Il verbale del Comitato Centrale di ateatro

Cascina, Città del Teatro di Cascina, 11 giugno 2006

Pubblicato il 18/06/2006 / di / ateatro n. 100

Per cominciare, naturalmente, un ringraziamento di cuore ad Alessandro Garzella e Fabrizio Cassanelli che ci hanno ospitato con grande cortesia, mentre era in corso il festival Metamorfosi.
Se posso aggiungere un’annotazione personale, un grazie di cuore anche ai numerosi i membri del CC di ateatro presenti a Cascina: oltre a me e ad Anna Maria Monteverdi (che si è occupata della logistica e ha organizzato il simpatico happy hour di ateatro sabato sera), c’erano Andrea Balzola, Franco D’Ippolito, Concetta D’Angeli, Mimma Gallina, Clara Gebbia, Elena Lamberti.
E’ stato il primo incontro del genere e non mi aspettavo un tale concorso di folla (c’era anche qualche assente giustificato…). E’ stato un grande segno di affetto nei confronti della webzine e del sito, e soprattutto la prova che vogliamo farli crescere ancora – perché proprio di questo dovevamo parlare. Insomma, grazie di cuore agli ateatranti presenti (e anche agli altri…).
Oltretutto era la prima volta che ci vedevamo tutti insieme, io conoscevo tutti, ma non tutti conoscevano tutti. E’ il bello del web, quello di poter fare una rivista in questo modo, ma ogni tanto vale anche la pena di incontrarsi di persona…

Ma di che cosa abbiamo parlato, domenica mattina?
Provo a riassumere per chi c’era e per chi non c’era.

In questi cinque anni ateatro è molto cambiato.
Ho identificato quattro fasi (magari serve anche a qualche studente per le prossime tesi & tesine sul sito…).

1. www.olivieropdp.it
In principio, diciamo nel 1998, è nato un sito personale, www.olivieropdp.it, nel 1998; era anche una sorta di antenato dei blog: non me la sono inventata, un paio d’anni fa su “Affari & Finanza” di “Repubblica” mi hanno definito “blogger storico”…

2. www.ateatro.it
All’inizio del 2001 è nato www.ateatro.it, la webzine che tutti conoscete (per forza, se siete qui a leggere…), con il suo bravo forum e le sue news, la pagina dei link e vari servizi (la locandina, i festival…). Qualcuno l’ha definito un portale: sarebbe stato bello, ma non abbiamo mai avuto le forze (e le risorse) per creare un vero portale (anche se stiamo svolgendo molte delle sue funzioni). www.olivieropdp.it era un’impresa solitaria, mentre ben presto www.ateatro.it ha raccolto un gruppo di collaboratori assai variegato, ma di grande valore e generosità (a cominciare da Anna Maria Monteverdi, che compare nella testata). In breve, è diventata un punto di riferimento per il mondo del teatro italiano, consultato da amici e avversari.

3. Le Buone Pratiche
Terza puntata, su sollecitazione di Mimma Gallina e Franco D’Ippolito, www.ateatro.it si è fatto promotore a partire dal 2004 di una iniziativa come le Buone Pratiche. Partendo dalla rete, insomma, siamo ripiombati nel mondo reale, e con un impatto decisamente notevole (tanto è vero che abbiamo replicato nel 2005 e replicheremo in questo 2006).

4. ateatropedia
Quarta fase: nel 2005 l’archivio online. Nel corso di questi anni abbiamo pubblicato sulla webzine quasi 1500 articoli, saggi, interviste, eccetera. Insomma, abbiamo costruito il database al quale attinge la poderosa ateatropedia (alla quale si abbeverano – e ce ne siamo accorti – operatori, studenti e studiosi).

5. E adesso, che fare?
In questi anni, abbiamo raggiunto diversi obiettivi.
Abbiamo dimostrato che è possibile creare un sito di teatro bello, indipendente, autorevole e utile.
Abbiamo dimostrato che è possibile fare una cultura del teatro viva e appassionata.
Abbiamo esplorato diversi filoni con una profondità e un’ampiezza inedite nel nostro paese (e non solo: mica sono tanti i siti belli come il nostro, anche all’estero): tra tutti, il rapporto tra il teatro e nuovi media, in particolare grazie al lavoro di Anna Maria; e l’economia e l’organizzazione della cultura e dello spettacolo, appoggiandoci all’esperienza e alla produttività di Mimma.
Siamo riusciti a muoverci tra diversi ambiti – operatori, critica militante, accademia, ricerca, politica e pubblica amministrazione – mantenendo la nostra specificità e creando una rete tra queste diverse esperienze.

Oggi per ateatro si incrociano due problemi. Il primo riguarda la possibile evoluzione di questa appassionante avventura, anche partendo dai suoi limiti e difetti (ebbene sì, lo ammettiamo: non siamo ancora perfetti, anche se siamo senz’altro i migliori). Il secondo è di ordine personale: per me la gestione del sito è diventata troppo gravosa in termini di tempo, impegno e fatica.
In sostanza – come già annunciato nella webzine – con il numero 100 (con questo numero) ateatro prova a reinventarsi. Le strade possibili erano due.
La prima, un gestione al minimo dettata da ragioni di sopravvivenza, lasciando inalterate le caratteristiche del sito: uno spazio aperto, senza una struttura formale, né economica né organizzativa. Questo avrebbe comportato una sospensione della webzine, con un arricchimento (seppur meno rapido) del database e un maggiore impegno da parte di tutti nei forum per le questioni di attualità. Avrebbe potuto ovviamente trattarsi di una pausa di riflessione, in attesa di raccogliere le idee e rilanciare il progetto.
La seconda – che è inevitabile, visto l’entusiasmo con cui ci siamo ritrovato a Cascina – consiste invece in un rilancio dell’iniziativa, su nuove basi e con nuove linee di sviluppo. Ovviamente per rilanciare ateatro sono necessari alcuni investimenti; premessa indispensabile è però quella di creare una struttura in grado di procurarli e gestirli, questi finanziamenti.
Ovviamente nel nostro primo incontro è stato possibile individuare solo alcune linee generali e qualche possibile sviluppo, in attesa di rilanciare la discussione via mail.
Provo a schematizzare.

FASE 1. Studio di fattibilità.
La forma giuridica di ateatro.
Finora non ha forma: oggi ateatro è in pratica solo un dominio registrato. Si tratta di verificare le possibili forme che può prendere il nostro gruppo (Associazione Culturale, Cooperativa, Circolo Arci, eccetera), tenendo ovviamente conto di tutti gli altri elementi in gioco.
Il software e la grafica. Finora la struttura informatica del sito è stata totalmente autoprodotta e autogestita, utilizzando freeware e shareware. Per rilanciare e ampliare il sito (al di là del fascino che può avere l’aspetto scrauso) è necessario partire da questo versante, mantenendo le caratteristiche che hanno fatto la fortuna del sito: economicità, facilità d’uso, flessibilità; e se possibile diventando meno rigido per quanto riguarda la gestione quotidiana (inserimento materiali, impaginazione, creazione numero webzine, gestione mailing list).
Fund raising. Sappiamo tutti che non è facile, soprattutto oggi, reperire risorse nell’ambito della cultura e dello spettacolo. Ancora più difficile reperire risorse salvaguardando la propria autonomia e indipendenza (una delle grandi doti di ateatro). Abbiamo scartato alcune ipotesi (accesso a pagamento, pubblicità a pagamento per teatri e festival), ne stiamo esaminando altre (abbonamenti, pubblicità, sponsor, fondi europei, partnership di vario genere).
Business plan. Partendo da queste informazioni, saremo in grado di valutare che strada imboccare. Ovviamente sarà necessario trovare qualche collaboratore (modestamente retribuito) per realizzare il software, gestire il sito e il fund raising.
Stiamo anche valutando altre possibilità di sviluppo: aprire ad altri giovani collaboratori, incrementare le recensioni, aprire nuove sezioni (per esempio una dedicata ai rapporti tra teatro e pedagogia)…

FASE 2. Linee di sviluppo.
Per quanto riguarda il sito, al di là di quanto accennato sopra (e alla possibilità di accedere alla ateatropedia attraverso iscrizione e password, fermo restando che l’accesso resterà gratuito), le possibili linee di sviluppo riguardano prima di tutto un incremento della multimedialità (anche se questo comporterà poi un problema di produzione – appunto – di contenuti multimediali).
Una volta attiva una struttura, una delle funzioni di cui ateatro potrà farsi meglio carico, in un momento in cui le tradizionali forme di rappresentanza del teatro paiono inadeguate, è quello di luogo d’incontro e di elaborazione di proposte di politica culturale.
Resta da approfondire la possibilità per ateatro di farsi in prima persona promotore di iniziative (festival, rassegne, convegni, corsi, seminari, consulenze, eccetera), eventualmente in collaborazione con altre realtà italiane e straniere.

Insomma, questo è il numero 100 di ateatro e per ora qui siamo arrivati. Se avete qualche idea, naturalmente, ve ne saremo grati.

Per quanto mi riguarda, sono molto contento che ateatro possa diventare un patrimonio comune e condiviso. E che possa continuare a crescere.
So che imboccando un percorso di questo genere saranno necessari alcuni compromessi (e sarà necessario fare anche scelte difficili). Ma per me è fondamentale che alcune delle caratteristiche di questa esperienza – indipendenza e autonomia, leggerezza e libertà di immaginare e di fare – vengano rigorosamente salvaguardate. Credo che sia questo il principio che ci deve guidare. Altrimenti ateatro rischia di diventare noioso…

Oliviero_Ponte_di_Pino

2006-06-18T00:00:00




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