BP2011 MATERIALI Carta Emergenza Cultura in Piemonte

Un appello

Pubblicato il 28/02/2011 / di / ateatro n. #BP2011 , 132

Questo appello è rivolto a tutti gli abitanti del territorio regionale piemontese affinché, in questo periodo di crisi, ritenendo di importanza strategica i beni e le attività culturali di pubblico interesse, firmino per sostenere la richiesta di ripristino dei fondi dello Stato, della Regione Piemonte e degli Enti Locali destinati alla cultura.
Il Comitato Emergenza Cultura che promuove l’appello è un organismo spontaneo, senza connotazioni politiche, nato dall’impellente necessità di sensibilizzare la pubblica opinione sui valori della cultura e di costruire una piattaforma di proposte nei confronti delle varie Istituzioni pubbliche. Il Comitato è costituito da operatori che prestano volontariamente il loro impegno.

La cultura è un diritto sancito dalla Costituzione (Art. 9) e la sua promozione è un dovere delle Pubbliche Amministrazioni. Essa rappresenta un investimento, non una spesa.
La cultura infatti sostiene la crescita del nostro Paese, la sua economia, la sua coesione sociale, il futuro delle nuove generazioni.
I “tagli alla cultura”, in particolare da parte della Regione Piemonte, riguardano dunque non solo gli operatori culturali e gli amministratori degli Enti Locali, ma tutti i cittadini, giovani, adulti e anziani che usufruiscono delle iniziative e dei beni culturali diffusi su tutto il territorio. Biblioteche, musei, enti culturali, attività di teatro, danza, cinema, musica, festival, rassegne e molte iniziative di aggregazione, di formazione e d’informazione, sono attualmente sul bordo di un baratro dove potrebbero precipitare portandosi dietro una buona parte della qualità della vita delle nostre comunità.

Alcuni dati significativi spiegano come l’investimento in cultura renda sia in termini di redditività sociale sia in termini puramente economici (vedi indotto). Il nostro Paese potrebbe essere molto più ricco se sapesse utilizzare bene le proprie risorse culturali.

1. L’ Italia nel 2010 ha investito in cultura lo 0,21% del PIL e nel 2011 tale cifra è scesa allo 0,1% del PIL.La Media Europea d’investimento in cultura è del 3% del PIL, riconoscendo al settore un forte valore anticiclico.
2. La spesa Regionale per la cultura nel 2010 è stata pari allo 0,6 del Bilancio totale, concorrendo però per circa l’11% di economie.
3. Nel 2011 la spesa Regionale per la cultura sarà pari allo 0,31% del Bilancio totale, con un esborso pro-capite annuo a carico del singolo cittadino piemontese che non raggiunge i 15 euro!

Nello stesso 2011 la spesa Regionale per trasporti, infrastrutture, mobilità e logistica sarà pari al 10% del Bilancio totale, con un esborso pro-capite annuo a carico del singolo cittadino piemontese di circa 450 €.

1. I dati Istat relativi al 2010 attestano gli addetti occupati nel settore culturale in Piemonte in 37.000 unità (i lavoratori dello Stabilimento di Fiat Mirafiori sono nel complesso circa 5.400) che, considerando tutto l’indotto generato, raggiungono oltre 280.000 occupati. L’età media degli addetti in ambito culturale si situa tra i 30-45 anni, con una maggioranza di occupazione femminile.
2. Il Turismo che produce il 3,5% del PIL Regionale e che, negli ultimi 8 anni ha visto un incremento del 43% di presenze rivela un crescente peso della componente culturale: il 40% dei turisti, infatti, dichiara di venire in Piemonte perché attirato principalmente dai beni e dall’offerta culturale.

Come si può vedere, il settore culturale è quello su cui vengono investite meno risorse economiche e, in proporzione, è il settore che crea un maggiore indotto. L’Italia in particolare, per le sue risorse di beni artistici, storici ma anche per la sua vivacità nel contemporaneo, detiene un primato mondiale di interesse. Peraltro i tagli sono in controtendenza rispetto al fatto che negli ultimi anni c’è stato un forte aumento della domanda di cultura nel nostro Paese da parte degli italiani e degli ospiti stranieri.

La cultura a cui ci riferiamo non è fatta di sprechi e di “grandi eventi”. E’ la pratica quotidiana e diffusa fatta di uso corretto delle risorse, fondata sul principio della “sostenibilità”. La maggior parte degli operatori artistici e culturali hanno retribuzioni simili (se non al di sotto) agli stipendi degli insegnanti della scuola o degli operai delle fabbriche. La loro reale condizione è dunque ben lontana dai miti fasulli che identificano l’ambiente culturale nei personaggi dalla vita dorata, buoni per gli scandali, per i compensi da capogiro e per una infinità di inutili gossip. La loro attività professionalecontinuativa riesce inoltre ad aggregare l’impegno di numerosissime altre persone (volontari, apprendisti, semiprofessionisti, collaboratori occasionali) a vantaggio di tutti. E se i lavoratori del settore culturale sono riusciti in questi anni a svolgere la loro professione è stato grazie soprattutto al riscontro del pubblico (spettatori, frequentatori di biblioteche, musei, istituti culturali) che riconosce la qualità del loro impegno.

La cultura non ha un colore politico, ma ha in sé tutti i colori.
La cultura è da sempre parte integrante dello sviluppo dell’individuo e della società di riferimento. La cultura ricerca, comunica e sviluppa le infinite esperienze, idee e visioni dell’essere umano che si arricchisce nello scambio con gli altri. E’ necessario liberare la cultura, in tutte le sue forme, dalla pervasività della politica e dei partiti.

Ripristino e sviluppo degli investimenti pubblici destinati alla cultura.
In considerazione dei gravi tagli economici al sostegno della cultura decisi dagli Enti territoriali e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, avvenuti nel 2010 e previsti nell’anno in corso, il Comitato Emergenza Cultura del Piemonte chiede allo Stato e alle Amministrazioni Pubbliche una sollecita revisione dei bilanci affinché le attività e i beni culturali possano continuare ad esistere e svilupparsi sul nostro territorio.
Oggi, tutti gli operatori culturali si trovano nella condizione di non sapere cosa potrà accadere domani, se quest’anno potranno continuare a lavorare e se i programmi per i quali si sono già impegnati potranno essere rispettati.
In queste condizioni non è più possibile andare avanti !
Vanno ristabiliti i fondi economici necessari al mantenimento dell’offerta culturale sinora fornita, in quanto essi sono, come risulta dai dati suesposti, i più bassi d’Europa.
Poiché non ci nascondiamo le difficoltà chiediamo che, qualora si verifichino delle riduzioni, esse siano programmate con criteri trasparenti e condivisi.
Proponiamo inoltre che si studino incentivi attraverso forme di detassazione (Irpef, Irap o altro) per le imprese private che intendono sostenere le attività culturali e che gli stanziamenti assegnati ad ogni soggetto siano per il futuro certi e definiti triennalmente al fine di consentire quella continuità indispensabile alla realizzazione effettiva di qualsiasi progetto o servizio culturale.

Richiediamo quindi al più presto una rapida risposta dalle Amministrazioni Pubbliche, affinché sia possibile prevedere l’immediato futuro: quale potrà essere la condizione dei lavoratori dei vari settori culturali e quale sarà la sorte della cultura per gli abitanti del Piemonte.

COMITATO EMERGENZA CULTURA DEL PIEMONTE

NDR Il comitato sta procedendo con una raccolta firme attraverso un modulo per la sottoscrizione della Carta che verrà divulgata in tutte le sedi opportune.

Chi volesse sottoscrivere l’appello o contribuire alla raccolta firme è pregato di compilare ed inoltrare il modulo a
comitatoemergenzacultura@gmail.com

Comitato_Emergenza_Cultura_del_Piemonte

2011-02-24T00:00:00




Tag: Torino (35)


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