#bp2013 ProMuoversi per proMuovere

proMOVE, un corso specifico rivolto a giovani under 30

Pubblicato il 02/07/2013 / di / ateatro n. #BP2013_Firenze , 142

“Se può una semplice cifra su un foglio rappresentare in piccolo spazio un milione, concedete anche a noi gli zeri di questa grossa somma (…). Concedete di muovere la vostra fantasia; supponete, racchiuse dentro la cinta di queste mura, due monarchie potenti che dalle sponde opposte di un rischioso braccio di mare si guardano superbe e minacciose (…)
Sopperite alla nostra insufficienza con la vostra immaginazione”.
Prologo, Enrico V, W. Shakespeare
Che lo spettacolo non si esaurisca sul palcoscenico, che abbia bisogno di completarsi con lo spettatore, con la sua fantasia è perfino ovvio, ma in fondo è utile ricordarlo in quest’epoca di smemoratezza.
Non è sempre ovvio, però, ricordarci che muovere la fantasia dello spettatore significa creare un rapporto con chi è in platea. Ma questo è il tema cardine della programmazione, quando consegniamo questo compito all’artista e alla sua sensibilità. Il compito, credo, più bello del mondo.
Quello che io voglio raccontare è l’impegno grande – e spesso “invisibile” ai più – nel ricercare e costruire un rapporto con lo spettatore prima dello spettacolo e dopo lo spettacolo: chiedere allo spettatore di “sopperire alla nostra insufficienza” per trovare o riscoprire la necessità dell’andare a teatro.
FTS ha chiuso la scorsa stagione teatrale con 10.000 spettatori in più rispetto alla precedente. E’ un bilancio di chiusura sorprendente per un annus horribilis. Eppure quei numeri sono reali. Tralasciando tutte le motivazioni che afferiscono l’incremento di necessità di cultura e di aggregazione proprio in periodi critici, voglio raccontare cosa c’è dietro le quinte. I teatri pieni corrispondono, senz’altro, all’impegno profuso nella scelta della proposta artistica, ma corrispondono molto a tutte le risorse creative ed economiche messe in campo per comunicare, informare, approfondire, e infine per formare e appassionare spettatori, consegnando loro sempre più strumenti di decodificazione di ciò che scelgono di vedere a teatro nonché motivazioni per scegliere di andare a teatro. Un lavoro quotidiano ed instancabile, invisibile ma che si nutre della determinazione e della capacità di intercettare tutti i segnali di una società in continuo cambiamento. Anche qui i numeri sono reali, non sufficienti (certo!) ma utili a tratteggiare il grande impegno e la sua complessità: su oltre 700 recite realizzate nell’ambito di 43 stagioni di prosa e danza, 26 stagioni per l’infanzia e gioventù, 13 rassegne di prosa e 6 di danza, sono stati 49 i progetti e 106 le iniziative specifiche di promozione e formazione con il coinvolgimento di altrettante compagnie, danzatori, registi, drammaturghi, associazioni, istituzioni del territorio (molto) e non. Come a dire che lo spettatore è sempre al centro dei nostri pensieri, mai abbandonato al ruolo di semplice “consumatore culturale”. Come a dire che molto del nostro impegno è indirizzato, oltre che a promuovere artisti, compagnie e operatori ad incidere sul tessuto sociale creando opportunità, lavoro e occasioni di incontro.
Questa attenzione costante ci ha fatto scoprire un’altra necessità: quella di bilanciare una rete fisica e virtuale in un processo di costruzione di comunità, di partecipazione ad un progetto comune.
Promuovere (dal vocabolario): dare impulso a qualcosa ma anche far progredire, provocare; conferire grado e dignità maggiore.
Promuoverci per promuovere significa realizzare una nostra nuova ambizione. Elevare il pubblico ad uno stadio superiore: da spettatore a persona. In una parola recuperare la centralità della persona, il “capitale umano”, così spesso dimenticato negli ultimi tempi. Promuoversi significa superare l’accezione “commerciale” del termine per emancipare lo spettatore dal ruolo di acquirente consumatore di un prodotto culturale fino a renderlo nostro interlocutore, destinatario di un’attenzione privilegiata che ha come obiettivo la costruzione di un rapporto vitale. Un rapporto che rende lo spettatore nostro alleato.
Quando le certezze si sgretolano serve un luogo dove le nuove domande, spesso urgenti, vengano condivise, diventino essenziali. Il Teatro è quel luogo. Perché questo succeda serve che le persone sappiano che esiste il teatro. Questo è l‟impegno che FTS si è assunto in maniera sempre più consapevole.
Ecco il pensiero ed i pensieri che ci hanno spinti ad un ulteriore affondo, e a un affinamento dei nostri strumenti.
Aggiungiamo un successivo tassello: FTS in sintonia con una particolare attenzione rivolta ai giovani, non si è accontentata di occuparsi di formazioni teatrali e del pubblico, ma ha pensato anche ai propri collaboratori e alla formazione degli stessi cercando di “inventare” nuove opportunità di occupazione.
Ecco come è nato proMOVE.
Un corso specifico rivolto a giovani under 30 offrendo possibilità di esperienze di alta specializzazione in vista di sbocchi lavorativi.
Il laboratorio proMOVE, progettato per formare 20 partecipanti come figure di “mediatore culturale per la promozione dello spettacolo dal vivo e la formazione di spettatori consapevoli” si è svolto a Firenze ed altri luoghi in Toscana fra giugno e settembre 2012.
Nella prima parte, estiva, di carattere strettamente “didattico”, rientrante nelle iniziative sostenute dalla Regione nell’ambito del “Patto per il riassetto del sistema teatrale della Toscana”, si è posta particolare attenzione al concetto di “learning by doing” affiancando alle lezioni di aula l’attività di laboratorio pratico, di formazione sul campo, di uscite didattiche. Sin dalle prime lezioni è stata importante l’alternanza aula/laboratorio al fine di mettere in pratica quanto appreso in teoria.
In questa fase, curata dal coordinatore scientifico Giorgio Testa insieme ad Ivana Conte (ideatori e animatori della Casa dello spettatore di Roma) dopo aver introdotto la “materia”, si è passati all’avviamento, alla conoscenza dello spettacolo e dello spettatore, all’approfondimento della visione di spettacoli attraverso visite a festival toscani (Inequilibrio, Estate Fiesolana, Kilowatt) e, anche grazie alla partecipazione a seminari, si è proceduto a una precisa disamina della materia analizzandola sotto svariate, e a tratti insolite, angolature (“veder vedere” dedicata all’osservazione dello spettatore, è stata l’esperienza più accattivante). La seconda fase, autunnale, è stata di verifica della prima parte e – con il coinvolgimento di direttori di teatri, circuiti e festival, responsabili di spazi “alternativi, attingendo a professionalità del territorio e nazionali – di approfondimento degli aspetti tecnici della comunicazione dello spettacolo; e ancora esperti della promozione di diverse tipologie di eventi, dell’accessibilità ai teatri, dei nuovi media e dei social network, del lavoro dell’attore, di quello del danzatore, creando occasioni di confronto e di dibattito. Tutto il laboratorio è stato terreno di vivaci discussioni e di scambi di opinione e questo ha creato l’humus ideale per la crescita di nuove idee e di diversi possibili approcci alla materia.
Al termine del laboratorio, dopo un colloquio con ciascuno dei partecipanti, sono stati individuati, secondo criteri di competenze e motivazioni acquisite, contiguità geografica, disponibilità di tempo e stato di inoccupazione, nove allievi che stanno svolgendo una sorta di tirocinio formativo retribuito, realizzando progetti di promozione delle stagioni 2012/2013 di alcuni teatri aderenti al circuito FTS.

Arriviamo ad oggi: il risultato più bello è stata una nuova consapevolezza del “saper essere”. Nostro come Circuito per aver offerto opportunità formative e lavorative ad un gruppo di giovani assai motivati e motivanti. Nostro come Circuito, per avere nove “antenne” sui territori, in grado di fare affiorare istanze per offrire risposte sempre più adeguate e scoprire che c’è ancora molto potenziale da fare emergere. Delle amministrazioni per avere, con il Circuito, ulteriori alleati per la “cura” dei propri spettatori/cittadini e per il sostegno alle proprie stagioni e iniziative. Dei ragazzi, che hanno scoperto la positività e le opportunità conseguenti al “condividere” con noi, con i loro referenti sui territori, con gli spettatori, e infine tra di loro – essendo diventati un vero “gruppo di lavoro” coeso e solidale – un progetto comune e in continua crescita.
E qui mi fermo e lascio la parola ai proMOVErs perché ora tocca a loro proseguire nel promuovere, promuoverci e soprattutto promuoversi.

2013-07-02T00:00:00




Tag: audience development (47), BPaudiencedevelopment (12), BPformazione (20), BPpromozione (12), BPricambio (26), spettatore (38)


Scrivi un commento