BP2012 Focus Liguria Andare in tilt per cambiare le cose . O almeno provarci
Nasce la rete dei teatri in Liguria
Movimento e istituzioni è uno di quegli argomenti su cui si potrebbero scrivere pagine e pagine
.. dal momento che non è mia intenzione annoiare nessuno, cercherò di prendere in esame solo alcuni punti concreti e tangibili.
Premessa dovuta quanto ovvia è lo stato di crisi, ormai conclamata e inerente tutti i settori, che ha colpito in maniera inesorabile il nostro Paese; il teatro e la cultura, daltra parte, sono settori in perenne stato di crisi e precarietà: non esiste una Legge sul Teatro e il FUS è una barzelletta. E poi ci sono gli Enti Locali. La legislazione che regola le attività di spettacolo dal vivo varia di regione in regione, di comune in comune, di provincia in provincia. In Liguria vige la regola dei bandi (oibò). Esclusi i quattrotitani Teatro Stabile di Genova, Teatro dellArchivolto e Teatro della Tosse e Teatro dellOpera Carlo Felice chi si occupa di teatro o musica in Liguria deve passare attraverso i bandi. Bandi i cui esiti escono regolarmente ad attività concluse e che quindi non consentono di lavorare con serenità e con pianificazione: bisogna sempre basarsi sullanno prima e sul più o meno avrò i soldi dello scorso anno; bandi che non premiano mai nuovi progetti o nuove istanze artistiche.
Salvo il sopraggiungere di un momento di crisi nera che rimette tutto in gioco. Non voglio entrare nel merito del perché Comune, Regione e Provincia in Liguria e a Genova non siano mai riusciti a creare delle convenzioni almeno triennali con chi si occupa di spettacolo dal vivo . Un sistema di questo genere, a mio parere, avrebbe ottimizzato decisamente le risorse sia economiche che artistiche visto che forse avrebbe premiato in maniera un po più sensibile i meriti, cosa che con i bandi non avviene. A Genova esistono molte realtà che in maniera differente – si occupano di Teatro . Molte di queste realtà lavorano da 15, 20 anni e lo fanno con estrema qualità: ma sopravvivono solo per caparbietà e passione, non sufficientemente supportate dalle istituzioni (non sto nemmeno a soffermarmi sulla Fondazione Carige che non svolge NESSUN ruolo in ambito culturale, disinteressandosene in maniere direi imbarazzante). Le formazioni artistiche più giovani, poi, non trovano spazi dove mostrarsi. Troppo poca (e nulla in alcuni casi) lattenzione dei Teatri genovesi verso le espressioni artistiche indigene che, quando riescono, trovano altrove riconoscimenti e spazi. Non esiste da parte di chi gestisce le maggiore sale teatrali in città la volontà di condividere con altri, di confrontarsi, di dare spazio a chi non ce lha. Si lavora a comparti stagni, chiusi in un individualismo e particolarismo esasperanti. Specchio per altro del nostro paese in cui non cè alcuna volontà di condividere, di formare giovani, di dargli opportunità. Salvo creare dei bandi o delle tristissime minirassegne in cui relegare le compagnie del territorio con il solo scopo di accedere ad ulteriori finanziamenti. Certo, ci si chiede perché le istituzioni ci caschino sempre e abbiano continuato ad assecondare questa NON politica culturale
. Ai posteri lardua sentenza
..
Preso atto di tutto ciò e consapevoli del fatto che la meritocrazia nel Bel Paese non è contemplata, 19 realtà operanti nel territorio hanno creato un progetto: TILT. Un organismo INDIPENDENTE nello spirito di progettazione, che pensa e lavora in relazione, cercando di promuovere e attuare e un modello di imprenditoria culturale NUOVO a struttura leggera e dinamica fondato sul confronto e la collaborazione dei soggetti aderenti per lo sviluppo di strategie e progettualità comuni.
La cosa che più colpisce in TILT è la diversità dei soggetti che vi aderiscono : diversità non solo di progettualità artistica ma anche anagrafica. E la volontà di mettersi tutti in gioco, allo stesso modo.
I riscontri ottenuti in meno di un anno di lavoro ci danno conferma che la strada è quella giusta.
Cosa stiamo facendo
prima di tutto abbiamo iniziato (e stiamo andando avanti) con il solo autofinanziamento: chi si associa lo fa con una quota annua di 100. E con queste risorse abbiamo organizzato la prima vetrina, a settembre 2011: sul modello delle borse dello spettacolo che non si fanno più in Italia ma sono ancora in auge nel resto dEuropa tutti gli artisti di TILT hanno presentato una pillola del loro lavoro; 2 giorni di teatro NON STOP cui la gente ha partecipato con grande entusiasmo. E questo ci ha assai confortato. Dalla vetrina è nata una rassegna negli spazi aderenti a TILT. Quattro nel 2011 (che coprono Genova, Sarzana, Savona, Arenzano) già saliti a 10 nel 2012 con lingresso in TILT di 5 comuni del territorio – Borzonasca, Savignone, Bogliasco, Ronco Scrivia, Serra Riccò e lo spazio Dialma Ruggero di la Spezia. Anche i Comuni diventano soci e versano la quota associativa. Con i Comuni si sono avviati progetti che mirano al coinvolgimento e partecipazione attivi del territorio. Oltre alla rassegna di spettacoli si creano laboratori e progetti ad hoc. In questa ottica TILT ha avviato un discorso di collaborazione con la Regione Liguria e con il Circuito regionale che sta prendendo forma. Dal momento che il sistema dei finanziamenti deve cambiare (la crisi vera che ha colpito il nostro paese ha dimostrato a chi ne avesse bisogno che il sistema dei finanziamenti non fondati sui meriti ma su logiche di simpatie politiche è fallito) , incominciamo a farlo. Noi non chiediamo un riconoscimento economico per gestire uno spazio, per produrre spettacoli per 20 spettatori a volta e senza speranza di circuitazione ma per far vivere spazi già esistenti e che i Comuni da soli non riescono a valorizzare e creare progetti in territori della Regione un po dimenticati con lobiettivo di arrivare alla residenzialità. E lo facciamo dopo aver iniziato a lavorare con le nostre forze. Ossia le istituzioni diventano un interlocutore attivo e un collaboratore nella realizzazione di progetti. Non ci interessa partecipare a bandi, non ha senso. TILT è un movimento che crea lavoro e progettualità e deve essere riconosciuto per questo. Altrimenti faremo a meno delle istituzioni. Infatti ci stiamo comunque muovendo verso privati per il reperimento di risorse economiche.
TILT inoltre dà supporto organizzativo alle compagnie più giovani, offrendo con la vetrina lopportunità di mostrare il proprio lavoro; la scommessa per il 2012 è quella di portare a Genova operatori di altre città e critici. Una scommessa che siamo sicuri di vincere. Non per presunzione ma per la consapevolezza della bontà del lavoro che stiamo svolgendo. Quindi le compagnie in TILT trovano un costante riferimento cui rivolgersi e imparano a gestirsi; con questo scopo TILT organizza a beneficio dei soci incontri in cui si affrontano argomenti relativi allorganizzazione, legislazione e amministrazione teatrali.
Oltre a questo TILT vuole riportare la gente a teatro o meglio riportare il teatro alla gente; la vetrina in questo senso è stata molto importante: le persone hanno voglia di conoscere e di parlare, bisogna solo creare delle opportunità. TILT in questa direzione organizza periodicamente delle incursioni metropolitane: ossia azioni teatrali compiute nelle strade, nei negozi, nei centri commerciali e presto nei comuni soci. Niente di nuovo, semplicemente è una pratica di comunicazione che non si usa più.
In conclusione, TILT, così come le reti che stanno nascendo in tutta Italia , basandosi sul vecchio detto lunione fa la forza , si ripromette di superare un sistema culturale (e non solo culturale) polveroso e obsoleto, fondato su clientelismi e protezioni, un sistema di partito e non politico, autoriferito, e soprattutto tristemente fallito.
TILT
2012-01-30T00:00:00
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