#BP2017 Distribuzione | Il ruolo delle Residenze nell’accompagnamento delle compagnie emergenti

L'intervento alle Buone Pratiche della Distribuzione, Firenze, 27 novembre 2017

Pubblicato il 21/12/2017 / di / ateatro n. #BP2017 , 163 , Passioni e saperi

Le Buone Pratiche della Distribuzione, Firenze, 27 novembre 2017[/caption]Le compagnie giovani/emergenti hanno trovato nelle Residenze, a detta loro, una importante risorsa distributiva. Perché lo dicono, vosto che – dati alla mano – la capacità distribuzione delle residenze è ridottissima?
Dai dati raccolti dalla recente indagine commissionata a Fitzcarraldo sull’anno 2015 incrociandoli con quelli di CRESCO e a quelli in possesso di ETRE, le Residenze sono progetti multiscilplinari che per la maggior parte afferiscono al ambito della produzione (compagnie di produzione e centri = 80%) e solo per una minima parte alla distribuzione (circuito e festival = 18%). Quindi non costituiscono un mercato neanche indiretto.
Certo le residenze hanno la possibilità di programmare (punto B e C dell’accordo stato-regioni 2014-15).
Nel 2015 questi solo i risultati:

4303 rappresentazioni in ospitalità per un totale di 650.544 spettattori
4472 repliche di produzione diretta per un totale di 522.405 spettattori

In totale poco meno di 1.200.000 spettatori, pari quasi al 9% degli ingressi SIAE del 2015: quindi un importante risultato numerico, se si conta che si tratta solo del primo triennio.
Tuttavia andando a dettagliare le esatte misure del Punto B dell’accordo (dedicato alla promozione delle compagnie emergenti), Fitzcarraldo fa emergere che gli spettacoli aventi caratteristiche di under35 sono 156 e le restituzioni 182, per un totale di 338 rappresentazioni.
Il pagamento medio per gli spettacoli è 800,00 euro, mentre per le restituzioni il massimo è di 500,00 euro. Il numero medio di lavoratori per spettacolo è 3.
Mancano però due dati importanti, che auspico il Ministero e la SIAE monitorino con più precisione nel futuro: il numero delle compagnie under35 in italia e le repliche complessive a loro dedicate.
Tuttavia proviamo a fare un calcolo per difetto: nel 2015 Funder35 ha finanziato 49 compagnie, la mappa del GAI ne presentava 99, la Cabina di regia della Regione Lombardia 67 e Inbox quasi 200. Una stima al ribasso ci dice che le compagnie under 35 siano circa 200 in Italia nel 2015. Le 338 repliche costituiscono certo una ghiotta occasione, ma decisamente limitata: in media, meno di due repliche a compagnia. Sarebbe necessario verificare quante altre occasioni di replica hanno le giovani compagnie in circuiti, festival, teatri per paragonarli alle residenze e, quindi, avere un raffronto preciso.
In conclusione, anche se abbiamo ancora pochi dati, viene da chiedersi perché le compagnie under35 si sentano così legate alle residenze se, come abbiamo visto, la capacità distributiva è minima.
Dal mio punto di vista si tratta della valorizzazione che le residenze fanno delle compagnie emergenti. E’ probabile che le residenze abbiano funzionato (nei migliori dei casi) come buone casse di risonanza capaci di mettere in contatto la compagnia con il pubblico e con gli operatori locali in modo che la singola rappresentazione sia fruttata di più di una mera replica. E’ vero, infatti, che la principale mission delle residenze è quella di innescare progetti di audience engagment e quindi di creare quei ponti che attualmente mancano al nostro sistema.
In relazione a quanto detto, non si tratta di chiedere alle compagnie di adattare la loro produzione per avvicinarsi ai gusti di un fantomatico pubblico, ma al contrario di sviluppare una forte identità poetica ed estetica, di attenersi a un rigoroso piano produttivo che naturalmente veda il pubblico come suo orizzonte e che grazie a figure intermedie come residenze, festival e teatri possa trovare la giusta collocazione nel panorama distributivo.




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