Stelle fisse | Luigi Lunari

Due drammaturghi litigano nella nebbia: "Pirandello sono io!"

Pubblicato il 09/01/2021 / di / ateatro n. 174

Giorgio Strehler, Luigi Lunari, Peter Brook

Era una mattina fredda e nebbiosa, quella mattina del giorno 13 dicembre 1987, ma nonostante la nebbia in Valpadana nessuno aveva pensato di sospendere lo sciopero dei mezzi pubblici. Abitavo a Monza e, dovendo recarmi al Teatro Filodrammatici di Milano dove Lamberto Puggelli stava provando la mia commedia Una novità di Pirandello, affrontai con attenta prudenza le strade cittadine e comunali sulla mia Fiat 500 Giardiniera. Finalmente raggiunsi a Brugherio la provinciale che mi avrebbe portato alla Tangenziale Est. Mancavano poche decine di metri al raccordo quando, alla mia destra, intravidi un’ombra scura che si muoveva scompostamente… sì, era un uomo che invocava un passaggio. Come negarglielo, in quell’atmosfera da incubo e con la certezza che tutti i mezzi pubblici se ne stavano placidamente inutilizzati nelle rimesse? Mi fermai, aprii la portiera di destra, e a quell’ombra feci cenno di entrare.
“Eduardo!”
“Gigi!”
Un incontro imprevedibile e piacevole: era il mio amico Luigi Lunari, con la sua pesante borsa d’ordinanza. Da Brugherio, dove abitava, qualcuno lo aveva portato fino a lì, ma poi l’aveva abbandonato in attesa della buona ventura.

Di qualche anno più giovane di me, eravamo amici da molto tempo. Ci legava un doppio filo, l’interesse per il teatro di prosa e per la musica. Mi aveva confidato di aver fatto un corso di direzione d’orchestra non ricordo dove, ma avevo qualche dubbio sulla sua competenza musicale. In una Storia della musica pubblicata nel 2014, sosteneva che Rossini il Guglielmo Tell l’aveva composto in italiano, e poi all’Opéra di Parigi era stato francesizzato in Guillaume Tell (mentre è accaduto il contrario) e altre amenità del genere. In fatto di teatro di prosa, al contrario, era una miniera di attendibili informazioni, che mi illustrava con la sua irresistibile verve di polemista. Di lui mi affascinava soprattutto il decennale rapporto di collaborazione con Strehler, che si era interrotto bruscamente e di cui non amava parlare, almeno con me, ma al quale aveva dedicato un feroce pamphlet.

E poi, tante commedie… Aveva una straordinaria capacità e velocità di scrittura. Molto spesso si ispirava a un fatto di cronaca, a un titolo di successo, a un evento qualsiasi, e riusciva a fabbricare un copione perfettamente funzionante che poteva girare in molti teatri d’Italia e andare anche all’estero.
Continuavo a guidare nella nebbia, ero felice di sentirlo parlare in quel suo modo farraginoso. Passava continuamente da un argomento all’altro, creando un flusso continuo di notizie, informazioni, commenti arguti e spesso maliziosamente brucianti, che scorrevano come fosse un incalzante copione teatrale. Mi affascinava la sua capacità di trasformare ogni cosa in un gioco irresistibile di battute.
Lasciata la Tangenziale, stavamo percorrendo via Palmanova, quando Gigi all’improvviso smise di rovesciarmi addosso la sua loquacità. Pensai subito: “Ecco, sta per arrivare uno spunto di commedia”.
Infatti…
“Eduardo, prova a immaginare”, riprese con calma, quasi pensosamente. “Ecco… noi due, laggiù nella nebbia, lo strano incontro… E ora pensa alla scena, in teatro. Siamo in Sicilia, forse la strada che da Agrigento va a Porto Empedocle, o viceversa, inizio Novecento. No, da Porto Empedocle ad Agrigento, così è in salita, e si fa un bel po’ di fatica. È luglio: un caldo canicolare – vedi, è l’equivalente estivo della nostra nebbia, qualcosa che rende difficile essere in strada. Pirandello sta guidando una carrozza – non so se le usava, se gli è mai capitato di farlo, ma io lo immagino così – e va verso Agrigento. Tranquillo, non c’è nessuno in strada, e poi non vuol far stancare il cavallo, sempre attento alla buona salute delle bestie. Ma subito dopo una curva scorge un uomo che cammina nella sua stessa direzione, verso Agrigento. E’ evidentemente in difficoltà: il caldo soffocante, la salita, la stanchezza, e anche, perché no, la solitudine. Pirandello rallenta, si accosta, si ferma, gli fa un cenno con la voce; il viaggiatore si volta, e… ‘Luigi!” – “Pier Maria!’… Sì, hai capito, è proprio lui, Rosso di San Secondo! Due artisti, due commediografi che s’incontrano casualmente, sì, come noi… Pirandello gli fa segno di salire, e Pier Maria è sulla carrozza, e insieme vanno verso la città, e parlano, parlano… di che cosa parlano?… ecco: adesso proviamo a immaginarlo…”
A questo punto “Io faccio Pirandello!”, gli dico.
“Eh no”, mi ferma subito Gigi, aggressivo. “Pirandello lo faccio io! Tu fai Rosso”.

Eduardo Rescigno, Una novità di Pirandello a Filodrammatici

Ci rimasi male. D’istinto, la mia scelta era dettata dal fatto che stava per andare in scena la mia commedia, che si chiamava proprio Una novità di Pirandello. Mi sembrava giusto…
Ma Lunari no, aveva fatto un altro ragionamento. La sua esperienza di commediografo era molto più vasta della mia, e Pirandello, il grande Pirandello toccava a lui. Non ero d’accordo: indubbia la sua maggiore esperienza, ma la mia commedia (non sapevo come dirglielo), la mia commedia era… (volevo dire più pensata, più ragionata… ma come potevo?), ecco: la mia commedia era diversa dalle sue.
“Certo che è diversa! Tu sei alle prime armi e forse, un giorno…”.
Aveva ragione lui, e così improvvisammo un breve dialogo, io nelle vesti improbabili di Rosso di San Secondo, che conoscevo poco; ma non importava, il gioco l’aveva in mano lui.
Ormai eravamo arrivati in centro, io alle prove della mia commedia, e lui… non ricordo la sua destinazione. Forse, in quella sua pesante cartella, c’era qualche commedia nuova, da proporre a un attore, a un regista… O forse, più semplicemente, una serie di spunti, di occasioni, di titoli, di aneddoti. Tutto il repertorio di occasioni che Lunari, con il suo collaudato mestiere, sapeva trasformare in commedie di successo, mentre io, al contrario….

Non posso dire di conoscere tutta la produzione drammaturgica del mio amico, ma lo straordinario e imprevedibile incontro di Luigi Pirandello e Rosso di San Secondo su una assolata strada siciliana non credo sia mai approdato alle scene. Ed è rimasto un nostro segreto.




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InformazioniEduardo Rescigno

Eduardo Rescigno (Milano, 1931) è un musicologo, scrittore e commediografo italiano. Altri post