La riforma impantanata: per il 2014 per il teatro di prosa non cambia nulla

La crisi si aggrava, ma il sistema resta bloccato

Pubblicato il 20/12/2013 / di / ateatro n. #BP2013_ValoreCultura , 146

La voce girava da qualche giorno, ora è ufficiale: per il teatro nel 2014 resta tutto come prima, tutto come sempre. Ecco il comunicato diffuso dal MiBACT:

ROMA – 19 DICEMBRE 2013 – (M.P.) Le domande di contributo a valere sul Fondo Unico per lo Spettacolo per l’anno 2014 – si legge sul sito della Direzione generale Spettacolo dal vivo del MiBACT – potranno essere presentate, come da normativa vigente, entro la data del 31 gennaio 2014 in duplice copia ed esenti dall’imposta di bollo, come previsto dall’art. 6 della legge 7 ottobre 2013 n. 112.
L’accesso alla procedura on line sarà inderogabilmente chiuso alle ore 15.00 del medesimo giorno. La consegna delle domande presso la sede della Direzione Generale, in Piazza Santa Croce in Gerusalemme 9/a, potrà essere effettuata fino alle ore 17.00 del medesimo giorno.
La procedura on line verrà attivata a partire dal giorno 30 dicembre 2013.

La prima reazione non può essere che negativa, sul piano simbolico e nella sostanza: è venuto meno il segno di una volontà precisa di rinnovamento, e in pratica non decollano le disposizioni che avrebbero già dovuto scattare nel primo anno dall’entrata in vigore dei decreti, prevista per il 7 gennaio: fra queste l’agevolazione delle prime istanze, l’accordo con le Regioni per le residenze, il maggiore spazio alla danza nelle programmazioni di prosa.
Intanto girano informazioni contraddittorie: martedì il “Corriere della Sera” annunciava la riforma come cosa fata, con la nascita di quattro Teatri Nazionali: “cambia il cuore del sistema prosa in Italia. Si passa ai teatri Nazionali, e non è un semplice mutamento di nome. Arriva la «Rivoluzione per decreto» negli spettacoli dal vivo”. Ma il numero dei Teatri di interesse pubblico varia, a seconda dalle indiscrezioni, da 10 (chissà perché proprio 10) a una trentina o forse più…
L’unico dato certo è l’allungamento dei tempi (ma quanto?) per l’elaborazione dei decreti, in vista – si spera – della triennalità ipotizzata per il 2015-17. Questo slittamento dovrebbe consentire di migliorare l’articolato (ateatro.it ha diffuso e commentato gli orientamenti del MiBACT, non i testi delle disposizioni). Ma non è difficile immaginare che nelle prossime settimane (come è già accaduto nelle scorse settimane) arriveranno pressioni da più fronti per mantenere lo status quo, le resistenze ai cambiamenti più significativi, per difendere l’assetto attuale, con le sue rendite di posizione.
Continuiamo ad augurarci che il Ministro non deluda le aspettative – anche proseguendo le consultazioni con le forse più dinamiche e vive del teatro – tanto a livello dell’articolato che nelle assegnazioni del 2014: del resto i decreti in vigore consentono (volendo) di avviare politiche di rinnovamento, anticipando indirizzi, applicando con maggior rigore i principi già enunciati, responsabilizzando la commissione in carica e operando con trasparenza.
Nel frattempo, continuano ad accumularsi i segnali della crisi di sistema del nostro teatro, a cominciare dalla capitale: la sospensione della stagione del Palladium annunciata da Romaeuropa e le dimissioni (immediate e irrevocabili, secondo il comunicato) di Franco Scaglia dalla presidenza del Consiglio di amministrazione del Teatro di Roma, con le nomine in una situazione di stallo da mesi e una difficile situazione finanziaria.

La proposta di riforma del MiBACT commentata da ateatro.it

L’appello di Rete Critica sulle nomine degli stabili




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