostra pagina facebook.
Resta la consapevolezza e il piacere di aver avvicinato e talvolta fatto innamorare del teatro decine di migliaia di giovani.




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