#fase2 | I festival e il teatro, questi sconosciuti!

Che fine hanno fatto lo spettacolo dal vivo e i festival nel piano che vuole rilanciare l'Italia?

Pubblicato il 09/06/2020 / di / ateatro n. 173

Il documento appena rilasciato dalla task force di Colao per il rilancio post Covid è lungo da leggere ma rappresenta sicuramente un grande sforzo di sistematizzazione, molto interessante per tanti comparti produttivi del paese.
Ovviamente quello dello spettacolo e della cultura, seppur con una bella iconcina nello schema principale come elemento motore di sviluppo, è marginalizzato e frettolosamente trattato all’interno delle schede tematiche.

In oltre 120 pagine fitte fitte sul rilancio dell’Italia la parola “festival” non è MAI citata. Non compaiono neanche “spettacolo dal vivo” né “teatro”. La musica si salva perché citata una volta nelle categorie generiche delle Città Creative Unesco e l’arte del balletto ringrazia per la presenza letteraria la “dote educativa” delle donne in graviDANZA.
C’è da ridere? C’è da piangere? C’è da stupirsi?
C’è da fare, evidentemente e ancora.

Perché se soprattutto all’inizio della stagione estiva, si sottovaluta completamente la forza economica e attrattiva di un patrimonio diffuso di centinaia di festival sparsi sul nostro territorio non si è compresa per nulla la potenza di un settore che non solo è capace di generale riflessione e socialità per i nostri cittadini ma di muovere, con artisti e pubblico da tutto il mondo, economie e indotto fondamentali per la crescita dell’Italia.
Sembra paradossale ma per un prodotto culturale immateriale e in continua trasformazione come i festival, il termine più adatto alla fine è proprio quello di “patrimonio”.
Una ricchezza tutta italiana totalmente sottovalutata e con il freno tirato tra mille aspirazioni e difficoltà, a volte addirittura autoisolata dagli stessi addetti al settore (spesso è più facile lamentarsi che cambiare i modelli organizzativi), soprattutto nascosta ai grandi investimenti e strategie di comunicazione turistica nazionale.
Come se il #Ravennafestival, #Club2Club, #SantArcangelo, l’ #Ypsigrock, #Labiennale, Spoleto, il #Giffoni, #Mito, Locorotondo, Torre del Lago, #Terraforma, il #Luccacomics e via via le decine e decine di rassegne più piccole e innovative sparse capillarmente su tutto il territorio nazionale non esistessero e non impiegassero migliaia di lavoratori pronti a dare il loro contributo per il rilancio del paese.




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