Che succede alla Associazione Ubu per Franco Quadri?

Perché è necessario aprire un confronto sui Premi Ubu e sulla cultura teatrale

Pubblicato il 16/01/2017 / di / ateatro n. 159

Ieri Anna Bandettini, sul suo blog “Post Teatro” nel visitatissimo portale di repubblica.it, ha rilanciato la lettera con cui lei stessa, Alberica Archinto e Laura Mariani si sono dimesse qualche settimana fa dal direttivo della Associazione Ubu per Franco Quadri, chiedendo di aprire

un confronto importante, non solo sui premi Ubu, per l’importanza storica che hanno nel teatro italiano, ma anche sulle problematiche che il teatro italiano pone in questo momento e sulla necessità di una riflessione sulla cultura e le pratiche con cui fare cultura teatrale.

Federica Fracassi, Madrina del Premio Ubu 2016 a Piazza Verdi

Federica Fracassi, Madrina del Premio Ubu 2016 a Piazza Verdi, 14 gennaio 2017

Il primo elemento da tenere in considerazione solo le dimissioni dal Direttivo di tre membri su sette, annunciate pubblicamente e ora rilanciate. Sono certo che Alberica, Anna e Laura hanno fatto tutto il possibile per evitare un gesto così clamoroso. Conoscendole, mi è chiaro che la loro decisione è stata ponderata. E’ anche evidente che si è consumata una frattura, presumo dolorosa anche umanamente, con gli altri componenti del Direttivo. Le motivazioni non mi sono chiare, ma temo sia una divergenza insanabile, vista la “nota margine” in cui le dimissioni sono state immediatamente accettate senza il rituale invito a ritirarle.
Mi sembra opportuno premettere che da qualche tempo avevo deciso di non occuparmi più attivamente della Associazione Ubu per Franco Quadri. Insieme a Renata Molinari per diversi anni abbiamo cercato di dare, a titolo gratuito, il nostro contributo per tenere viva la memoria e l’eredità culturale di Franco Quadri. Ho poi deciso di non ripresentare la mia candidatura al Direttivo per vari motivi, anche personali, ma in primo luogo perché ritenevo esaurito il compito che mi ero assegnato, cioè aiutare Jacopo e Lorenzo Quadri a dotarsi di uno strumento in grado di sostenerli nella loro azione. Ritenevo corretto che a quel punto fossero gli eredi di Franco a decidere il progetto culturale dell’Associazione.
Mi considero, nei limiti delle mie possibilità, a disposizione per iniziative che perseguono gli obiettivi dell’Associazione. Tra di esse, la collaborazione con la Fondazione Alberto e Arnoldo Mondadori, che custodisce il fondo archivistico della Ubulibri e di Franco Quadri: questa collaborazione ha portato alla realizzazione di due quaderni e di una mostra. E poi la compilazione dell’elenco della produzioni teatrali della stagione, che la Associazione Culturale Ateatro cura dal 2011 con la Associazione Ubu per Franco Quadri e Il Tamburo di Kattrin (e il contributo di Fondazione Cariplo): il database ha censito finora migliaia di spettacoli, in continuità almeno ideale con il Patalogo.

In diretta dall’Auditorium A di corso Sempione: #ubu2016

In questa ottica ho accettato con piacere la proposta che mi ha fatto Elio Sabella: quella di condurre su Radio3 anche la puntata di Piazza Verdi del 14 gennaio prossimo, con la consegna in diretta dei Premi Ubu 2016. Sulla qualità della trasmissione, cui ha partecipato anche il direttore di Radio3 Marino Sinibaldi, non tocca a me giudicare. Ma è significativo il successo dell’hashtag #Ubu2016, al secondo posto tra i trending topic sabato pomeriggio: testimonia che l’interesse per l’iniziativa resta vivissimo e che un evento culturale considerato élitario può ottenere riscontri davvero sorprendenti.
Se si vuol dare continuità o meglio rilanciare il progetto dell’Associazione, è necessario partire da questi elementi: le attività svolte finora, a cominciare dal Premio Ubu, che sono patrimonio di tutto il teatro italiano; la profonda crisi che attraversa il direttivo; le relazioni e il capitale di credibilità che questo progetto aveva saputo guadagnarsi, anche con l’adesione di soci autorevoli. E’ un patrimonio che va preservato e ampliato: solo l’esperienza, l’autorevolezza, la rete di relazioni dei soci e dei membri del Direttivo possono dare credibilità e spinta progettuale alle iniziative programmate.
In primo luogo è indispensabile ricomporre, con spirito costruttivo, la frattura che si è creata in seno al gruppo di lavoro, che oltre al Direttivo comprende anche il Comitato di gestione dei Premi Ubu, l’organo di garanzia sulla correttezza delle procedure, di cui facevano parte le tre dimissionarie. Va ricordato che le modalità del “referendum Ubu”, l’unico premio teatrale con queste caratteristiche, prevedono una ampia giuria e trasparenza dei voti, con la pubblicazione di tutte le schede sul sito.
In secondo luogo, è necessario consolidare o rilanciare le forme di collaborazione con altre realtà del mondo della cultura e del teatro. In primo luogo, il Comune di Milano e l’Assessorato alla Cultura, che con Filippo Del Corno ha sostenuto in questi anni l’iniziativa. Naturalmente Radio 3, anche in considerazione dell’esito dell’evento di sabato 14 gennaio. Ma anche, e in maniera determinante, i teatri che in questi anni sono stati coinvolti nelle iniziative dell’Associazione. La partecipazione del mondo del teatro è indispensabile per un riconoscimento che rappresenta da quarant’anni un momento significativo della stagione teatrale e che ha contribuito a lanciare e riconoscere così tanti talenti.

Paolo Pierobon e Federica Fracassi

La collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, che negli anni scorsi aveva generosamente ospitato la cerimonia della premiazione, è stata sospesa: questa scelta mi ha amareggiato, anche per il prestigio e l’autorevolezza della sede e per la visibilità e l’occasione di incontro che garantiva. Ritengo assai positiva la collaborazione con il Teatro di Roma, che ha ospitato l’incontro in cui sono state presentate le terne dei finalisti. In passato sono realizzate iniziative con altre importanti realtà teatrali e culturali, che vanno rilanciate e allargate. Ugualmente positivo il coinvolgimento di chi ha ospitato i gruppi d’ascolto nella giornata del 14 gennaio: nella loro varietà e ricchezza, questa innovativa modalità di “ascolto connesso” ha confermato che il Premio Ubu si trova al centro di un intreccio di relazioni profondamente radicato nel tessuto culturale, che comprende teatri, compagnie, associazioni, presidi culturali…
E’ necessario rimettere l’Associazione Ubu per Franco Quadri e le sue iniziative al centro di una rete in gradi di far convergere progettualità aperte e condivise, trovando le giuste mediazioni, anche se non sempre questo risulterà facile. L’alternativa potrebbe essere quella di puntare su un gruppo ristretto, come i superstiti dell’attuale direttivo, che persegua una precisa linea d’azione. In questo caso, i soci e il mondo del teatro potranno solo attendere il progetto e valutare la sua realizzabilità e credibilità, in vista degli obiettivi che dovrebbe avere l’Associazione: gestire una memoria che non può e non deve essere proprietà di pochi.

I LINK

Il post di Anna Bandettini: http://bandettini.blogautore.repubblica.it/2017/01/15/ubu-dalle-dimissioni-a-una-riflessione-sul-teatro/.

Come funzionano i premi? Schede e link su ateatro.

Associazione Ubu per Franco Quadri: il sito.

Il Premio Ubu a Piazza Verdi: il podcast e lo storify della puntata del 14 gennaio 2017.




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