#BP2013 @ValoreCultura Dalla parte dello spettatore

Allenare il pubblico

Pubblicato il 30/10/2013 / di / ateatro n. #BP2013_ValoreCultura , 145

La storia del teatro ha ampiamente dimostrato come la ricerca debba andare di pari passo con la formazione. In teatro, ricercare nuove vie, mettersi nella condizione di trovare nuovi linguaggi, ha significato e significa giocoforza mettersi nella condizione di imparare nuove cose. Se questo è vero per chi il teatro lo fa (l’attore, il regista, l’organizzatore etc.) perché non dovremmo pensare la stessa cosa per lo spettatore? Perché non pensare alla necessità non tanto di “educare” il pubblico, ma di stimolare un allenamento allo sguardo ideando percorsi di laboratorio permanente anche per chi siede in platea? Spettatori-consumatori lo siamo tutti, tutti i giorni, spettatori critici possiamo diventarlo, allenandoci. Tali constatazioni sono forse alla base delle voci ministeriali legate agli Stabili di innovazione e agli Organismi per la formazione del pubblico. Il panorama, però, dimostra una generale fatica nell’attrarre nuovi pubblici. Più di tutto, è evidente come manchino percorsi pedagogici rivolti alla fruizione e frequentazione del “nuovo teatro”, pensati per affiancare quelle ricerche e sperimentazioni nel teatro, nella danza, nella performance che, se lasciate sole, saranno inevitabilmente meno attraenti del teatro tradizionale e del teatro commerciale. Salvo casi particolari, non si vedono all’orizzonte percorsi specificamente mirati all’allenamento dell’essere spettatori, e che non siano lasciati in mano a iniziative indipendenti, a isolati percorsi interni ai festival o a qualche coraggiosa sala teatrale. Per questo motivo, ci chiediamo se siano allo studio interventi specifici volti a ridiscutere gli interventi destinati alla formazione del pubblico, convinti che una riflessione attorno a tale ambito sia di fondamentale importanza per il presente e per il futuro del teatro.

Lorenzo_Donati

2013-10-22T00:00:00




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