Sport e teatro
In libreria l'enciclopedia dei record
E’ in libreria da pochi giorni la nuovissima Garzantina dello Sport a cura di Claudio Ferretti e Augusto Frasca (Garzanti Libri, 45,00 ): in 1680 pagine, 6100 lemmi e 64 tavole fuori testo, questa nuova Garzatina presenta:
Tutte le discipline dall’atletica al wrestling
I campioni, le sfide, le imprese
Atleti, società, squadre, allenatori
Manifestazioni e campionati
Federazioni nazionali e internazionali
Olimpiadi: da Atene 1896 a Pechino 2008
Scienza, tecnica, regole, impianti
Nell’appendice: statistiche, classifiche, record e albi doro.
In anteprima dalla Garzantina dello Sport, la scheda dedicata al rapporto con il teatro.
Il teatro e lo sport, lo spirito tragico e quello olimpico, sono due tra le numerose (e preziose) eredità che ci arrivano dallantica Grecia. Affondano entrambe le radici nel rito, ed entrambe hanno da sempre una funzione civile, rivolte come sono alla città, e addirittura allinsieme delle città greche.
Può essere curioso allora esplorare affinità e differenze tra queste due pratiche per molti versi più vicine di quanto non si pensi.
Tanto per cominciare, teatro e sport vengono praticati in tempi e luoghi particolari, in vario modo differenziati dalla normale vita quotidiana: lo spazio-tempo della finzione e quello del gioco si contrappongono allo spazio-tempo della realtà feriale. Vengono inseriti in un tempo festivo che ancora mantiene la memoria del rito, restando legato a ritmi stagionali (le scadenze di Campionati e Coppe, la stagione teatrale e quella dei festival) e cicli pluriennali (le Biennali del teatro, il quadriennio olimpico). La durata dellevento teatrale e sportivo è inoltre separato dalla quotidianità grazie a precisi segnali dinizio e di fine: nel teatro moderno, per esempio, può essere delimitata dallaprirsi e chiudersi del sipario o più semplicemente dallabbassarsi e riaccendersi delle luci in sala; la durata della competizione sportiva può essere scandita allinizio dal colpo di pistola nellatletica o dallapertura del cancelletto nello sci, e dal superamento dalla linea del traguardo o dal filo di lana (un tempo, ora è stato sostituito dal fotofinish), oppure dal fischio dinizio e di fine gara dellarbitro.
Anche lo spazio quello della gara e quello della rappresentazione – tende a essere delimitato, anche se i confini possono essere più o meno fluidi a seconda delle circostanze. Inoltre sia lo spettacolo dal vivo sia lo sport, anche se possono essere praticati senza spettatori, hanno poi come ingrediente essenziale la compresenza del pubblico nel qui e ora in cui si svolge levento. E vero che le nuove tecnologie – cinema, radio, tv, internet eccetera ci permettono di seguire eventi teatrali e spettacolari mediati: la fruizione non avviene cioè dal vivo, ma attraverso un filtro tecnologico, in differita o in diretta; tuttavia la fruizione live continua a mantenere un sapore più autentico, una diversa energia, e pare essenziale alla riuscita della manifestazione anche quando viene fruita attraverso un medium tecnologico: il pubblico è parte integrante dellevento, una partita di calcio in uno stadio vuoto è assai triste, come si è visto in recenti casi di provvedimenti disciplinari contro tifoserie eccessivamente calde. Fin dallantichità questa compresenza di attori e spettatori ha portato alla necessità di progettare e edificare spazi appositi, che potessero contenere entrambi nelle migliori condizioni. Gli stadi e i teatri sono da sempre parte integrante del tessuto e del paesaggio delle nostre città.
Un ulteriore aspetto che avvicina la scena e lo sport è lasimmetria tra chi agisce e chi assiste: da un lato gli attori e gli atleti, dallaltro gli spettatori: i primi giungono allevento dopo unattenta e lunga preparazione, con una progettualità meditata ed estenuanti esercitazioni (le prove per gli uni, gli allenamenti per gli altri). Ormai il training di molti attori ricorda per moltissimi aspetti lallenamento degli atleti, non solo per quanto riguarda la preparazione fisica, ma anche nelladozione di varie tecniche di rilassamento e concentrazione. Da questo punto di vista limprovvisazione la gag del grande attore come il colpo imprevedibile del fuoriclasse non è mai totale, ma scatta sempre allinterno di schemi predisposti in precedenza, che vengono attivati quando se ne presenta loccasione.
Proprio in questo lasimmetria della preparazione sta la grande differenza tra lo sport e il teatro. Lesito finale di una rappresentazione è in larghissima misura preordinato: salvo nelle forme più estreme di happening, gli attori (e il drammaturgo e il regista) sanno sempre quello che sta per succedere sul palcoscenico e conoscono lo sviluppo dellevento spettacolare e lo scioglimento della trama. In un evento sportivo anche se ci sono i favoriti, come sanno benissimo gli allibratori lesito è sempre imprevedibile; anzi, nello sport il peccato peggiore, imperdonabile, consiste proprio nel combinare il risultato di una competizione: la lotta per la vittoria devessere vera, non si ammettono combine, biscotti e neppure il doping. Se lappassionato di teatro può apprezzare lennesima messinscena di Edipo Re o di Amleto, anche se conosce già lesito della vicenda, e apprezzare le varianti della regia e le differenze dellinterpretazione, per qualunque tifoso una gara di cui si conosce già lesito perde invece quasi tutto il suo fascino. Nello sport deve sempre esistere un margine dincertezza e dimprevedibilità: spesso la squadra più debole ha ribaltato il pronostico vincendo la partita perché, si dice, la palla è rotonda.
Anche lo stesso spettacolo teatrale è diverso ogni sera, perché cambiano il pubblico, lo stato danimo degli attori eccetera: tuttavia il margine doscillazione è molto ridotto. E vero che, come qualunque altro evento, può avere esiti assolutamente imprevisti, che però sono estranei alla logica dello spettacolo: per esempio, nel classico caso dello spettatore ingenuo della sceneggiata napoletana che estrae la pistola e uccide o malamente, il cattivo, perché non è in grado di distinguere la finzione dalla realtà (inutile dire che drammaturghi e attori giocano da sempre sul confine tra realtà e finzione, e dunque sul meccanismo del teatro nel teatro). Alcuni generi spettacolari amano tuttavia giocare con il rischio e dunque con la possibilità dellerrore e addirittura del disastro. Il circo ci affascina anche perché avvertiamo sempre la possibilità che il giocoliere perda il controllo di una delle otto palline che fa vorticare, o che lacrobata cada dal filo teso a dieci metri da terra…
Vista dunque la vicinanza tra sport e spettacolo, non sorprende scoprire intersezioni tra luno e laltro: così esistono sport più spettacolari e forme di spettacolo più sportive. E sempre possibile osservare qualunque evento sportivo come uno spettacolo, considerando parte dello show anche il pubblico, con i cori e gli inni, la ola, ma anche le esibizioni delle cheerleaders; da sempre le premiazioni obbediscono a precisi rituali: la consegna della medaglia, linno e la bandiera, lostensione della coppa e il giro donore). Le cerimonie inaugurali e conclusive delle grandi manifestazioni sportive sono diventate un vero e proprio genere spettacolare, che tende sempre più al kolossal. Ancora: il gesto sportivo, al di là del risultato numerico, ha spesso una valenza estetica, come dimostrano le punizioni capolavoro di Maradona o di Baggio, con le perfette parabole impresse al pallone.
Tuttavia esistono discipline che, sempre prevedendo il superamento di difficoltà tecniche valutate con precisi punteggi, danno grande importanza anche alla qualità estetica del gesto atletico: armonia, coordinamento, ritmo, sincronismo… Basti pensare alla ginnastica artistica e ritmica, ai tuffi, al nuoto sincronizzato, al pattinaggio artistico, e allimportanza che in alcune di queste discipline hanno la scelta delle musiche e dei costumi.
La tendenza alla spettacolarizzazione dellevento sportivo (che coinvolge anche il pubblico, quasi incitato a diventare attore) è anche determinata dallinvadenza delle telecamere e dei maxischermi, del moltiplicarsi dei punti di vista, dei ripetuti ralenti, dellattenzione per il dettaglio e dellinsistenza sullazione individuale (la prodezza, il virtuosismo, ma anche lerrore e la scorrettezza magari ignorata dallarbitro). Questo filtro tecnologico cambia certamente la valutazione dellevento sportivo da parte dello spettatore (curiosamente, la trasformazione dello sport in spettacolo interpretato da attori a beneficio delle telecamere era stata profetizzata da Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares nelle Cronache di Bustos Domecq nel 1967: il wrestling conferma che la profezia non era azzardata).
In parallelo la scena ha cercato, soprattutto negli ultimi anni, di contaminarsi con lo sport, con i suoi eroi, con le sue emozioni, con la sua epopea e anche con la sua retorica. Sono finite al centro di spettacoli memorabili partite di calcio: Italia-Germania 4 a 3 di Umberto Marino segue la nottata di un gruppo di amici che guarda in tv il match del Mondiale del 70; Italia-Brasile 3-2 (2002), monologo di Davide Enia, racconta in forma di cunto popolare lincontro dell82. Hanno trovato eco sulla scena i rigori sbagliati da Evaristo Beccalossi, che nello sketch del tifoso interista Paolo Rossi diventano la metafora di un intero atteggiamento di fronte alla vita. Nella sua Argentina, Maradona è diventato protagonista di un musical. Giuseppe Manfridi ha esplorato il mondo del calcio in testi come Ultrà (1985), la tragedia in versi Teppisti! (1985), La partitella (1995) e La riserva (2002), mentre il mondo del football giovanile è al centro di Incantati di Marco Martinelli. Ma non cè solo il calcio. La maratona di New York (1993) di Edoardo Erba vede in scena due amici che si allenano per la corsa più celebre. Top of the World. K2 (1982) di Patrick Meyers ha per protagonisti due scalatori vicino alla vetta himalayana: la scenografia ricostruiva una parete di ghiaccio. I danzatori e coreografi francesi Antoine Le Menstrel e Jerome Aussibal lavorano sulla verticalità riprendendo tecniche e attrezzature da arrampicata per spettacoli e performance. Per il musical Il grande campione (2000), Massimo Ranieri si è allenato con Patrizio Oliva, medaglia dOro alle Olimpiadi di Mosca, per impersonale Marcel Cerdan, il pugile amato da Edith Piaf.
Lo sport può servire anche da filo rosso per rievocare vicende storiche di grande respiro. In Aprile 74 e 75 (1995 e 2002) Marco Paolini rivive gli anni Settanta seguendo il campionato di una squadra di rugby di Treviso. Il francese Théâtre de la Mezzanine con Shooting star (2001) ripercorre lintero Novecento attraverso le competizioni ciclistiche e le gare di ballo, trasformando la scena in un velodromo.
Molti spettacoli hanno ripreso e utilizzato gesti dello sport; certa danza contemporanea ha affinato tecniche dallenamento e gestualità ispirandosi alle arti marziali orientali, in particolare il tai chi; la stessa capoeira brasiliana è insieme arte marziale e danza. Il canadese Cirque du Soleil ha scritturato come interpreti dei suoi spettacoli di nouveau cirque, applauditi in tutto il mondo, numerosi atleti olimpici. La campionessa di ginnastica ritmica Giulia Staccioli ha fondato la compagnia Kataklò Athletic Danse Theatre, coinvolgendo campioni come il pallavolista Andrea Zorzi.
In altri casi, il teatro ha utilizzato lo sport come metafora nella stesura di un testo o nellimpostazione della regia. Bertolt Brecht, appassionato di pugilato e amico del peso massimo Paul Samson-Körner, scandisce Nella giungla delle città (1923) come un incontro di boxe. Sul versante registico, ecco lOtello ambientato da Danilo Nigrelli su un tavolo da biliardo, mentre nelladattamento di Paul Schmidt per il Wooster Group, la Fedra di Racine diventa una partita di badminton in To You, The Birdie! (2001). Ma su questo versante loperazione più ambiziosa resta probabilmente quella di Klaus Michael Grüber che ha allestito Winterreise (1977) dallHyperion di Hölderlin allinterno dellOlympia Stadion (che fu teatro delle Olimpiadi del 1936 alla presenza di Adolf Hitler), obbligando il protagonista Bruno Ganz a una serie di exploit sportivi sulla pista datletica.
Infine, proprio allincrocio tra spettacolo e sport si pongono i match di improvvisazione teatrale, dove due squadre di attori si sfidano su improvvisazioni a tema; le loro esibizioni vengono valutate da una giuria selezionata in genere tra il pubblico. A inventare le regole (che adattano in parte quelle dellhockey) furono nel 1977 due attori-registi canadesi, Robert Gravel e Yvon Leduc; da allora i match di improvvisazione teatrale si sono diffusi in vari paesi (compresa lItalia, dove è attiva una Lega di Improvvisazione Teatrale), dove vengono organizzati incontri, tornei oltre che veri e propri campionati.
In qualche modo affini sono i poetry slam nati a Chicago negli anni Ottanta del Novecento, ovvero le serate in cui i poeti interpretano le loro composizioni mettendosi in concorrenza con i colleghi e sottoponendosi al giudizio del pubblico.
Oliviero_Ponte_di_Pino
2008-12-10T00:00:00
Tag: sporteteatro (5)
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