La trans-utopia dove si incontrano i maestri e i giovani artisti

Il progetto dell'Accademia Eleonora Duse di Asolo per il 2023-2024: scadenza iscrizioni il 21 ottobre 2023

Il Casello di Asolo, che ospita il Teatro Eleonora Duse

Ad Asolo, nel Teatro Comunale che prende il nome da Eleonora Duse, che vi soggiornò a lungo, sta nascendo l’Accademia Duse: una scuola, o meglio un Centro Sperimentale di Cinema e Arti Performative con maestri di respiro internazionale. E’ una scelta culturale coraggiosa per un Comune relativamente piccolo (circa 9000 abitanti) e lontano dai grandi centri: puntare a un’eccellenza in grado di attrarre sia artisti sia un gruppo di govani motivati.
All’ideatore e anima del progetto, Alessio Nardin, abbiamo chiesto di raccontarci la sua visione.

Come è nata l’idea di questa nuova scuola di teatro, l’Accademia Duse?

L’Accademia Eleonora Duse è, prima di ogni cosa, un Centro Sperimentale di Cinema e Arti Performative. Questa è la sintesi e il punto di partenza: da lungo tempo desideravo realizzare in Italia un luogo spazio-temporale dove diverse arti si potessero incontrare e “innestare” l’una nell’altra per dare vita a nuove forme artistiche attraverso processi di creazione a lungo respiro. È un punto di vista sull’arte e un percorso artistico che da anni sto attraversando in alcuni tra i più importanti teatri e accademie nazionali europei.
Sono interessato a luoghi dove la conoscenza avvenga attraverso il passaggio diretto da persona a persona: da chi possiede una maestria a chi desidera trovare questa maestria in se e svilupparla. Luoghi dove l’artista abbia la possibilità di sbagliare ed imparare dai propri errori, dove possa disobbedire alla regola per trovare una nuova strada.

Il Teatro Eleonora Duse di Asolo

Il progetto “trans-utopico” dell’Accademia Duse nasce nella primavera del 2023 dalla sinergia tra la mia visione artistica, il Comune di Asolo e Kalambur Teatro, che si è concretizzata nell’Accademia Duse Srl.
L’assessore alla Cultura Gerardo Pessetto e il Sindaco Mauro Migliorini, dopo avermi conosciuto in una mia brevissima residenza artistica asolana, hanno pensato e creduto che il mio modo di intendere l’arte rispondesse alla loro visione culturale di una città come Asolo. che è stata dimora di artisti come Robert Browning, Gian Francesco Malipiero, Freya Stark e naturalmente Eleonora Duse. Nel 2024, in concomitanza con le celebrazioni del centenario della morte della Duse, mi hanno coinvolto. Ho presentato un progetto internazionale (ispirato, incentrato e dedicato alla figura artistica di Eleonora Duse) che ha vinto un bando pluriennale che ha per sede il Teatro Comunale Eleonora Duse di Asolo.

Come è articolata l’Accademia Duse?

Il Centro Sperimentale Accademia Eleonora Duse ha come scopo lo sviluppo di una Pedagogia sperimentale al cui centro sia la cura e lo sviluppo della persona umana e artistica.
I percorsi pedagogici non sono legati a una scolarizzazione artistica, ma piuttosto a un luogo-territorio-paesaggio “spazio-temporale” in cui si può attuare una “formazione artistica permanente” su diversi livelli.
La pedagogia sperimentale è suddivisa in tre parti:

La pedagogia dei maestri, ovvero l’Alta Formazione
Pedagogia di Recitazione e Regia Cinematografica e Teatrale, di Danza, Arti Performative e Tecniche di design del suono e della luce.
Questa parte della progettualità è basata sull’incontro di attori, registi, formatori e performer professionisti con alcuni tra i principali maestri internazionali: ogni maestro, attraverso masterclass intensive, potrà sviluppare un proprio progetto artistico e trasmettere e condividere attraverso la pratica la propria visione e metodica di lavoro.
In qualche modo l’idea è quella di realizzare una “Scuola dei Maestri”, cioè un’Accademia (in senso rinascimentale), dove le maestrie trovino uno spazio e un tempo per potersi incrociare e dare vita, in diverse forme, a ciò che ancora non è esplorato.
Questa parte ha già avuto il suo avvio nell’estate 2023 con due masterclass di alta formazione (una sulla drammaturgia di Pirandello, l’altra sulla “Parola come Suono”) a cui hanno partecipato oltre 30 attori, registi e formatori professionisti provenienti da diversi teatri e accademie di tutto il mondo (Francia, Svizzera, Brasile, Italia).

Accademia Eleonora Duse, estate 2023: la masterclass dedicata a Pirandello

La pedagogia dedicata ai giovani artisti
Consiste in un percorso pedagogico sperimenale annuale di oltre 750 ore sulle materie basiche formative della recitazione e della regia cinematografica e teatrale, della drammaturgia e delle arti performative (danza e azione fisica).
La proposta è rivolta a giovani artisti del territorio regionale, nazionale ed europeo (si lavorerà in italiano e inglese) che desiderino formarsi professionalmente e artisticamente nell’ambito della arti dello spettacolo. La formazione sarà realizzata in ogni anno “accademico” tra dicembre e luglio. La formazione sperimentale sarà diretta e seguita passo passo da me e mi onorerò della presenza di maestri internazionali per la regia e la recitazione e di professionisti di altissimo livello per le materie tecniche specifiche. Le materie principali oltre la regia e la recitazione riguarderanno: tecniche vocali, dizione e l’azione della parola, danza, biomeccanica e azione fisica, sceneggiatura, drammaturgia.
Durante il percorso continuativo gli allievi avranno occasione di incontrare e lavorare con questi artisti sia in masterclass intensive e concentrate sia in periodi di lavoro più estesi.
Il percorso sarà per classi miste composte da attori, registi, drammaturghi e performer. Sarà della durata complessiva di tre anni.

La creazione artistica
Da tale percorso nasceranno una serie di Lcortometraggi, performance, video-arte, video-danza e dimostrazioni che andranno a dare vita alle condivisioni del Centro Sperimentale Accademia Eleonora Duse nella sua sede principale del Teatro Duse di Asolo.

Oggi in Italia esistono centinaia di scuole di teatro. Quali sono le specificità e gli obiettivi dell’Accademia Duse, rispetto alle altre scuole di teatro, in Italia e all’estero? 

La Sala 3 del Teatro Eleonora Duse di Asolo

L’Accademia Duse non è una scuola: è un luogo di pedagogia che mette al centro la persona umana e artistica, con le sue potenzialità. L’aspetto più importante è l’educazione e lo sviluppo della personalità artistica.
Se vogliamo parlare di arte, non credo si possa insegnare un’arte: ciò che è indispensabile per praticare un’arte è già insito nella natura umana di ognuno di noi. Per questo bisogna prendersi cura concretamente del progredire della persona: attraverso una corretta e basica pratica quotidiana sia della téchne che della poetica. Questo perché si possano manifestare le potenzialità insite nella persona. A un’arte si può educare, non è possibile insegnarla. Il valore di un vero maestro sta nell’avanzamento dei suoi allievi e non in sé stesso.
Dunque i percorsi che proponiamo non sono strettamente didattici, ma pedagogici. Da qui forse nascono alcuni equivoci legati al concetto di “scuola”. Spesso sembra che la pedagogia abbia a che vedere con una formazione che ha un tempo definito e che porta a una “qualifica”. Io credo, sulla base della mia esperienza internazionale, che la pedagogia debba essere il luogo di incontro tra gli artisti (di diverso livello ed esperienza) e l’azione, lo spazio in cui l’artista può scoprire (o riscoprire) ciò che gli è ignoto, il tempo in cui l’artista può camminare sul sottile crinale tra ciò che conosce di sé e la sua parte “oscura”. Il luogo della rivelazione a sé stessi, e di riflesso (ma non meno importante) agli altri, della propria natura ed essenza artistica.
Se la pedagogia ha a che vedere con tutto questo, allora diviene lo “spazio” in cui ogni artista può e deve incontrare la drammaturgia, il corpo, la voce e molto altro. In tale visione la pedagogia è necessaria e continua: necessaria per l’artista, per la creazione, per la realizzazione di opere artistiche, per la produzione. Continua perché solo attraverso una pratica continua l’artista può di volta in volta avanzare nel suo percorso. Ma tutto ciò può avvenire solo se si lavora sui principi basici di un’arte: come nelle arti marziali.
Questa è la specificità dell’Accademia Duse.
Volendo schematizzare e semplificare: la parte legata alle masterclass dei maestri è rivolta alla continuazione (Alta Formazione professionale) di un percorso in ambiti specifici per artisti professionisti.
La parte legata ai “giovani artisti”, invece, è focalizzata su un’educazione imperniata sui principi “elementari” delle arti delle spettacolo. Quindi l’unione della téchne con l’arte e la poetica.

A chi si rivolge?

La risposta corretta sarebbe: a persone che vogliono confrontarsi con l’arte dell’azione.
Ma capisco che questo rischierebbe di essere frainteso o banalizzato. Il percorso composto dalle masterclass internazionali si rivolge a professionisti che desiderino fare un proprio percorso personale in alcuni ambiti specifici e che attraverso questo vogliano fare un ulteriore passo nella loro strada artistica.
Il percorso per i giovani artisti è rivolto a persone con limitata esperienza che desiderino apprendere ed educarsi all’arte cinematografica o scenica a partire dalle basi per entrare nel mondo professionale.
In alcuni progetti specifici, questi due differenti target si incontreranno e incroceranno, perché uno dei processi di scoperta in cui credo maggiormente è quello del “sapere orizzontale”: il maestro può aprire una porta che poi l’artista deve oltrepassare da sé. Incontrare altri artisti, con differente cultura ed esperienza, che debbano attraversare la medesima porta può consentire, nella condivisione del lavoro pratico, una reciproca opportunità di scoperta e di avanzamento.

Chi sono i docenti?

Per quanto riguarda la regia e la recitazione, ci saranno artisti del panorama internazionale con i quali condivido una visione sull’arte dell’azione: il drammaturgo, attore teatrale e cinematografico argentino Rafael Spregelburd, e poi il maestro e regista britannico Declan Donnellan, il maestro argentino Cesar Brie, l’attrice Roberta Carreri del Nordisk Teaterlaboratorium-Odin Teatret, il regista teatrale e cinematografico Anatolij Vasiliev e altri ancora.
Per le materie più tecniche ho voluto chiamare a condividere questo progetto da una parte artisti di altissimo livello: per la voce il vocal coach Andrea Tosoni (che ha innumerevoli esperienze in Rai e in cori internazionali) e Angela Zinno (Università di Genova), per il teatro di figura e di animazione degli oggetti il regista Matteo Spiazzi, per il lavoro sul suono nel cinema il sound designer Gabriele Fasano, per la musica e l’interazione tra parola e suono il Maestro Pietro Borgonovo e altri. Dall’altra parte ho coinvolto giovani artisti di grandi prospettive e che amo artisticamente come Giulio Santolini e Cristina Da Ponte (teatro e corpo, teatro e danza).

Che differenza vedi tra la formazione teatrale in Italia e all’estero, dove spesso lavori come formatore?

Credo che ci siano molte più cose che le accomunano di quante le differenzino: dipende molto dalla cultura teatrale e dalle radici da cui viene ogni “movimento” artistico. In Europa occidentale la tendenza delle accademie nazionali è di portare quanto più velocemente possibile i giovani artisti alla performance e al risultato finale. Questo sicuramente sviluppa una capacità “performativa” molto accentuata nelle giovani generazioni. Purtroppo, da quel che vedo, spesso non educa l’attore o il regista a percorre un processo di creazione, a distinguere il risultato dal processo. In una parola: a essere. Spesso questa strada porta all’imitazione, che nella migliore delle ipotesi è imitazione di sé stesso. Personalmente la strada della “mimesi” non mi affascina e non desidero percorrerla scientemente. L’unico modo che conosco perché questo non avvenga è dare vita a un processo pedagogico dove l’errore sia il vero maestro e dove l’artista sia sempre sul limite dell’errore: quasi come un motociclista in un gran premio quando piega la moto in curva.
Mi sembra di rilevare che l’Europa occidentale (e l’Italia) predilige dichiaratamente la didattica alla pedagogia, la téchne alla poetica: ma mi sembra che il talento apprenderà sempre molto velocemente la tecnica per ciò che gli è utile (e non oltre) e l’assenza di talento non potrà mai essere compensata dalla tecnica. La poetica della persona dovrebbe richiedere la necessità e la via della tecnica: questo ancora si pratica nella parte nord orientale dell’Europa e io ho potuto praticarlo con gli attori in diversi teatri nazionali, un assoluto privilegio che desidero portare nel progetto Accademia Duse.

Quali sono i requisiti per l’ammissione?

Masterclass sulla parola all’Accedemia Eleonora Duse

Il principale requisito è volersi impegnare in un percorso quotidiano e continuativo di arte cinematografica e scenica.
Poi concretamente al corso annuale possono accedere le persone che alla data di scadenza dell’iscrizione abbiano un’età compresa fra i 18 e i 40 anni (ma valuiamo eventuali deroghe). Per accedere è richiesto il titolo di studio di diploma di scuola media superiore.
I gruppi di lavoro per il percorso annuale dovranno andare da un minimo di 12 a un massimo di 18 allievi.
Tutte le informazioni burocratiche da espletare per accedere alle selezioni si possono trovare sul sito ufficiale dell’Accademia Duse
L’ammissione al corso è subordinata al superamento di alcune prove pratiche d’ingresso che avranno inizio a partire dal 14 novembre 2023. Le lezioni curriculari frontali si svolgeranno dal lunedì al venerdì. La frequenza è obbligatoria.
Le figure professionali su cui lavoreremo principalmente con il percorso annuale sono registi e attori cinematografici e teatrali.
Stiamo costruendo, e una prima realizzazione si è già avuta durante le masterclass estive del 2023, una serie di collaborazioni e convenzioni con enti e fondazioni per avere in Asolo agevolazioni sia sugli alloggi sia sul vitto , sia per le masterclass per il percorso annuale.

IL LINK
Il Bando dell’Accademia Duse 2023-2024
info altaformazione@accademiaduse.it

Quali sono i progetti per il successivo inserimento degli allievi nel mondo del lavoro?

La domanda direi che è tanto cruciale e semplice nella sua prima parte quanto insidiosa e ampia nella seconda. Chi svolgerà il percorso triennale potrà inserirsi e praticare il lavoro cinematografico e teatrale sia esso personale ed auto-prodotto, sia esso relativo alla mise-en-scene di spettacoli o alla realizzazione di corto-medio-lungo metraggi o video-arte attraverso provini. Noi realizzeremo una sorta di bacheca con richieste che ci giungeranno dai diversi partner internazionali con cui collaboriamo: naturalmente i nostri allievi avranno al priorità.
Faremo un ulteriore passo: l’Accademia Duse sarà un incubatore e un produttore di produzioni cinematografiche e teatrali e quindi offriremo direttamente dei lavori ai giovani artisti diplomati nella nostra sede. Inoltre li metteremo in stretto contatto con gli artisti che verranno a insegnare, in modo che a loro volta possano essere chiamati e coinvolti in altre produzioni sia nazionali che internazionali. Infine l’Accademia Duse e la sua sede (il Teatro Duse) ospiteranno e daranno residenza a progetti di giovani artisti, in special modo a quelli diplomatisi nell’Accademia Duse.
Mi sembra che il sistema produttivo italiano soffra da lungo tempo di alcuni vulnus che ritengo artisticamente cruciali. I luoghi istituzionali che hanno grandi disponibilità economiche spesso, per legge o per scelta, devono ingessarsi su metodi produttivi molto precisi e poco inclini al rischio artistico. Ne deriva un sistema produttivo che assomiglia molto a un cane che si morde la coda e che finisce spesso per inseguire sé stesso, invece di precedere e provocare la società. Forse dovremmo provare a proporre sistemi differenti che in alcuni teatri europei già esistono e che, molto più modestamente, proveremo ad avviare anche al Teatro Duse.

E’ la scuola di un Maestro o la scuola di diversi maestri? Come si intrecciano i vari metodi e poetiche dei diversi maestri?

Ti risponderei con un’altra domanda: il centauro è un cavallo o un uomo?
Al di fuori del gioco metaforico, è un luogo dove diversi maestri si incontrano, si confrontano, si incrociano e seminano negli “allievi” e nella comunità delle visioni. Il frutto di tutto ciò si vedrà negli artisti che usciranno da questo progetto. La presenza dei diversi maestri internazionali che abbiamo già citato, che condividono assieme e me alcuni principi e visioni artistici, segnano diversi percorsi. Ognuno dei quali porterà a uno spettacolo, film, performance o opera.
I principi comuni sono come il tronco, le diverse metodiche sono i rami e le foglie di quell’albero che chiamerei Accademia Duse.
In questo senso, forse, un luogo di questo tipo ha una sua unicità in Italia.

Che cosa significa creare un centro d’eccellenza in un borgo che ha una grande storia, ma è lontano dai grandi centri urbani?

Training all’Accademia Eleonora Duse

Significa possedere una buona dose di utopia artistica sia in positivo sia in negativo. Vuol dire affrontare problematiche tecniche e logistiche, vuol dire avere difficoltà a far conoscere questa eccellenza. Ma contemporaneamente vuol dire avere la possibilità di lavorare in un posto unico e molto ispirativo: il Teatro Duse, per il modo particolare con cui utilizziamo gli spazi, lo è. Vuol dire poter concentrare il lavoro al di fuori dal tempo e dal suono della grande città. Vuol dire avere un luogo “scomodo”, dove decidere di recarsi per fare un’attività specifica, precisa e non occasionale. In altre parole, vuol dire che dalla periferia è possibile vedere meglio i problemi centrali di un’arte e ricevere tutte quelle forze “grezze”, “brutali” e centrifughe che solo la periferia può avere, proprio in quanto periferia sociale. Questo per me, in questo momento del mio percorso, è linfa vitale. Per questo l’ho definito una trans-utopia: perché può avverarsi, nella sua natura utopica, solo come paradosso della normalità.

L’Accademia ha sede in un Teatro Comunale, quello di Asolo. Qual è il rapporto con il Comune?E chi gestisce la programmazione del teatro?

Questa progettualità è nata come emanazione del Comune di Asolo, è condivisa continuamente con il Comune e sviluppa una sinergia continua per contribuire a dare una vita precisa a uno spazio della comunità. Vorrei lavorare su più comunità che si intersecano tra loro: quella locale, quella nazionale e quella internazionale (data dalle realtà artistiche con cui già stiamo collaborando). Da qui hanno origine i diversi progetti e le diverse proposte pedagogiche e produttive dell’Accademia Duse
Il Comune si è impegnato con una convenzione pluriennale di utilizzo del Teatro Duse e con un finanziamento di start-up iniziale: e di questo sono molto grato. Ma l’aspetto principale, e per me più interessante, è che fin dall’inizio l’amministrazione ha creduto in quella visione artistica internazionale di cui ho parlato.

Nella tua vita ha incontrato diversi maestri. Che cosa ti aspettavi da loro, quando li incontravi, da giovane allievo? E che cosa ti hanno dato? 

Nessun maestro si manifesta se l’allievo non è pronto per il maestro. In altre parole, non è mai il maestro a scegliere l’allievo, ma sempre viceversa. Io sono stato molto fortunato perché sono giunto all’incontro con alcuni maestri mondiali “pronto”: sono io che li ho cercati e scelti. Loro hanno avuto la bontà di accettarmi e di darmi la possibilità di vivere l’arte con loro.
In altre parole: io ero totalmente insoddisfatto del lavoro teatrale che facevo come regista, anche se il pubblico lo apprezzava. Ma paradossalmente più lodava le mie regie e più le sentivo insufficienti, manchevoli. Desideravo avanzare, ma non sapevo come… In quel momento ho fatto alcuni “incontri” fondamentali che mi hanno dato, in modo “elementare”, gli strumenti e la visione per dare forma concreta alle mie visioni.
Il più importante è stato l’incontro con Anatolij Alexandrovich Vasiliev: da 14 anni lavoriamo insieme in diversi progetti internazionali sia teatrali sia cinematografici. Gli devo molto artisticamente e umanamente. Se dovessi dire cosa, mi ha dato potrei riassumerlo in una frase: mi ha insegnato cose “elementari”. Utilizzando un’immagine bucolica, mi ha insegnato a togliere l’erba cattiva, a concimare, a dare da bere all’albero, a zappare, a potare i rami secchi e in ultima istanza a fare l’innesto tra diverse piante per dare frutto alla pianta sterile. Facendo tutto questo ho imparato coltivare quel frutto che poi potremmo chiamare spettacolo, film o singola azione. Questo credo dovrebbe essere il passaggio di maestria da persona a persona in modo orizzontale. Proveremo a farlo all’Accademia Eleonora Duse, Centro Sperimentale di Cinema e Arti Performative.




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